Steinmeier rieletto presidente
Steinmeier aveva quasi tutti i partiti dalla sua parte e ha battuto agevolmente i due controcanddiati della Linke e dei Freien Waehler. Il capo dello Stato, in Germania, somiglia a quello italiano, anche se ha poteri più limitati. Ha un ruolo di rappresentanza ed è super partes, ma è sua la responsabilità di proporre il cancelliere al Bundestag. E, pur non avendo una funzione politica, può esercitare un enorme potere di persuasione. Nel 2017, ad esempio, quando fallirono i negoziati per una coalizione “Giamaica”, il socialdemocratico Steinmeier ebbe un ruolo fondamentale nel convincere il suo partito, guidato allora da Martin Schulz, ad accettare di formare con Merkel una terza Grande coalizione. La Spd si sentiva cannibalizzata da Merkel e voleva evitare una terza, logorante coabitazione. Steinmeier convinse Schulz del contrario.
Nato sessantasei anni fa a Detmold, in Nordreno-Westfalia, da una casalinga che da bambina era stata tra gli sfollati di Breslau e un falegname considerato un socialdemocratico riformista, Steinmeier fu capo della cancelleria durante i governi Schroeder e tra i principali architetti del pacchetto di riforme del welfare “Agenda 2010” che contribuirono a spianare la strada a un decennio di crescita e a far dimenticare una celebre copertina dell’Economist sulla “Germania malato d’Europa” che era uscita all’inizio degli anni Duemila.