Ancora up and down sulle principali coppie di valute, con una moneta unica ancora tra 0.9900 e 1.0020, in un clima di grande incertezza, alta volatilità e attese per quel che rappresenterà Jackson Hole in termini di indicazioni della banche centrali. L’appuntamento più atteso, all’interno dei lavori del simposio, dal titolo “Reassessing Constraints on the Economy and Policy” (ovvero “Rivalutare i vincoli su economia e politica), sarà quello delle ore 16 questo pomeriggio, quando Jerome Powell, prenderà la parola. Abbiamo ripetuto più volte, in questi ultimi giorni, che quel che conta, in questo momento, è la narrazione delle banche centrali e il sentiment che queste ultime hanno nei confronti di inflazione e crescita, indipendentemente dai dati macro che in realtà sembrerebbero raccontare una storia leggermente diversa. Ma tant’è, questo è il mercato ora e bisogna conviverci. Inutile sperare in una inversione di tendenza del dollaro, che resta leader assoluto e incontrastato. La questione sul tavolo ora è se la Fed, a settembre, alzerà di 50 o 75 punti base, per contrastare una inflazione che a Luglio ha fatto registrare un +8.5%. Il dollaro quindi, potrebbe rompere le resistenze toccate qualche giorno fa, se Powell fosse ancor più falco di quanto non sia già stato recentemente e sui mercati azionari potrebbe tornare la paura. Sulle altre valute, silenzio di tomba di Bce e Boe, per quel che riguarda il valore di euro e sterlina, mentre assistiamo a movimenti inferiori in termini percentuali, di Aud, Nzd, Cad e pure Jpy che in questi ultimi giorni ha diminuito l’ampiezza delle oscillazioni in termini di volatilità. Ieri in assenza di dichiarazioni, hanno fatto fede, i dati, prima quelli tedeschi su Pil e Ifo, superiori alle attese e poi quelli Usa sulla seconda rilevazione del Pil del secondo trimestre, leggermente superiore alla prima che era stata negativa per un -0.7% e questa volta ha fatto registrare un -0.6%. Se consideriamo che il dato tedesco, ovvero il Pil del secondo trimestre, è uscito a +1.6% ci rendiamo conto di come, forse, la narrazione sui tassi e la divergenza di sentiment tra Bce e Fed, paia esagerata. Ma il mercato ha sempre ragione per cui occorre osservare le price action e lavorare la parte che più conviene ancora, ovvero quella a favore di dollaro. La giornata di oggi potrebbe, di conseguenza, rappresentare una seduta cruciale sotto il profilo delle price action considerato il fatto che ascolteremo molti banchieri centrali, unitamente a Jerome Powell. A livello di dati macro, questo pomeriggio uscirà il price consumer expenditure americano, unitamente alla bilancia commerciale. Ma, come detto tutta l’attenzione sarà intorno alle montagne del Gran Teton National Park, nello stato del Wyoming, in una ambientazione tipicamente western, il posto perfetto per un finale “thrilling” di settimana.
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