Il toro alato
Amici, ieri è giunta la notizia della dipartita di Dietrich Mateschiz, il patron di RedBull.
Vi avviso, questo post non è consigliato per i cuori di pietra.
Troppo romantico.
Un gruppo di 12'000 dipendenti ed un fatturato di 6 miliardi di euro, un uomo che ha inventato il mercato degli energy drink, possedeva tre stadi, una pista, dieci squadre sportive e ancora giornali, tv e radio. Oltre a 25 miliardi di dollari.
Due parole vi andranno pur dedicate prima di un nuovo approfondimento sul tema del momento, il gas.
Ebbene ieri sera Max Verstappen, travolte le ultime resistenze di Ferrari e Mercedes e conquistata una 13esima vittoria stagionale da record, si è aperto in radio con un “that one is for Dietrich”.
Ma cosa rappresenta questo Mateschiz?
Beh credo si possa dire che ieri ci ha salutato senza troppo clamore un protagonista assoluto di questo modo, a volte un po’ “stronzo”, di gestire il mondo che si è imposto negli ultimi tre secoli: il capitalismo.
Quello strano fenomeno per il quale chi possiede “qualcosa” sente il bisogno quasi fisico di investirlo in una qualsiasi attività pur di ottenerne “qualcosa di più”.
Un fenomeno impostosi a partire dal ‘500 grazie a decisioni estemporanee come quella della regina Elisabetta di permettere ai proprietari terrieri di annettere tutti quei terreni, usati dai “poveri” per sfamarsi, ai propri latifondi.
Un fenomeno divenuto realtà legale grazie ai colpi di cannone inferti alla fortezza della Bastiglia nel ’89 più famoso della storia.
Un fenomeno esploso in quei paesi nordici ed anglosassoni nei quali la religione riformata dai vari Lutero, Calvino e Zwingli ha più attecchito e ha più giustificato le brutalità e crudeltà capitaliste ammantandole di “moralità” e “santità”.
Un fenomeno esportato in tutto il mondo a suon di guerre vinte e successivi trattati ineguali.
Un fenomeno che ha causato e ancora causa tragedie nei rispettivi campi di chi ha provato a rivoluzionare e chi a reagire a questo sistema.
Un fenomeno, però, che va confrontato con le alternative che ha soppiantato per poterne avere piena comprensione.
Nessuna società non capitalista ha potuto ed è riuscita a ottenere la “maggior felicità possibile distribuita con la maggior uguaglianza possibile” a livelli più alti di quella capitalista.
Una società che ci considera tutti compratori, ma compratori uguali.
Una società che pur tra mille storture e soprusi, un po’ di felicità è riuscita a crearla.
Mateschiz aveva 500'000 dollari, li ha investiti in una bevanda della cui necessità ha convinto tutti e ha ottenuto la somma iniziale moltiplicata per 50'000. Dando sostegno e serenità a 12'000 famiglie, momenti di estasi a ragazzi fortunati come Verstappen e gioia a migliaia di tifosi.
Non varrà il paradiso lassù, ma certamente una menzione quaggiù.
Arrivederci e grazie!