PROSPETTIVE DI DIFFERENZIALE TASSI
Le politiche monetarie delle banche centrali mondiali, iniziano a pesare nelle scelte degli investitori, ora più che mai, anche nel comparto valutario, che ha visto dall’inizio della pandemia ad oggi l’appiattimento dei differenziali tassi, ma qualcosa sta cambiando e le ultime riunione delle banche centrali lo dimostrano.
Tanti i timori e i dubbi sui mercati finanziari, ma a nostro parere ci sembra ancora chiara la ricerca di investimenti degni di questo nome, d’altronde, ricordiamo che l’inflazione globale resta a livelli alti e i capitali hanno bisogno in qualche modo di essere difesi.
Negli ultimi giorni, dopo le dichiarazioni del FOMC che hanno aperto la strada ad un rialzo tassi già nel prossimo marzo e ad un immediato alleggerimento del bilancio, i tassi obbligazionari di breve non hanno tardato a salire, special modo il 2 anni, seguito se pur lentamente dal decennale.
Gli investitori obbligazionari, ora sanno di non poter contare sul sostegno della FED e pur consapevoli che l’inflazione potrà in qualche modo ridimensionarsi, cercano di seguire l’esempio della FED, riducendo le quote obbligazionarie in portafoglio.
Anche il comparto equity segue la stessa sorte, con l’aggravante che i migliori rendimenti obbligazionari stanno diventando perfetti concorrenti del comparto equity per chi cerca porti sicuri contro l’inflazione.
Difficile insomma sapere dove e come allocare le risorse di un portafoglio di investimento, e quindi si fa sempre più concreta l’idea di una maggiore quota di liquidità, che a ragionar bene, se proprio dobbiamo rimanere liquidi, tanto vale che questa liquidità renda qualcosa!
A questo punto è opportuno approfondire il settore valutario, che riconquista fascino se consideriamo le prospettive di un immediato futuro di rialzi tassi per il biglietto verde e non solo!
Ricordiamo che la FED ha dato la prospettiva per ben 3 rialzi tassi nel 2022, e sembra seguirne le orme la BOE, che ha già portato il tasso di interesse a +0.25% con un rialzo tassi nell’ultima riunione del 2021, dunque sembra chiara la scelta dei big player di rimpolpare i portafogli in primis di dollari americani, e sterline.
Si perché la vera novità di questa settimana, sono gli acquisti di sterline, che pur vedendo un posizionamento netto ancora corto sui futures del cme , il sentiment sta chiaramente invertendo, ma procediamo con il consueto ordine:
Continuano a ridursi le posizioni nette corte sull’euro, che si portano a soli 1554 contratti netti corti, esprimendo un chiaro equilibrio sul fiber, che lascia interdetti gli operatori, special modo visto il tasso di inflazione oramai a record storici del 5% in Europa, e l’inerzia espressa dalla BCE. Tutti aspettiamo che qualcosa cambi nella politica della Lagarde e nell’attesa meglio forse non sbilanciarsi in posizioni euro.
Forti gli acquisti di sterline, che in questa sola settimana hanno visto +11548 contratti netti lunghi, andare a ridurre drasticamente le posizioni nette corte che restano comunque ancora di 39171 contratti. Presto dunque per parlare di un posizionamento netto lungo, ma è certo che qualcosa sta cambiando nella percezione della valuta britannica.
Ancora vendite di yen, che nelle ultime settimane continua a seguire le sorti di un up and down delle borse, senza ancora prendere una vera strada per il 2022. Solo un forte sentiment di risk off sui mercati equity potrebbe vedere nuove ricoperture in valuta nipponica, che al momento sembrano ancora non presentarsi.
Si continua a vendere dollaro asustraliano , dove le mani forti restano netti short con 89366 contratti, incrementando la loro posizione di ulteriori 7625 contratti corti, segno che le politiche del “ aspettare e guardare” della RBA non hanno convinto gli operatori, che preferiscono valute con prospettive di differenziali tassi migliori.
Anche il dollaro neozelandese, che da sempre è visto come valuta da investimento, non ostante un tasso del +0.75% sembra ancora non trovare l’interesse dei big players, che speravano in prospettive più aggressive da parte della rbnz, che con un ultimo rialzo tassi di soli 15bp ha fortemente deluso le aspettative.
Ultima e unica certezza al momento sembra il dollaro americano, dove i large speculators continuano a mantenere posizioni nette lunghe in costante aumento. Siamo passati infatti dai 26789 contratti della settimana scorsa a 39085 contratti netti lunghi con un incremento netto di 2296 contratti.
Poco altro da aggiungere se non la raccomandazione di seguire con sempre più attenzione le sorti dei tassi di interesse nel settore valutario che potrebbero diventare di grande interesse nell’immediato futuro.
Buona serata e buon trading
Salvatore Bilotta
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