TUTTI ASPETTAVANO LA BCE
ANALISI COT REPORT del 18.04.2022
Si riparte dopo la pausa pasquale, dando uno sguardo ai posizionamenti dei big players sui diversi futures a partire dal comparto valutario, con i dati che risalgono all’ultima rilevazione di martedi scorso, prima dell’intervento della BCE e dei dati sull’inflazione americana, dati che nostro malgrado risultano pertanto decisamente tardivi ma che offrono comunque ottimi spunti di riflessione per chi li legge con costanza.
Indubbia l’attesa per una BCE piu aggressiva, speranza che aveva portato i large speculators ad assumere un posizionamento netto long di ben 39060 contratti, ricordiamo infatti che al tempo della rilevazione il futures eurusd quotava 1.0910 e tutto faceva pensare ad un break out delle resistenza, ma anche questa volta la BCE non ha soddisfatto gli operatori, mostrando ancora grande incertezza sulla delicata congiuntura macro europea, che con politiche aggressive cadrebbe con buona probabilità in una fase recessiva. La decisione tra lotta all’inflazione con possibile recessione o politiche accomodanti ma alta inflazione sembra per l’europa ricadere sulla seconda opzione, almeno per ora.
Questo non puo che ampliare le divergenze di breve termine con la FED e il dollaro americano, portando eurusd nuovamente sui minimi di 1.08 , pronto per eventuali ulteriori affondi, al netto di prese di profitto sul dollaro americano.
Ampia debolezza per la sterlina, che non trova ulteriore fiducia da aprte dei big players, che questa settimana incrementano il posizionamento netto corto con -53054 contratti, andando a testare le massime esposizioni nette short degli ultimi 3 anni, viste solo alla fine del 2021.
Anche in questo caso il futures del british pound continua i suoi assalti sui minimi di periodo a 1.30 figura, al break out del quale, con conferma in chiusura settimanale, si potrebbero andare a testare ulteriori nuovi minimi a 1.28 figura.
Incessante discesa dello yen giapponese, che non trova supporti degni di questo nome,con i big players che superano le massime esposizioni nette corte viste alla fine del 2021 con -111 827 contratti netti corti.
Si mette a segno la sesta settimana consecutiva di ribassi per lo yen giapponese, che a questo punto sembra attendere un’intervento della boj a sostegno seppur solo verbale,di una valuta in caduta libera.
Si riducono ulteriormente le posizioni nette corte sul dollaro australiano che si portano a -28715 contratti netti short con una riduzione di ben 8798 contratti, segno che i big players iniziano a neutralizzare la loro posizione , in attesa di un possibile prossimo intervento della RBA, che è rimasta decisamente attendista fino ad oggi, godendo di un’inflazione quasi del tutto assente, o comunque molto contenuta e legate quasi esclusivamente alle componenti energy.
Si riducono le posizioni nette long sul dollaro americano, ma ricordiamo ancora che i dati che stiamo analizzando non comprendono le ultime rilevazioni sull’inflazione americana, e il conseguente sentiment pro dollaro che ne è scaturito, in attesa di una FED aggressiva, mirata al contenimento di una corsa dei prezzi che sembra senza sosta.
Arricchiamo la rubrica con il posizionamento su alcuni altri asset del comparto energy, come il crude oil, dove le posizioni dei big player restano ancora per lo più nette long, con 304778 contratti,ma non possiamo non notare che l’esposizione va via via riducendosi, a partire dai 363383 contratti netti long rilevati il 4 marzo, e senza contare i picchi di 420 000 contratti, long toccati poco prima dell’inizio del conflitto in Ucraina.
Impossibile non dare uno sguardo anche al NGAS che con una performance a tripla cifra sta catalizzando l’attenzione di molti operatori. La salita nei prezzi che stiamo vivendo da 6 settimane oramai, a partire da 4.75 $ non sta vedendo al momento un vero interesse netto long dei big players, che restano netti corti con 137549 contratti, tutto sommato fermi nelle loro esposizioni, in attesa che la feroce speculazione si fermi.
Ultimo sguardo agli indici dove ritroviamo posizionamenti netti lunghi sull’S&P e sul Nasdaq, ma in questi casi abbiamo ritenuto opportuno approfondire i posizionamenti oltre la net position, ritrovando in una forte riduzione delle posizioni corte, il motivo dello sbilanciamento attuale del sentiment, dettato quindi da probabili prese di profitto sui posizionamenti corti che si stanno erano visti da fine marzo ad oggi. Presto dunque per parlare di inversione a rialzo, nella quale al momento non crediamo, se on per brevi respiri o prese di profitto da parte degli shortisti.
Entriamo di fatto nel secondo trimestre di questo 2022 e le attenzioni sono tutte sulla FED con l’appuntamento di inizio Maggio, per avere maggiori dettagli sul piano di QTe la forza con la quale la FED vorrà intraprendere la sua politica di rialzo tassi.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta
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