STERLINA A RISCHIO ?
Il dollaro cerca di rompere le prime resistenze, dopo una ennesima giornata caratterizzata da dati americani superiori alle attese. Le vendite al dettaglio pubblicate ieri infatti, hanno evidenziato un incremento del 3% su base mensile, il maggior incremento dal marzo 2021 e ben al di sopra del consensus di +1.8%. Anche le vendite al dettaglio core, esclusi alimentari ed energia sono salite più delle attese, La spesa dei consumatori rimane solida dopo il rallentamento dell’ultimo periodo, tra un mercato del lavoro ancora forte, crescita dei salari e allentamento (anche se ridotto) delle pressioni inflazionistiche. Il che significa buoni numeri per l’economia a stelle e strisce e probabile continuazione, da parte della Fed, di una politica monetaria restrittiva, almeno per un altro trimestre. Il dollaro ha rialzato la testa anche se fatica a rompere le resistenze chiave contro Euro e sterlina, e la ragione è la tenuta dei mercati azionari che strenuamente restano vicino alle resistenze, impedendo, per correlazione, al biglietto verde di sfondare. Però il delta tasso resta ampio e la divisa americana sembra aver trovato dei supporti significativi oltre i quali ora, sembra difficile che si possa andare. Rimane l’incognita banche centrali, ma anche i dati macro nelle altre aree, a cominciare dalla Gran Bretagna, che vive una fase di leggero rallentamento dell’inflazione, che però resta strutturalmente alta, in un contesto di crescita bassa che rasenta la recessione. Ecco quindi che la sterlina è tornata sotto pressione con i pezzi che contro dollaro sono scesi anche sotto quota 1.2000 in un movimento impulsivo che in meno di due sedute ha visto una discesa della valuta britannica di quasi 300 pips. E ora ci si avvicina al supporto chiave di 1.1960 la cui violazione potrebbe modificare radicalmente lo scenario fin qui osservato nel 2023, ovvero un Cable che in pochi mesi da ottobre scorso a metà febbraio, era salito di oltre 2000 pips. Al di sotto del supporto richiamato, i target sarebbero da individuare almeno in area 1.1500. Con lui potrebbe risalire EurGbp con target a 0.9000 e potrebbero perdere quota tutti gli altri cross come GbpCad, GbpAud e GbpNzd. Tutto dipenderà dai dati macro, senza escludere anche l’eventualità di stagnazione economica unita ad inflazione. Non si può escludere neppure questa eventualità. Il dollar index intanto ha rotto 103.60 e sembra indirizzato a 105.30, il che significherebbe un EurUsd in area 1.0550. UsdJpy che intanto macina guadagni e torna sopra 134.00, a ridosso della resistenza chiave di 134.50 che se superato, avrebbe degli obiettivi anche a 138.00. Nella notte è uscita la bilancia commerciale giapponese, la peggiore dal 1979, con un deficit record di 3.500 miliardi di Jpy. Si tratta del diciottesimo mese consecutivo di deficit commerciale. Il Giappone esportatore di manufatti, per come lo conoscevamo, sembra scomparso. Neppure la svalutazione competitiva della valuta è riuscita ad aggiustare un deficit preoccupante, caratterizzato da un aumento delle importazioni del 18% contro un export cresciuto solo del 3.5%. Intanto in Australia sono usciti i dati sull’occupazione che hanno fatto registrare un peggioramento, e un aumento del numero dei disoccupati di 43 mila unità nel mese di Gennaio e un incremento del tasso di disoccupazione al 3.7%. La reazione del dollaro australiano è stata poco rilevante con i prezzi sempre intorno a 0.6900 area. Oggi gli unici dati rilevanti e capaci di muovere i prezzi sono attesi nel pomeriggio con i numeri sulla disoccupazione settimanale Usa, e gli aggregati macro redatti dalla Fed di Philadelphia. Il mercato resta stabile, in quell’equilibrio che avevamo segnalato qualche giorno orsono, fragile ma per ora duraturo. Buona giornata e buon trading.
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