A GRANDI PASSI VERSO LA FINE DI QUESTO 2022
REPORT PERFORMANCE SETTIMANALE DEL 27.11.2022
-CONTESTO
Siamo giunti oramai alla 48° settimana di questo 2022 che senza dubbio è stato uno degli anni più volatili per i mercati finanziari insieme al 2020 dell’ultima decade e quello che gli operatori si domandano è: avremo un 2023 ugualmente volatile e ricco di eventi che sconvolgeranno i portafogli degli investitori o si tornerà presto ad una forma di normalità?
Beh difficile fare previsioni cosi ampie, ma è certo che il 2023 nella sua prima parte sarà caratterizzato ancora da un’economia mondiale in rallentamento, questo per volontà esplicita delle banche centrali mondiali, che potrebbero portare o meno il mondo in una profonda recessione, questo non è dato ancora sapere, ma certo è che lo stato attuale dell’economia mondiale sarà difficile da preservare, e all’orizzonte si paventano già maggiori tassi di disoccupazione , cali nei consumi e rallentamenti produttivi.
Una strada dura da percorrere, ma di certo obbligata per poter contrastare quello che è stato il motore degli eventi in questo 2022: l’inflazione!
Se per tutto il 2022 i mercati hanno premiato , a nostro parere anche fin troppo , il dollaro americano, è altrettanto vero che la prospettiva di una recessione anche negli Stati Uniti apre le porte ad un dollaro molto più debole, che possa a questo punto concedere riequilibri tra le divise mondiali, che hanno sofferto non poco un super dollaro , importando maggiore inflazione di quella che non fosse già presente nel mondo.
Le ultime battute di quest’anno si trovano in totale contrapposizione con il mood che lo ha caratterizzato fino a qualche settimana fa, osservando ora un dollaro americano in netto calo, insieme al dollaro canadese che sembrano aver pagato per il mese di novembre i buoni guadagni messi a segno per questo 2022
Di tutta risposta anche il comparto equity ha visto una netta inversione di rotta in questo Novembre 2022, che a differenza di un anno senza alcun dubbio bearish, trova ottime performance in questo mese.
La prospettiva di godere del famoso rally di natale, sembra aver spinto gli investitori a credere in un giro di boa nei dati macroeconomici mondiali, e a trovare nelle ultime rilevazioni relative all’inflazione Usa e al mercato del lavoro Usa, il giusto pretesto per spingere gli acquisti e sperare cosi in allunghi tipici di questo periodo dell’anno, che spesse volte vede rialzi importanti dei listini, dovuti anche alle chiusure di anno dei fondi , dei portafogli di investimento che cercano dopo un anno di profitti fatti sui ribassi , una adeguata presa di profitto che garantisca loro i consueti bonus di fine anno.
Ma risulta non poco anomalo per un investitore comprare oggi equity, nella prospettiva futura, non troppo lontanata, di una recessione globale che colpirà senza meno anche gli Stati Uniti e quindi le aziende che ne compongono gli indici azionari.
Ma procediamo con ordine nell’analisi delle performance che hanno caratterizzato la settimana ed il mese.
FOREX.
Per il mondo valutario non possiamo esimerci dall’analisi delle performance dei principali basket valutari da inizio anno ad oggi, che mette in evidenza ancora un ottimo 2022 per il dollaro americano ,che si lancia alla chiusura di anno con un +9.10% medio , perfomance giustificata ovviamente non solo da un vantaggioso rdelta tasso, ma anche dalla necessità mondiale di avere dollari prondi all’acquisto di risorse prime, e quindi la corsa e la fame di accantonare dollari, in un contesto di iper svalutazione monetaria mondiale, ha permesso a questa valuta, come sempre nelle fasi di crisi mondiali, di godere di eccezionale forza.
Segue su base annuale il franco svizzero, con un +5.07% medio, segno che le decisioni della Banca centrale Svizzera hanno dato nuova linfa ad un asset che vede per la prima volta dopo oltre 20 anni tassi di interesse positivi!
La necessita di combattere l’inflazione non esclude nemmeno la Svizzera, colpita ugualemnte dalla corsa dei prezzi al rialzo.
Segua ancora il dollaro canadese, che su base annua segna un +3.46% medio , performance che trova motivazione da un lato nella forte congiuntura macroeconomica canadese che ha portato la BOC ha dover prendere dure decisioni di politica monetaria.
La BOC è stata tra le prime banche ad effettuare QT e procedere ai rialsi tassi, proprio per raffreddare un’economia altrimenti troppo forte, che stata entrando parimenti nella spirale inflazionistica mondiale.
Impossibile non notare la debolezza dello yen giapponese, che segna il 2022 come uno dei suoi peggiori anni, con una performance media del -13.55% medio, contro le principali majors. Anche in questo caso a fare la differenza è stata la diversa collocazione nel ciclo economico del Giappone, ancora alle prese con la necessità di riveder partire l’inflazione ed in consumi, il che ha portato la BOJ a politiche espansive ed accomodanti, a continui acquisti di debito sovrano e al contenimento dei rendimenti a discapito della divisa di riferimento inevitabilmente svalutata.
Questa tendenza annuale, come detto in precedenza, ha trovato smentita in questo mese di novembre, dove il mondo valutario ha riscoperto la volontà di vendere dollari americani, e fare spazio alle altre valute, portando finalmente equilibrio nelle performance.
Su base mensile, spicca quindi il dollaro americano per il suo -5.32% medio e il -3.31% del dollaro canadese, mentre fanno bene le oceaniche con il dollaro neozelandese che segna un +3.07% medio.
Andiamo all’analisi dei singoli basket valutari su base mensile:
USD INDEX
partiamo dal dollaro americano che dopo aver raggiunto i suoi massimi nell’ottobre 2022 ha iniziato un buon percorso ribassista, fatto da massimi e minimi derescenti che lo ha portato ora ai livelli gia sentiti come resistenza nel giungo 2022. Òa rottura dei minimi segnati in questo novembre potrebbe dunque aprire la strada ad ulteriori ribassi , che potrebbero avere come targhet i minimi di maggio 2022.
CAD INDEX
Quadro similare per il dollaro canadese, che dopo una buona fase di lateralità partita nel giungo 2022 ha trovato in questo finire di novembre la forza di rompere a ribasso i supporti e aprirsi la strada verso i massimi di novembre-dicembre 2021 primi supporti per questo asset che al momento sebra destinato ad ulteriori fasi di debolezza.
NZD INDEX
Il dollaro neozelandese in piena fase di forza, dopo aver testato i suoi minimi ad ottobre, ha intrapreso un ottimo rally rialzista che trova fondamento nelle scelte di una RBNZ finalmente aggressiva che ha portato i tassi di interesse oltre il 4%.
Le quotazioni ora sembrano dirette verso i massimi di luglio 2022 livelli oltre i quali non escludiamo allunghi ai massimi di questo anno.
EUR INDENX
Non possiamo non osservare cosa accade alla moneta unica, che dopo aver toccato i suoi minimi nell’agosto 2022 ha intrapreso ora un buon trend rialzista che ha portato l’euro sui massimi di maggio 2022 aprendo ora le porte a potenziali allunghi rialzisti fino ai massimi di questo 2022,palesando nel caso la volonta di invertire la tendenza di questo 2022.
GBP INDEX
Anche la sterlina ha vissuto un 2022 volatile e schiacciato dalla supremazia del dollaro usa, ma a peggiorare la situazione sono state le vicende legate alle scelte del PM Truss e alle sue immediate dimissioni, vicessitudini poliche fiscali che hanno destabilizzato il regno Unito che sta lottando aspramente contro una già dichiarata recessione. La sterlina ora ripartita dai suoi minimi di trova ai primi test delle resistenze, ma sembra voler puntare ai livelli di massimo di aprime 2022 aprendo la prota a potenziali inversioni di rotta della tendenza vissuta in questo 2022, tuttavia la congiunturta macroeconomica UK resta ancora pesantemente provata, e ci pone quindi in una condizione di maggiore attenzione.
JPY INDEX
Anno decisamente pesante per lo yen giapponese, che trova solo nel mese di novembre la possibilità di tenuta dei minimi , senza tuttavia ancora riuscire ad invertire la tendenza ribassista, anche a causa di una BOJ ancora troppo dovish, e senza un cambio nelle politiche monetarie della banca centrale sarà difficile vedere i tanto sperati allunghi, che trovano le aree di prima attrazione sui massimi di agosto 2022.
-EQUITY:
ultimo sguardo al S&P, principale indice mondiale che trova un novembre 2022 all’insegna delle ricoperture, con un ottimo +4.33% che premia il settore delle materie prime con un +11.57% seguito dagli industriali con un +10.97%. vanno male ancora i consumer discretionary, con un -4.26% seguiti dai comunications service con un -4.03%
impostazioni che lasciano acnora riflettere su quanto i consumatori americani siano davvero improntati alla spesa e a sostenre una fase di crisi, considerando ancora una disoccupazione sui minimi al 3.7%, ma cosa potrà accadese quando la disocssupazione salirà?
Vedremo cosa accade al trermine di questo anno, e quali asset monitorare per il prossimo 2023
buon trading
Salvatore Bilotta