NFP E SALARI USA
Primo venerdì del mese, e come da tradizione, verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro in America.
Particolare peso hanno avuto nell’ultimo anno questi dati, che la FED ha più volte posto come vincolo alle sue azioni di politica monetaria, monitorando attentamente lo stato di salute del mercato del lavoro.
Un 2021 che ha visto fino ad una settimana fa, un percorso di ritorno alla normalità, creazione di nuovi posti di lavoro fino alla soglia dei livelli pre -pandemici, con l’unica preoccupazione a fare capolino, sull’aumento dei salari medi.
L’inflazione sale oramai da tempo, e da martedì scorso sembra preoccupare anche la FED, che ha deciso di non vederla più come transitoria e di intraprendere politiche più aggressive, con una accelerazione sul programma di tapering, che potrebbe concludersi entro marzo 2022.
Come richiamato anche dal segretario Yellen, le attenzioni della FED ora devono essere riposte al possibile circolo vizioso inflazione/ salari/prezzi.
Al momento sembra che gli aumenti salariali siano sotto controllo, se pur in aumento, mentre sul fronte inflazione, special modo i prezzi dell’energia, sembrano poter vedere un periodo di respiro, dopo che l’OPEC+ ha decretato un incremento di altri 400 000 barili al giorno.
I prezzi del WTI, dopo un primo movimento ribassista, hanno rapidamente recuperato, non appena gli operatori hanno metabolizzato la notizia di una clausola nell’accordo OPEC, che dà la possibilità di rivedere all’occorrenza il surplus produttivo.
Troppa incertezza dunque sui mercati, sia per il comparto energy, sia per il comparto obbligazionario, che attende le parole di Powell nella prossima riunione FED, cosi come in Europa per la BCE, che sembra ora messa alle corde, con un’inflazione che anche in Europa non sembra più cosi transitoria.
I mercati azionari americani ieri, dopo un primo affondo ribassista, hanno effettuato un clamoroso recupero, chiudendo in territorio positivo, con performance anche oltre il 2% per gli industriali.
Sul fronte valutario, il mercato sembra essersi già allineato ad una volatilità tipica delle festività natalizie, con la sola aspettativa, per le riunioni delle banche centrali, previste per la metà di dicembre.
Durante questa attesa continua lenta e costante la forza del dollaro americano, che a nostro avviso ha solo iniziato un nuovo ciclo di espansione, che potrebbe portare un 2022 volatile e di maggiore interesse per il mercato valutario, pertanto attenzione nel prendere posizioni pro e soprattutto contro dollaro usa.
I retail al momento mantengono posizioni short al 71% sul dollaro americano , ancora in aumento del 2% rispetto alla giornata di ieri.
La forza del dollaro si ripercuote su tutte le altre majors, che continuano una lenta fase lateral-ribassista, con i retail pronti a comprare la debolezza su diversi asset.
Attendiamo dunque i dati di oggi pomeriggio , per scoprire se riusciranno a cambiare gli equilibri del mercato, o se dovremo attendere le riunioni delle banche centrali di metà dicembre.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
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