🔎 ARGENTO: UN METALLO SOTTOVALUTATO
La crescente forza del dollaro USA ha influito negativamente sui prezzi dell'argento che, dall’inizio anno, ha perso oltre il 20% del suo valore. Secondo le ultime rilevazioni del Silver Institute il mercato si trova in deficit di metallo fisico.
Nonostante questo il sentiment non sembra migliorare, con i prezzi che si trovano ben al di sotto dei 20 dollari, un livello di prezzo considerato fondamentale. La forza del #dollaro e l'aumento dei rendimenti obbligazionari sono dei punti critici per l'argento che rimane tuttavia un metallo tendenzialmente industriale e una ripresa del ciclo economico potrebbe pertanto favorirlo.
#dollaro
L'euro all'attacco delle prime resistenze
Il forte recupero dell'euro contro il dollaro americano, partito intorno alla metà del mese dopo che i corsi si sono appoggiati ad un doppio supporto sia statico sia dinamico (rispettivamente la fascia di minimi risalenti al periodo 15/12/2016 - 3/1/2017 e la parallela della trend line decrescente dai massimi relativi del 10 febbraio scorso), è ora arrivato in un'area in cui si addensa un fascio di resistenze.
La prima di queste è la zona degli 1.0785 in corrispondenza della quale convergono la linea alta del canale decrescente ed il 38.2% di ritracciamento del down trend originatosi dai massimi di febbraio.
Ulteriori rivalutazioni dei corsi dai livelli attuali potrebbero scoraggiare l'iniziativa dei compratori portandoli a chiudere le posizioni in essere determinando così l'arretramento della divisa europea.
Nel caso, invece, il mercato rimanesse saldamente nelle mani dei compratori, una volta superati gli 1.0785, il successivo approdo si colloca a 1.0852, zona in cui tra il 7 marzo ed il 21 aprile scorsi si è assistito allo scambio di ruolo della linea orizzontale che da iniziale supporto ora si staglia come resistenza. Da lì potrebbe prendere il via un veloce pullback a testare la tenuta dell'ex resistenza dinamica che, in caso di tenuta, farebbe da volano per il raggiungimento degli 1.0918/25 in corrispondenza dei quali si colloca il 50% di ritracciamento e dove in passato era ben posizionata l'artiglieria dei venditori di euro.
Per l'ottava che prenderà il via tra poche ore, dunque, occhi puntati sulla soglia degli 1.0785. In caso di fallimento del primo attacco, arretramenti fino in area 1.06-1.0560 potrebbero ancora intendersi come propedeutici ad un successivo assalto delle resistenze indicate.
Solo chiusure al di sotto di questo livello sancirebbero l'archiviazione del recupero dell'euro contro il dollaro aprendo a ritorni verso l'area di supporto 1.0380/50
Eur/Usd inversione al rialzo?
Eur/Usd daily: Le parole della Lagarde nella conferenza stampa di giovedì scorso che, pur non avendo modificato la politica monetaria lasciando i tassi fermi, hanno lasciato intendere un'inversione nella gestione dei saggi di sconto consentendo alla moneta unica di sbaragliare l'area di resistenza che si estendeva tra 1.1306 e 1.1368 contro il dollaro (rettangolo azzurro) e di spingersi fin sotto la prima resistenza posta 1.1457.
L'ampia escursione dei prezzi vista giovedì ha sancito in maniera perentoria la rottura della trend line decrescente in essere dagli inizi dello scorso giugno, interrompendo di fatto la tendenza ribassista dell'euro contro la valuta americana.
Per la prossima settimana non sono da escludersi ulteriori allunghi verso gli 1.1530, anche se, fisiologiche vendite di euro dopo 5 sessioni tutte al rialzo, consentirebbero di smaltire l'ipercomprato di brevissimo dando la possibilità a nuovi acquirenti di entrare al rialzo con un rapporto rischio/rendimento più facilmente gestibile.
In questo caso, un pullback fin verso la vecchia area di resistenza statica posta a 1.1368 e, in caso di aumento di volatilità, anche più giù a testare la tenuta della del precedente ostacolo dinamico a 1.1320 (linea verde), rispettivamente il 38,2 ed il 50% della gamba rialzista messa a segno nell'ottava appena conclusa, si presenterebbero come zone dove poter entrare a favore di euro con obiettivo il ritorno verso 1.1530 prima e a seguire 1.1616
#euro #dollaro #forex #trading
Eur/Usd arriva il difficile
Eur/Usd daily: con la rottura del triangolo il 26 gennaio scorso il cambio ha accelerato nel ritracciamento percorrendo un tragitto pari all'estensione del riferimento geometrico.
In questa dinamica ha infranto anche il supporto più prossimo che risaliva al 22 giugno del 2020 collocato a 1.11733.
Il corpo della candela di rottura lasciava presagire un approfondimento della dinamica ribassista il cui obiettivo era stimabile intorno a 1.10 dollari.
Il giorno successivo, però, le vendite non sono proseguite, tanto che in chiusura i compratori sono riusciti a mantenere il terreno facendo chiudere l'ottava a 1.1148.
Nella giornata di ieri gli acquisti sulla valuta dell'Unione sono tornati in maniera massiccia consentendo il recupero del livello infranto a 1.1173 e una chisura nell'intorno dei massimi.
Anche nella sessione odierna si nota una buona vendita di dollari a favore di euro anche se non con la medesima convinzione vista ieri.
I motivi di questo calo di momento vanno ricercati nell'approssimarsi di aree di resistenza piuttosto ostiche da superare, la prima delle quali è individuabile a 1.1286.
Più in alto un'altra zona che metterà alla prova la determinazione dei compratori di euro contro dollaro è quella che si estende tra gli 1.1320 e gli 1.1372 (rettango azzurro sul grafico) dove si collocano rispettivamente il lato inclinato del triangolo evidenziato e la trend line di lungo periodo che unisce i massimi decrescinti dallo scorso giugno #euro #dollaro #forex #trading
ORO: OCCHI PUNTATI SULLA RESISTENZA A $1.900
Il prezzo dell'#oro continua la sua corsa al rialzo, dopo essere stato per molto tempo sotto la soglia dei $1.800, nonostante il #dollaro Usa si sia nel frattempo rafforzando, con il Dollar Index che è salito oltre i 95 punti. La scorsa settimana a seguito dei dati Usa sull'#inflazione, l'oro è riuscito finalmente a scrollarsi di dosso la zavorra dell'incertezza che ne frenava la crescita ed ha inanellato un rally che al momento vede le quotazioni a ridosso della zona di $1.870. Gli ultimi rilevamenti sull'inflazione indicano una crescita al 6.2% e la curva dei rendimenti degli Stati Uniti sta salendo, segno che le banche centrali avranno bisogno di intervenire in un contesto di forti pressioni inflazionistiche.
Ora la domanda principale è se il mercato ha abbastanza slancio per rompere la resistenza chiave posta a $1900. Alcune analisi delle principali banche d'affari si aspettano che il metallo giallo continui a godere di "venti favorevoli" poiché i tassi di interesse reali rimangono bassi e la #Fed potrebbe mantenere i tassi bassi più a lungo delle attese. In ogni caso, dal punto di vista degli acquisti di oro fisico, la domanda è incoraggiante con le importazioni cinesi in media di 25t contro meno di 10t dello scorso anno. L'aspetto tecnico indica che, una volta superata la media mobile a 200 periodi, i prezzo sono cresciuti rapidamente, segno che molti investitori avevano posizionati ordini di acquisto proprio su quei livelli. Al momento l'RSI segnala una situazione di #ipercomprato e quindi i prezzo poterebbero rallentare nella crescita anche se la spinta rialzista pare essere forte. Attenzione quindi alla resistenza in area $1.890/1.900 mentre una rottura del supporto a $1.860 potrebbe indicare un indebolimento del rally in atto.
Buon trading a tutti
IL COT REPORT SI SCUSA PER IL RITARDO!
Anche questo venerdì, è stato pubblicato il #COT report dalla CFTC, e nostro mal grado, dobbiamo notare anche i limiti che la lettura di questi dati ci impongono.
Dando un primo rapido sguardo ai dati riportati in tabella, non possiamo non notare i ridottissimi delta, che ci separano dalla settimana scorsa, con le posizioni sulla #sterlina, ad esempio , che sono aumentante di soli 94 contratti, o il dollaro #australiano che vede incrementare il lato short di soli 250 contratti.
Tranquilli, la Commodity Futures Trading Commission, non ha sbagliato il suo lavoro!
Uno, e forse l’unico, vero problema che la lettura dei dati COT impone a noi traders, è il ritardo nella raccolta, lavorazione e pubblicazione dei dati, che ricordiamo svilupparsi dal martedì , giorno di raccolta dati, fino al venerdì sera, giorno di pubblicazione.
Pertanto se facciamo un balzo al martedì 2 novembre, giorno di raccolta dei dati da noi analizzati oggi, vedremo che i maggiori market movers della settimana, come la Bank of England, i #NFP , e lo stesso appuntamento con la #FED , tenutosi il 3 novembre, tenevano ancora sulle spine i grandi investitori, che rimanevano fermi sulle loro posizioni in attesa di nuove indicazioni sul futuro dell’economia mondiale.
Alla luce dunque di questo ritardo, tecnico ed inevitabile, nella raccolta, lavorazione e pubblicazione dei dati, ci sembra tutto più normale, ed in linea con l’incertezza e l’attesa di tutti noi operatori, retail o big players, per gli appuntamenti che si sono poi sviluppati nel corso della trascorsa settimana.
Dovremo dunque attendere la pubblicazione dei prossimi dati, venerdì prossimo, per scoprire davvero come si saranno posizionate le mani forti sul mercato, in virtù delle dichiarazioni della FED , della deludente BOE e degli ottimi NFP di venerdì.
Alcune importanti informazioni per il nostro trading, tuttavia, riusciamo ugualmente a raccoglierle, ad esempio è interessante vedere come le mani forti, dopo le parole della #Lagarde, non si siano fatte convincere dall’idea di una politica ancora accomodante da parte della #BCE, e abbiano di fatto ridotto la loro posizione netta corta di 5118 contratti, portandosi cosi alla soglia della neutralità, con soli 6138 contratti netti corti in portafoglio.
Vediamo ancora come i large speculators, fossero in posizione netta lunga, con 15047 contratti, sulla #sterlina, che con buona probabilità sono stati scaricati rapidamente dopo le deludenti parole della #BOE, che ha svelato la sua intenzione di non alzare il costo del denaro, costringendo cosi le mani forti a girarsi rapidamente dalla buona esposizione long, generando di fatto le perdite a cui abbiamo assistito la scorsa settimana che sono state anche oltre il punto percentuale.
Sostanziale attesa su tutti gli altri asset valutari, con una sola grande conferma: il dollaro #neozelandese.
Persiste la ferma convinzione dei non commercial di mantenere posizioni long sul #Dollaro #Neozelandese, che nonostante tutte le incertezze, le paure, le possibilità, vede un incremento di quasi 5000 contratti netti lunghi da parte delle mani forti, che si portano di fatto a 13861 contratti netti long.
Sarà senza dubbio, di maggiore interesse la rilevazione della prossima settimana, che vedrà inglobati nei dati, tutti i recenti market mover, che avranno generato nuovi sentiment e interessi nei portafogli delle mani forti.
Buona serata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
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