COME AL SOLITO, POWELL !
A rompere gli indugi, ancora una volta, ci ha pensato Jerome Powell, Presidente della Fed, che nell’audizione al Senato, ha di fatto affossato le speranze di coloro i quali pensavano che il pivot dei tassi fosse ormai imminente. Ha infatti ribadito la necessità di ulteriori rialzi dei tassi, che ad oggi, non sono riusciti ad abbattere una inflazione che, soprattutto nel dato core, è ancora troppo alta. JP ha insistito dicendo che il livello finale dei tassi sarà superiore a quanto previsto in precedenza, perché ad oggi ci sono state insufficienti prove di aumento della deflazione nei servizi di base, ad esclusione del mercato immobiliare. La forza dell’economia Usa, secondo il Presidente, costringe la banca centrale ad accelerare per cui nel mese in oggetto, molto probabilmente il rialzo previsto sarà di 50 basis points anziché 25 come previsto in precedenza. Gli swap dei Federal Funds, ora vedono un picco dei tassi intorno al 5.5%. L’obiettivo resta quello di riportare l’inflazione al 2% nel medio termine mantenendo la massima occupazione. I mercati hanno avuto una reazione immediata, con i listini americani che hanno rotto i supporti chiave e hanno accelerato trascinando con loro tutte le valute contro dollaro con la divisa americana, tornata asset rifugio e in deciso rialzo. A questo punto, e almeno fino alla decisione sui tassi, il mercato sembra propendere per un aumento dell’avversione al rischio, caratterizzata dalla discesa dei listini, aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e salita della divisa statunitense. Tecnicamente il biglietto verde, osservando il dollar index, ha decisamente violato le resistenze a 105 e ora sembra pronto ad attaccare l’area di 107.60 rappresentata da livelli di massimi precedenti significativi. A comandare però, va detto, sono i listini azionari, che sembrano avere spazio al ribasso con obiettivi di più di qualche punto percentuale. Indice Vix ritornato a ridosso di 20, niente di che per dire la verità, e neppure l’indice “fear and greed” sembra essersi spaventato più di tanto, essendo rimasto a livello neutrale a 48. Tornando ai cambi, EurUsd che rompendo l’area di 1.0520, sembrerebbe poter scendere a 1.0480 dove trova livelli precedente statici rilevanti, anche se il vero livello chiave è quel famoso 1.0330 40 che era stato il punto chiave prima della caduta a 0.9520. C’è tanto spazio al ribasso anche per la sterlina, che contro dollaro potrebbe tornare tranquillamente in area 1.1720, seguito da 1.1500. UsdJpy che a sua volta ha degli obiettivi chiari compresi tra 138.00 e 142.15 nelle prossime settimane, a meno di una nuova inversione del mercato in seguito a dichiarazioni differenti da parte dei funzionari delle banche centrali. Oceaniche che scendono a rotta di collo, con obiettivi da considerare almeno in area 0.6500 per Aud e a 0.6060 per Nzd. Tra le due è preferibile AudUsd che ha corso di più al ribasso. Sul fronte dati, da oggi si comincia a fare sul serio, con il Pil di Eurozona alle 11.00, a cui seguirà l’adp l’anticipatore dei payrolls di questo venerdì, atteso a 200 mila unità, mentre più tardi nel pomeriggio, attenzione alla decisione di politica monetaria della Banca Centrale Canadese. Sono attesi tassi invariati al 4.5%, ma onestamente dopo le parole di Powell , non si può escludere una sorpresa. Poi parlerà nuovamente il Presidente della Fed, anche se non crediamo possa dire cose molto diverse da quelle ascoltate ieri. Buona giornata e buon trading.
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