La tragedia
La storia, la storia umana, ha una sua dimensione tragica che affascina.
C’è del tragico ad esempio nel fatto che gli uomini vengano giudicati dai risultati derivanti dalle azioni compiute e mai dalle intenzioni con cui agiscono.
Ora io non so se il “decoupling”, un disaccoppiamento forzato di economie integrate, sia un’intenzione dei governanti statunitensi, europei, russi e cinesi. Di certo sarà il risultato delle loro recenti azioni.
Non è un concetto nuovo il divorzio, anche se al giorno d’oggi non è facile immaginare economie che non comunicano tra loro. Ma se guardiamo alla storia ci accorgiamo che solo in tempi recenti si è sviluppata una economia globale.
La teoria mercantilista ha dominato per secoli.
Di separazione Usa/Ue-Cina si parla da molto, anche in giornali e riviste come Foreign Policy o Corriere della Sera. FP ne parla in relazione all’amministrazione Trump, ma il grande storico Niall Ferguson lo collega alla crisi del 2008 e avverte l’Occidente a non considerarsi il cattivo di turno: anche Cina, Russia e India sarebbero in parte interessati a separare le economie.
Sarebbe certamente errato pensare che la guerra in Ucraina sia da imputare in toto ad una volontà di divorzio economico tra Usa e Cina, ma è il segreto di pulcinella che ad influenzare il conflitto siano dinamiche extra-Ucraina.
In particolare per mezzo di questa guerra gli Usa potrebbero cercare di interrompere il rapporto Ue-Russia per le materie prime.
Penso all’alluminio, per il quale Usa e Ue decisero lo scorso ottobre di rimuovere i dazi e di ridurre l’entrata di quello “sporco” (prodotto inquinando troppo) nell’area euro atlantica. La Von der Leyen ringraziò il “caro Joe” pur sapendo che ciò avrebbe aumentato i costi del materiale.
Ma questo è nulla rispetto ai costi astronomici che un totale “decoupling” potrebbe comportare secondo questo studio del Rhodium Group. (https://rhg.com/research/us-china-decoupling/)
Sarà poi un caso che a fare da pompiere riguardo la guerra sia soprattutto chi avrebbe soltanto da perdere da una cesura Ue-Russia, la Germania.
Ma tutti prima o poi dovremo deciderci: cosa faranno le aziende europee, si limiteranno ad accettare di dover fare affari entro un’area ristretta oppure occuperanno gli spazi lasciati liberi dalle compagnie americane in ritirata? (https://www.linkiesta.it/2021/01/stati-uniti-cina-unione-europea-investimenti-decoupling-mercato-commercio/)
E cosa significherebbe tutto ciò per il futuro della Ue? Senza libertà di commercio cosa rimarrebbe dell’Ue?
Bisogna comunque considerare che un totale “decoupling” è un’impresa ardua a dir poco, tutti ci vanno cauti infatti. (https://www.affaritaliani.it/esteri/decoupling-questo-sconosciuto-usa-russia-cina-781029_pg_1.html)
Anche se per i più irriducibili, si tratta di una questione quasi ideologica, il disaccoppiamento viene visto come mossa tesa alla salvaguardia della sicurezza nazionale e questa verrà prima di qualsivoglia rapporto costo/benefici. Uno di questi è l’ex consulente economico di Trump, Peter Navarro.
In conclusione, potrebbe anche risultare superflua ogni analisi filosofica perché se questa guerra continuerà con il “decoupling” bisognerà convivere. E la guerra continuerà, visti gli atteggiamenti di Putin e del “caro Joe”.
I destini di moltissimi in mano alla decisione di un pugno di uomini: la tragicità della storia umana…