IL DOLLARO RIVEDE LA LUCE.
Come abbiamo avuto modo di ricordare anche ieri, il mercato e le sue correlazioni stanno cambiando. Con un indice vix che resta sotto quota 20 e un indice fear and greed addirittura sopra 75, quindi in territorio di estrema avidità, il mercato azionario ha tenuto i guadagni ed è rimasto sopra i supporti chiave, durante le ultime tre sessioni nelle quali, sul mercato dei cambi, nel recente passato, avremmo dovuto assistere ad un declino della divisa americana, o comunque almeno una sua tenuta, date le correlazioni fino a qualche giorno fa vigenti. Ed invece, da tre sessioni almeno, il dollaro è in recupero, alimentato dapprima da un eccesso di ipervenduto e correzione tecnica ampiamente dovuta, e poi, almeno da venerdì pomeriggio, dai dati eclatanti relativi ai NFP che hanno spinto al rialzo la divisa americana in ragione della sua maggiore appetibilità legata ai tassi piuttosto che come valuta rifugio in momenti di grande incertezza e paura, come era avvenuto dapprima nel 2020 con la pandemia, e poi nel 2022 con la guerra russo ucraina, unitamente a tutto ciò che ciò aveva in qualche modo comportato nella catena della distribuzione, legate anche alle restrizioni in Cina per le nuove ondate di Covid. Qualcuno penserà che questa differenziazione dei motivi per cui il dollaro si è ripreso sia insignificante, in fondo il dollaro in entrambe le situazioni, valuta rifugio o valuta da investimento, è comunque salito, ma a nostro avviso non è così e il cambiamento di correlazione, insieme alla sua comprensione, è il primo passo per una migliore interpretazione dei mercati. Ma non solo. Se cambia la correlazione, cambia anche la velocità con cui un rapporto di cambio si muove, perché se una divisa sale come valuta da investimento, lo fa più lentamente rispetto al salire come valuta rifugio, in ragione di tassi di interesse differenti. In ogni caso l’andamento del biglietto verde in questi due giorni è avvenuto in concomitanza con borse che hanno tenuto e se questa correlazione perdurasse, cambierebbe la correlazione tra azionario e oro per esempio, che di solito è diretta ed invece diventa inversa per effetto di una correlazione inversa dollaro/ora che rimane per ora immutata. Venendo ai tassi di cambio, osserviamo un EurUsd che dopo aver testato 1.0715, ovvero 318 pips sotto i massimi di 1.1033, sembrerebbe consolidare un po’, ma onestamente ci pare che la correzione non sia ancora terminata e necessiti di una discesa con obiettivi più ambiziosi, tra 1.0520 e 1.0480, ovvero intorno alle ema 100 e 200 giornaliere. Sulla sterlina, che era scesa con anticipo rispetto alla moneta unica e si è leggermente fermata, intravediamo obiettivi meno ambiziosi, e compresi tra 1.1840 e 1.1890. Nel mentre il UsdJpy che aveva aperto in gap ieri mattina in apertura di settimana, a 131.50 da 131.20, è salito fino a 132.90 per poi correggere stamattina in area 132.25. Si rimane sopra i supporti chiave posti proprio in area 131.20 con obiettivi posti almeno a 134.60. Sul dollar index, segnaliamo il recupero che ha obiettivi in area 104.90, quindi almeno ancora 160 pips dai livelli attuali e non sembra finita la correzione del biglietto verde. Interessanti i movimenti di AudCad e NzdCad, cross che erano scesi dai massimi, di circa 250 pips pari al 3% in poche sedute con una bella correzione richiamata anche recentemente. Sul fronte delle oceaniche AudUsd e NzdUsd correggono ugualmente, così come UsdYuan che dai minimi di 6.70 è tornato sopra quota 6.83 con un recupero del 2%. Insomma, una fase favorevole al dollaro che potrebbe continuare ancora, a patto che la nuova correlazione che pare esserci, continui a rimanere tale. Buona giornata e buon trading.
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