EFFETTO FED SUI MERCATI
BUONGIORNO FOREX del 19.01.2022
Si avvicina a grandi passi il primo appuntamento del 2022 con la FED previsto per il 26 gennaio, e i primi effetti delle decisioni di politica monetaria della banca centrale iniziano a pesare su tutti i mercati finanziari, in attesa oramai dell’evento chiave di Marzo , dove la banca centrale americana dovrebbe dare il via al rialzo tassi.
Le linee guida dettate da Powell per combattere l’elevata inflazione ,condizionano gli operatori, che adeguano i loro portafogli rapidamente, vendendo titoli del debito sovrano, special modo quelli a breve termine, ovvero fino al decennale, che ieri ha visto rendimenti a rialzo fino oltre l’1.8%.
L’idea che la Fed inizi il Balace SHeet Reduction porta il comparto obbligazionario mondiale a sentirsi non più sostenuta dalle banche centrali ,e si ritiene pertanto opportuno seguirne le orme ,liquidando asset, non solo quindi debito sovrano americano, ma il mood si è esteso a livello globale, portando anche il decennale tedesco alla soglia del rendimento positivo.
Ne è derivato un sentiment di risk off generalizzato, che ha visto pesanti perdite su quasi tutti i listini mondiali, dall’asia con performance oltre il -2% all’America, dove le brutte trimestrali di Goldman hanno pesato ulteriormente sulle borse che registrano performance settimanali negative che vanno dal -4.49% del nasdaq al -2.62% del DJ, portando ancora stamattina ad aperture in territorio negativo.
Inarrestabile la salita del WTI che sotto le pressioni di una carenza produttiva, agevolato da scarse scorte mondiali, giunge alla soglia degli 87$ al barile, in un trend ascendente che al momento sembra non aver bisogno di respiri.
Il comparto valutario si adegua immediatamente, con un un dollaro canadese che segue la scia del wti e registra da inizio settimana un +3.85% totale su tutte le altre majors, spingendo i traders retail al consueto modus operandi contrarian, fino a giungere agli attuali 88% di traders in posizione short sul basket canada.
Le forti vendite di canada da aprte dei retail, si manifestano su tutti i cambi , sia la majors usdcad con un 88% dei traders in acquisto sulle attuali aree di 1.25, ma anche sui cross, che mostrano ecessi interessanti come nzdcad e audcad, con i retail long al 95% per entrambi gli asset, che giunti sui livelli di supporto di medio periodo, potrebbero offrire respiro ai retail con adeguati movimenti di storno.
Anche il dollaro americano segue la forza insieme allo yen giapponese, nel quadro complessivo di risk off, trascinando a ribasso le majors, con eurusd che torna sotto le aree di 1.1385, nuovamente nel trading range che lo ha visto protagonista negli ultimi 3 mesi, spingendo i retail a riposizionarsi lunghi e quindi contro la forza del biglietto verde.
Stamattina è stata pubblicate l’inflazione nel regno unito, che mostra ulteriore crescita, con un IPC al 5.4% su base annuale rispetto al 5.1% precedente e anche su bse mensile siamo al +0.5% rispetto ad un atteso +0.3%.
Difficili dunque le condizioni macroeconomiche globali, che rischiano di essere strozzate da politiche economiche necessariamente aggressive , dettate dal bisogno di contrastare l’inflaizone, ma col pericono imminente di cadere in stagflazione.
Attenzione dunque alle prossime pubblicazioni dei dati macro economici, una chiara lettura delle congiunture macro mondiali potrebbe essere la chiave per individuare con esatteza la strada che stiamo percorrendo, e che i mercati non tarderanno a seguire
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