FOREX. ANALISI CICLICA SETTIMANALE DEL 20-10-24
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Appuntamento della domenica con analisi ciclica settimanale.
Analizziamo le coppie valutarie eur/usd, gbp/usd, usd/jpy, usd/cad, aud/usd.
Serve un po' di attesa per raggiungere i livelli più convenienti dove cercare i segnali di ingresso.
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FOREX OPPORTUNITÀ DI TRADING SU EURUSD, GBPUSD, USDCAD E AUDUSD
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Analizziamo le principali coppie valutarie con una previsione settimanale.
Sul mercato Forex si stanno creando possibili opportunità long su Eur/Usd, Gbp/Usd e Aud/Usd e opportunità ribassista su Usd/Cad.
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#FOREX - ANALISI SETTIMANALE CON CICLI E STRUTTURA DEL MERCATO
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Analisi settimanale delle coppie valutarie #eurusd #gbpusd #usdjpy #usdcad #audusd.
In queste analisi mi concentro su due aspetti chiave: la sincronizzazione e l'anticipazione dei cambi di trend. In primo luogo, cerco di individuare i cicli temporali e li sovrappongo alla struttura tecnica del mercato per identificare punti di confluenza. Un esempio pratico è quando un ciclo temporale raggiunge il suo punto di minimo in coincidenza con un forte livello di supporto: in questi casi, considero questo come un segnale di acquisto potenziale.
Inoltre, grazie all'analisi ciclica, posso anticipare quando il mercato potrebbe invertire, mentre la struttura del mercato mi aiuta a capire dove potrebbe verificarsi l'inversione, basandomi sui livelli di prezzo chiave.
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☕️WAKEUP TRADERS!
☕️WAKEUP TRADERS!
I mercati scontano tagli tassi da parte della FED per circa 100Bp in questo 2024, ma un mercato del lavoro troppo teso , e salari orari medi potrebbero essere un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi inflazionistici.
Ne parleremo nel consueto WakeUp Trader e come sempre non mancheremo di analizzare l’aspetto tecnico dei principali asset finanziari.
📅 02 gennaio
⏰ORE 09.00
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FOREX SENTIMENT DEL 12.09.023
BASKET
-EURO: blando movimento rialzista per la moneta unica contro le majors concorrenti, lasciando inalterato il clima di incertezza pre BCE, cosi il sentiment resta stabile al 61% long dal precedente 66% senza ancora dare chiari impulsi rialzisti
-USD : giornata di respiro per il dollaro ieri, che consente cosi ingressi long portanto il sentiment ad un 34% long dal precedente 31% ,lasciando invariato il trend rialzista di fondo che ancora mantiente un 66% di retail short.
-GBP : stabile la sterlina, con un sentiment pietrificato al 60% long identico a quanto visto ieri
-YEN:il rialzo di ieri dello yen si è già esaurito, ed oggi ritroviamo il sentiment nuovamente al 67% long rispetto al 62% di ieri segnale ribassista dunque per lo yen giapponese.
-CHF: respira il franco svizzero con uno storno dai massimi e attira posizioni contrarian long, con il sentiment che passa dal 30% al 34% long, ma lascia ancora intatto il trend di fondo rialzista con un 66% short
-AUDmigliore la ripartenza del dollaro australiano che sembra aver voglia di strutturare movimenti rialzistic on il sostegno di un sentiment che va ad incrementare il lato corto che passa da un 43% al 45% attuale, confermando un segnale rialzista
-CAD: forza di Canada che prosegue e il sentiment passa da un 67% long al 59% attuale, segnale dunque rialzista per il dollaro canadese verso le altre majors.
- NZD: divergenza per il dollaro neozelandese rispetto alle altre commodities currencies, con un sentiment che passa dal 56% long al 68% attuale, si aprono ancora scenari ribassisti per il dollaro neozelandese.
AUDUSD: sebbene il sentimt sia ancora al 53% long, non possiamo non notare il cambio lento e strutturale multiday che sta avvenendo, con un passaggio dal 13% short visto il 6 settembre all’attuale 49% short, il che apre a possibili inversioni di tendenza.
USDCAD: secondo asset che seguiamo , stavolta per strutture ribassiste, con un sentiment che rimpolpa il lato long, passando in multiday dal 16% long all’attuale 32% segnale dunque di potenziali ribassi
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Usd/Cad daily
Nella seduta di ieri, con una estesa candela rialzista la valuta americana ha oltrepassato la resistenza a 1.2962 che per tre volte dal dicembre 2020 ne ha tarpato le velleità rialziste nei confronti del dollaro canadese.
Al momento si sta assistendo ad un ritorno dei prezzi verso la ex resistenza che, secondo le regole dell'analisi tecnica, dovrebbe ora funzionare da supporto.
Nel caso la tenuta del livello dovesse richiamare l'ingresso di nuovi acquirenti a favore di dollaro americano, una volta superato il massimo odierno a 1.3036, la strada sarebbe aperta fino al primo target in zona 1.3138.
Da segnalare che, se confermata in chiusura di sessione, la rottura al rialzo di 1.2963 completerebbe la violazione dell'ampio canale laterale in essere dalla prima decade di novembre 2021. Ciò porterebbe ad ipotizzare un obiettivo finale a 1.3475 (proiezione dell'ampiezza del canale citato) con step intermedi a 1.3218 e 1.3279.
Un ritorno dei prezzi al di sotto della vecchia resistenza, invece, annullerebbe il segnale di forza della valuta americana verso quella canadese aprendo a ritracciamenti fino a 1.2888 prima ed in estensione a 1.2825.
DOLLARO E YEN DUE STRADE SEPARATE
Mercati ancora in alta volatilità per l’inizio di questo 2022, che non è certo privo di sorprese e spunti di riflessione e soprattutto di spunti operativi.
Il comparto equity mondiale ieri ha nuovamente dato un segno di debolezza, ripiegando in territorio negativo su tutti i listini , ma di fatto l’alternarsi di forti ribassi e successivi recuperi sembra oramai il mood più frequente per questo inizio di anno, e al di là della motivazione che possiamo ricercare in dichiarazioni di banchieri , presidenti e vice, o qualsivoglia figura del mondo finanziario e politico, l’unica grande verità a nostro parere è che i mercati sono cambiati.
I mercati sembrano essere tornati ad una normalità alla quale eravamo oramai disabituati, siamo tornati a vedere una bi direzionalità che dovrebbe essere vero sale di mercati sani, e che date le price action degli ultimi anni, unidirezionali e sempre solo con nuovi record, oggi ci sembra qualcosa di insolito.
La vera anomalia sui mercati è data forse dalle correlazioni itermarket e intramarket con il mercato valutario, che più volte abbiamo preso a riferimento come termometro per capire quale potesse essere la vera strada che le mani forti stanno intraprendendo su vie di risk off o risk on, e che questa volta sembra aver cambiato totalmente le correlazioni alle quali ci eravamo anche qui abituati.
Le ultime giornate sono state dettate da indubbia debolezza del dollaro americano, espressa chiaramente sia dal dollar index , che ha rotto i supporti primi a 95.50 e che ora è a ridosso di 94.50, eesprimendo la sua debolezza contro tutte le majors che dopo un lungo periodo di lateralità almeno per il cambio eurusd, sembra abbiano trovato la giusta motivazione per intraprendere movimenti semi direzionali.
La caduta del dollaro ha ovviamente portato i retail a comprare i ribassi fin da subito spingendoli a sentiment già interessanti , visti gli attuali 74% long, e che si riflettono ovviamente su tutti i cambi originali, come eurusd, dove i retail oggi sono corti al 69%, dando il via ad un sentiment contrarian sviluppatosi alla rottura immediata delle prime resistenze di 1.1387-90, e che sembra perdurare anche agli attuali prezzi di 1.1460-70.
Ancora la debolezza del dollaro americano potrebbe spingere la valuta unica verso le vere aree di resistenza che per noi , sono individuabili in primis a 1.1520-10 e poi a 1.1610, area delle mm200 su base daily.
Più impulsivo il movimento sulla sterlina che viveva una fase di forza propria, forse sulla scia delle aspettative di una BOE ancora aggressiva, e che ha portato il cable alle aree di 1.3750, rimanendo saldamente al di sopra di 1.37, con un sentiment retail stabilmente contrarian short al 88%, in linea con il sentiment del giorno precedente.
La vera anomalia di questi giorni è lo yen, che resta forse termometro ancora di risk off sui mercati, mostrando una vera forza propria, che si sta esprimendo contro tutte le altre majors, decorrelandosi quindi anche dal dollaro americano, che per diverso tempo ha condiviso lo stato di valuta rifugio con lo yen e che ora sembrano essere del tutto decorrelate.
Questo nuovo status si manifesta egregiamente nel cambio originale usdjpy , oramai in caduta libera, dalle aree di massimo di 116.35, è approdato in primis a 115.50, per poi rompere definitivamente le aree di 115 e dare il via ad un movimento unidirezionale che lo ha portato agli attuali 113.75, generando un vero cambio di sentiment anche nel posizionamento dei traders retail che non hanno tardato a posizionarsi contrarian long sugli ultimi break out.
Resta ancora interessante usdcad che vede i retail long al 89%, in leggera riduzione rispetto al 91% di ieri mattina, il che potrebbe far pensare ad una battuta di arresto sulle aree di supporto attuali di 1.25 figura.
Non manca dunque la volatilità, ne le occasioni di trading, che richiedono però molta prudenza e disciplina, per rispettare il complesso quadro che ci si presenta in questo inizio di 2022.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
OGGI L’APPROFONDIMENTO LIVE è ALLE ORE 8.45 con il BUONGIORNO FOREX, come sempre su tutti i canali TICKMILL ITALY:
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Avvertenza sul Rischio : I CFD sono strumenti complessi e comportano un elevato rischio di perdita del denaro in tempi brevi a causa della leva. Il 61% dei conti dei clienti al dettaglio di Tickmill Europe Ltd perde denaro facendo trading con i CFD. Valuta se comprendi come funzionano i CFD e se puoi sostenere l’elevato rischio di perdere denaro.
Disclaimer : I contenuti di questo materiale didattico sono offerti da terze parti e non da Tickmill ed hanno carattere puramente educativo e non costituiscono nessun incentivo di investimento. Chiunque intraprenda questa attività lo fa per sua spontanea decisione assumendosene tutti i rischi, di conseguenza gli autori e Tickmill non si assumono nessuna responsabilità per eventuali decisioni di investimento prese dai partecipanti e dagli iscritti e declina ogni responsabilità, nei limiti della legge, per danni diretti o indiretti connessi a questo servizio. Le opinioni espresse dai relatori non necessariamente rispecchiano quelle di Tickmill a meno che non sia stato specificato.
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SALE L’INFLAZIONE E IL DOLLARO CROLLA
Come previsto ieri pomeriggio i dati sull’indice dei prezzi al consumo americani, non hanno disatteso le aspettative e hanno mostrato un’inflazione su base annua al 7%, giungendo di fatto a livelli visti solo sotto la presidenza Reagan.
L’inflazione oramai chiede un argine e di questo sono tutti consapevoli, le attese per un rialzo tassi gia nel prossimo marzo oramai iniziano ad essere certezze, e per molti potrebbero essere misure forse non sufficiente ad arginare il fiume in piena dell’inflazione mondiale.
Le preoccupazioni aumentano, e le aspettative di rialzi tassi o politiche monetarie adeguate e più aggressive, non sembrano più sufficienti a tenere alto il dollaro americano, che ricordiamo come la macroeconomia classica vuole, si deprezza con un’alta inflazione, e ieri ha difatti ceduto di schianto.
Il dollar index che era compreso in un trading range abbastanza chiaro da diverse settimane, compreso tra 86.94e 95.50, ha rotto impulsivamente i supporti, andando a testare la mm100 periodi giornaliera, prossimo ad arrivare sui primi veri supporti di 94.50-60.
Il movimento direzionale ribassista ha visto massicci ingressi di ordini long da parte dei retail che non sono riusciti ad attendere l’approdo ad aree di maggiore interesse, portandosi già al 72% long, e spingendosi in posizioni di mean reverting su praticamente tutte le majors.
Anche eurusd che era intrappolato in un triangolo di compressione dal novembre 2021 e che non vedeva movimenti oltre le resistenze di 1.1380, ieri ha trovato la forza di allungare a rialzo fino agli attuali 1.1460, non lontano oramai dalle vere aree di resistenza di 1.15 figura 1.1515., portando con se un 58% dei traders retail a prendere posizione contraria short.
Anche la sterlina, che abbiamo più volte richiamato nelle nostre analisi come asset in possesso di una forza propria, dettata anche dall’interesse dei grandi investitori, rilevato dal cot report, ha goduto della debolezza del dollaro americano, portandosi oltre le resistenze chiave di 1.37, fino agli attuali 1.37 e ¼, portandoci a non escludere allunghi fino alle aree di 1.3830 considerato anche il forte sentiment contrarian dei retail che sono ovviamente short al 86%
Anche sulle oceaniche ovviamente la debolezza del dollaro americano si è fatta sentire, spingendo sia il dollaro australiano che il dollaro neozelandese oltre le prime aree di resistenza, che erano poste per il dollaro australiano a 0.72 e ¾ 0.73 figura e per il neozelandese a 0.6850 -60, e il conseguente break out, non poteva non portare con se la voglia da parte dei traders retail di entrare ancora in mean reverting, prendendo posizioni corte, ed esponendosi ad esempio al 71% short su audusd.
Interessante anche usdcad, che vede i retail long al 91%, oltre i livelli di 1.25 figura che era il primo supporto chiave.
Oggi pomeriggio avremo i dati sull’indice dei prezzi alla produzione, altro grande indicatore dell’inflazione negli stati uniti, che se visto ancora a rialzo, potrebbe dare nuova linfa ai movimenti contro dollaro, cosi come arginare la sua caduta.
Seguiremo attentamente le dinamiche di questi giorni insieme.
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Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
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VERSO LA CHISURA DEL 2021
È tempo di bilanci, sta per concludersi un altro anno di contrattazioni, con le sue luci e le sue ombre, le sue fasi volatili e le sue fasi di congestione.
Tanti i momenti di risk on , special modo nella prima parte dell’anno, per poi lasciare spazio alla volatilità e all’incertezza solo nel suo ultimo mese, periodo nel quale il sorgere della una nuova variante omicron, unita ai tanti cambiamenti di politiche monetarie dei banchieri centrali, sembrano aver creato forti nubi di incertezza.
Abbiamo iniziato questo 2021 all’insegna di un dollaro americano debole, deciso ad essere la valuta peggiore del panorama majors, che subiva la forte crescita inflazionistica, un mercato del lavoro ancora asfittico e sfiancato dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
Le borse continuavano la loro salita sulla scia di politiche economiche iper accomodanti, che immettevano liquidità al fine di sostenere il sistema economico mondiale, altrimenti paralizzato dalla pandemia.
Poi il tempo, le politiche sociali ed economiche, l’uscita dalla crisi pandemica hanno svolto il loro lavoro, il ciclo economico sembra essere cambiato, il mercato del lavoro è ripartito special modo negli USA, con una domanda aggregata sostenuta, che ha colto impreparata l’offerta, ancora in forte affanno per le difficoltà di approvvigionamento sia di materie prime, che di forza lavoro, dove la domanda è esplosa, facendo di fatto impennare l’inflazione.
Inflazione! Forse il vero tema di questo 2021, che ha concentrato le attenzioni di tutti gli operatori, mese dopo mese, concentrati a seguire le rilevazioni dei prezzi al consume, per carpire in quei dati, il momento opportuno, nel quale le banche centrali avessero dato una svolta alle loro politiche.
E dopo tanto lavoro, basato più sulle aspettative, che sulle azioni concrete, siamo giunti a questo dicembre, con una FED in pieno Tapering, pronta a rialzare i tassi nel 2022, una BCE, anche lei disposta a suo modo a modificare i piani di aiuto all’economia, e con una BOE che ha iniziato già un primo rialzo tassi.
A due settimane dalle chiusure del 2021, quando la corsa sta per finire, sull’ultimo rettilinea, il dollaro americano e il dollaro canadese, sono le migliori valute di quest’anno con performance medie del 5.31% e 4.54%
Decisamente un anno nefasto per lo yen giapponese, che sotto i colpi di un costante risk on, ha visto forti vendite dei grandi investitori, portandolo verso una chiusura di anno a performare un -5.40% medio.
È quindi obbligatoria una panoramica di questo 2021 sulle majors
Un 2021 per l’euro aperto a 1.2210, che si è poi rivelata essere l’aria di massimi per la moneta unica in questo anno, che è stato caratterizzato, special modo nel secondo semestre da una costante discesa.
Il movimento che vede la sua partenza proprio dall’open annuale di 1.2210 ha spinto la moneta unica fino agli attuali minimi di 1.1236 che rappresentano il -8%.
Anche la sterlina, che sta concludendo un buon anno contro le altre majors, ha potuto fare poco contro la forza schiacciante del dollaro americano.
Il suo 2021, è partito dai prezzi di 1.3665, e ha visto buoni allunghi rialzisti in scia con il brillante 2020, che vedeva il regno unito essere il primo dei paesi europei nella campagna vaccinale contro la pandemia.
Grandi le attese e le aspetattive, su un paese che sembrava essere riuscito prima degli altri nella lotta alla pandemia, ma le cicatrici create nel mercato del lavoro, aggravate dalle difficoltà legate alla brexit , hanno mostrato tutta la fragilità del tessuto economico, e farne le spese è stata la sterlina che si dirige verso una chiusura di anno con un -3.16%.
Anni di grande volatilità per il dollaro canadese, che ha aperto un 2020 ai prezzi di 1.2710 asull’onda dei rialzi del dollaro canadese, il cambio originale usdcad, ha proseguito la sua discesa fino ai minimi di 1.20, sulle aspettative di imminenti rialzi tassi da parte della BOC, che ha dovuto poi ritrattare le sue dichiarazioni, seppur intraprendendo politiche monetarie aggressive, che l’hanno portata all’attuale chiusura del QE. Dai minimi di 1.20 sulle smentite di rialzi tassi, il dollaro canadese ha ripiegato, mentre il biglietto verde più lento ma costante ha iniziato la sua ripresa, riportando il tasso di cambio in primis all’open di questo 2021 per poi allungare dino ai massimi fatti registrare in area 1.2950. il futuro roseo del dollaro americano dunque non esclude nuovi massimi per il cambio originale usdcad, che resta uno strumento di grande interesse.
Anche le oceaniche stanno chiudendo un 2021 ben sotto le aspettative, considerate le performance del 2020, che avevano portato audusd ad aprire il 2021 ai prezzi di 0.7690, per poi vedere ben pochi allunghi rialzisti fino ai massimi di questo anno in area 0.80.
Le politiche economiche attendiste della RBA seppur basate su ottime congiunture macroeconomiche , non sono state sufficienti a difendersi dalla forza del biglietto verde, che ha spinto la valuta oceanica a performare un -7.41% da inizio anno.
Anno negativo anche per nzdusd che si dirige alle chiusure di anno con un -6.31% non lontano dai minimi del 2021 fatti registrare proprio la scorsa settimana. Anche se la RBNZ ha effettuato un secondo rialzo tassi, portando il tasso di riferimento a +0.75% sembrano inefficaci le azioni intraprese, per combattere un’inflazione che sembra dilagare anche nei paesi oceanici, e che gli operatori vedono fuori controllo.
Pewr finire, asset principe di questo 2021 è usdjpy , che fa registrate un ricco +10.12%, e dove il dollaro americano ha potuto esprimere tutta la sua forza, contro uno yen in caduta libera. I prezzi di apertura di questo 2021 di 103.18 si sono poi rivelati essere i minimi per usdjpy che non è lontano da chiudere un 2021 sui massimi, sarà interessante vedere se anche il 2022 vedrà venti di risk on, correre sui mercati spingendo usdjpy verso nuovi massimi, o se la caduta dello yen giapponese, ha trovato la sua fine in questo 2021.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta
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BANCHE CENTRALI IN ARRIVO!
Siamo giunti alla settimana cruciale di questo dicembre, con gli appuntamenti con le Banche centrali, che delineeranno non solo le price action fino a fine 2021, ma daranno una prima linea guida anche per l’ingresso al nuovo 2022.
La settimana che ci lasciamo alle spalle ha visto diradarsi nubi di incertezza legate alla variante omicron, e con loro sono spariti i venti di risk off, dando nuova linfa alle borse mondiali che segnano performance strepitose (NASDAQ +4.06%, S&P +3.96%, DW +4.14%, DAX +3.03%)
Ma le incertezze non sono finitine, perché la settimana che ci attende vedrà gli interventi di diverse banche centrali, ricordiamo in ordine: la FED il 15, BOE e BCE il 16 e BOJ il 17.
Già chiare le nuove intenzioni della FED, di accelerare il processo di Tapering ,ma solo indiscrezioni vedono la chiusura del QE entro Marzo, non sappiamo dunque a quanto ammonta la riduzione di acquisti di obbligazioni, che attualmente è di 15 mld/mese.
Incertezze sulle parole della BCE, che seppur chiaramente intenzionata a mantenere politiche economiche accomodanti, potrebbe cambiare la sua opinione in merito allo stato dell’inflazione, che ancora viene vista come “transitoria” dalla Lagarde, seppur a livelli del +5.2% in Germania.
Difficile anche la decisione per la BOE, che vive una forte inflazione al 4.2%, ben oltre il limite del 2% e con forti crescite salariali, e un mercato del lavoro ancora delicato.
In un quadro di forti incertezze, i grandi investitori riducono le loro esposizioni sul mercato, special modo sull’euro e sullo Yen giapponese, ponendosi di fatto un sostanziale equilibrio, pronti a posizionarsi dopo le parole dei banchieri centrali, ma procediamo con il consueto ordine.
Forte riduzione di posizioni nette corte sull’Euro, che vedeva i Big Players short con 23240 contratti la scorsa settimana, ritrovarsi alla vigilia della BCE con solo 8299 contratti netti corti, con una riduzione di ben 14940 contratti. il cambio eurusd è rimasto nel range dettato dall’ultimo intervento di Powell del 30/11 , compreso tra 1.1375 e 1.1230, lasciando i traders retail in posizione long al 67%. Dovremo attendere la prossima settimana per scoprire quale saranno i sentiment che ci accompagneranno fino al termine di questo 2021.
Ancora posizioni nette corte sulla sterlina, che vede i big players short con 38277 contratti, non lontano dai precedenti 38899, e con un cambio GBPUSD a ridosso delle aree di minimo di 1.3160, che hanno svolto egregia funzione di supporto, lasciando di fatto i prezzi compresi tra il suddetto supporto e la resistenza di 1.3290, con i retail in posizione long al 63%, specchio di una sentita lateralità.
Si riducono ancora le posizioni nette corte sullo yen giapponese, che vede le mani forti short con 63081 contratti, con una riduzione netta di ben 15786 contratti. Le ricoperture sullo yen, seppur corpose, ancora on sono sufficienti a posizionare i big players netti long, segnale chiaro di risk off, che evidentemente è tornato ad allontanarsi dalle prospettive degli investitori.
Si riducono anche le esposizioni nette corte sul dollaro canadese, che vedeva i large speculators in posizione short con 14075 contratti la scorsa settimana, mentre li ritroviamo con soli 9358 contratti netti short questo martedì, anche qui in segno di poca chiarezza sul futuro della valuta canadese, che continua a seguire in una correlazione diretta molto forte i destini del Petrolio.
Ancora stabili le posizioni long sul dollaro americano, dove le mani forti sono netti long con 34865 contratti, ancora in linea con i volumi medi delle ultime 10 rilevazioni. Sembra oramai nei prezzi la decisione di Powell di anticipare la chiusura del QE, e solo delusioni di queste aspettative, potrebbero far cambiare direzione al mercato, che potrebbe vedere ancora acquisti di dollari , almeno fino alla riunione della FED , dove potremmo assistere a prese di profitto , anche in virtù delle chiusure annuali.
Le carte sono sul tavolo dunque, con i big players che prudentemente alleggeriscono le loro posizioni in attesa che i banchieri centrali si pronuncino.
Vivremo insieme questa settimana, ricca certo di novità e speriamo di una sana volatilità.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
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