FASE DI CONGESTIONE, MA DURERA’ POCO.
Ancora una seduta di trading priva di grandi significati, ad eccezion fatta dei movimenti dello Jpy, che ha continuato ad indebolirsi rompendo tutti i supporti chiave che aveva precedentemente tenuto. Usdjpy, dopo aver rotto 135.50, si è arrampicato fino a 136.70 area così come tutti i cross dello Jpy hanno violato le resistenze chiave. EurJpy è tornato quasi sul precedente massimo posto sopra 144.00, rimanendo però per il momento nelle vicinanze ma senza violarlo, con i prezzi che si sono fermati e nella notte hanno poi ritracciato in area 143.00 dove lo ritroviamo questa mattina. Ma rialzi anche per AudJpy NdJpy e GbpJpy. A questo punto, dopo la violazione della resistenza chiave, il Usdjpy non sembrerebbe avere ostacoli, almeno fino alla soglia psicologica di 140.00. Le ragioni di questo crollo annunciato risiedono nel fatto che la Boj continua a lasciare i tassi invariati e a comprare titoli del tesoro per impedire ai rendimenti di superare la soglia dello 0.25%. Il che non fa altro che alimentare il delta tasso che a tendere dovrebbe raggiungere il 3% con il dollaro. E fino a quando, non partirà un risk off degno di questo nome, difficile pensare che lo Jpy possa tornare a rafforzarsi se non per mere correzioni tecniche. Bisogna però ricordare che la svalutazione porta con sè un aumento dell’inflazione importata, già salita recentemente in pochi mesi al 2.5% dallo 0.9% di inizio anno e quindi non si deve escludere, tantomeno sottovalutare la possibilità di un aumento anche rilevante, nelle settimane e mesi a venire dei prezzi al consumo anche in Giappone. E ciò potrebbe, in qualche modo, cambiare il sentiment di politica monetaria della Boj. Da tenere sott’occhio anche eventuali dichiarazioni dei rappresentanti di politica monetaria, sull’eccessiva velocità con cui lo Jpy sta perdendo quota. Altre ragioni per vedere un aumento del risk off, sono evidentemente legate al prezzo del petrolio, che potrebbe rappresentare la vera chiave per un recupero della valuta giapponese. Questa notte l’oro nero è sceso a 105 dollari al barile, sulle paure legate alla recessione che il rialzo dei tassi persistente delle autorità monetarie, andranno inevitabilmente a generare. Giovedì è previsto un incontro tra il Presidente Biden e 7 grandi compagnie petrolifere, nel tentativo di abbassare il prezzo del carburante. Tornando alle altre valute segnaliamo la discesa di NzdUsd dopo che l’avanzo commerciale della Nuova Zelanda si è ridotto a 263 milioni di dollari neozelandesi dai 497 del mese precedente. A peggiorare il surplus sono stati gli aumenti delle importazioni di petrolio, macchinari e attrezzature meccaniche. NzdUsd sceso in area 0.6270, anche se rimane buy on dips di fondo. Ha corretto anche l’EurUsd, tornato sotto 1.0500 mentre il Cable tiene per effetto di un’EurGbp che scivola lentamente. Grande attesa per i dati in uscita stamani, con le vendite al dettaglio e prezzi al consumo inglesi, mentre nel pomeriggio, inflazione Canada a fare da market mover. Ma a dire il vero, siamo entrati in una fase estiva che potrebbe rallentare le price action e la volatilità, almeno nel breve termine. Ma tutto questo, a nostro avviso sarà temporaneo. E in autunno o anche prima, verso fine estate, aspettiamoci i fuochi d’artificio. Buona giornata e buon trading
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