ANCHE LE MANI FORTI SBAGLIANO!
Avanziamo a grandi passi verso la fine di questo 2021, e gli appuntamenti con le banche centrali assumono un peso sempre maggiore, per capire il destino di un’economia mondiale che, alle prese con un’inflazione galoppante, costi dell’energia in rialzo, e la variante delta che colpisce ancora duramente il ritorno alla normalità, sembra essere davvero in forte difficoltà.
La settimana che ci lasciamo alle spalle ha visto protagoniste la Bank of Canada e la BCE, che hanno messo in campo politiche differenti,che esprimono chiaramente la differente fase del ciclo economico che vivono i due paesi.
La Bank of Canada, pur lasciando invariato il costo del denaro, ha terminato il QE, portando a 0 gli acquisti di obbligazioni statali, che hanno subito goduto di un rialzo nei rendimenti che sono volati a +1.728% ( per il decennale) superando i massimi di dicembre 2019. Con il petrolio oltre gli 80$ e una banca centrale decisamente hawkish, anche i big players si sono dovuti adeguare.
Approccio decisamente più dovish per la BCE, che cerca di calmierare le attese per una chiusura del PEPP, e un conseguente rialzo tassi. I dati sull’inflazione in Europa, non sono incoraggianti, e superano le aspettative oramai ad ogni rilevazione. La Lagarde, vede ancora l’inflazione temporanea nel medio termine, perché dettata da strozzature negli approvvigionamenti, che dovrebbero normalizzarsi nel corso del 2022.
Poco convincente per gli operatori, che leggono nell’alta inflazione, la necessità di intraprendere politiche meno accomodanti.
Le posizioni sui futures valutari si adeguano ai nuovi ritmi dettati dalle banche centrali, in attesa delle parole di Powell, che gli operatori, si aspettano essere più hawkish del solito, dando il via al piano di tapering.
Stabilmente short le posizioni sul future EURO,dove le mani forti riducono di soli 851 contratti la loro esposizione, portandosi a 11 256 contratti netti corti. La rilevazione, effettuata martedi, prima delle dichiarazioni della Lagarde, potrebbe non mostrare ancora le vere intenzioni dei large speculators, che attendevano la BCE per prendere posizioni più decise.
Balzano a rialzo le posizioni long sterline, dove le attese per un rialzo dei tassi da parte della BOE, sfociano in 14953 contratti netti lunghi, dai precedenti 1615. Dovremo aspettare il 4 novembre, per scoprire se la BOE interverrà o meno , e con quanta forza.
Ancora caduta libera per lo yen giapponese, che vede i big players, incrementare le loro posizioni nette corte, che vanno a nuovi record con 107036 contratti netti lunghi. La controparte retail, che abbiamo seguito essere long oramai da inizio anno, dovrà attendere ancora le eventuali ricoperture di queste posizioni per vedere respiri di un trend che sembra davvero infinito.
Timide ricoperture per il dollaro australiano, dove le mani forti mantengono una posizione netta corta di ben 75246 contratti, in completa controtendenza, alla forza dimostrata dalla valuta oceanica. Difficile interpretare le intenzioni dei large speculators, che questa volta sembrano non seguire il trend. Qualcuno sembra mentire, scopriremo se saranno le mani forti a doversi girare long, o se il mercato darà un colpo di coda per dar ragione alle mani forti.
Anche le mani forti sbagliano, lo richiamavamo già nell’analisi della scorsa settimana, dove i large speculators, erano corti dollar canada di 10924 contratti, mentre la salita degli energetici tirava su con se il canadian dollar. Questa settimana,scopriamo che le mani forti si sono adeguate al mercato, girandosi di fatto netti long con 3320 contratti netti, e una ricopertura di 14244 contratti per la sola settimana scorsa, allineandosi al trend in atto.
Il mood risk on, che sembra non aver ancora abbandonato i mercati, si rispecchia questa settimana anche nel franco svizzero, che vede i large speculators incrementare la posizione netta corta e portarla di fatto a 19379 contratti.
In linea con l’analisi della scorsa settimana, non cambia l’idea dei non commercial di detenere in portafoglio dollari neozelandesi, che passano a 8906 contratti netti lunghi.
Stabili ancora i dollari americani, che in vista dell’appuntamento con la FED sembrano ancora essere l’interesse principale delle mani forti, che con 34457 contratti netti lunghi, mantengono un portafoglio decisamente a stelle e strisce.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta
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