LA FINE DEL TAPERING
Iniziamo il mese di Dicembre con tante novità, con una FED che rivede la sua posizione sull’inflazione, oramai non più transitoria, ma che per la sua forza e la sua permanenza, sembra preoccupare Powell.
Deciso punto di svolta dunque, con una politica monetaria da parte della FED che prende una strada netta, senza se e senza ma, diretta alla chiusura anticipata del QE, per mirare al rialzo tassi!
Benzina sul fuoco per i mercati azionari, che stavano già soffrendo la forte incertezza legata alla variante omicron, che aveva creato nei giorni scorsi molta volatilità e diversi punti percentuali di ribasso nel mercato equity, dando forza alle valute rifugio e creando un ambiente di risk off, dove le parole di Powell hanno facilmente fatto breccia, portando il comparto equity a segnare i nuovi minimi di Novembre, e a dirigersi verso il peggior trimestre post pandemia.
La reazione nel comparto valutario è stata duplice, una prima forza di dollari americani ha schiacciato tutte le majors, che sono andate a testare i minimi, per poi sgonfiarsi lentamente e tornare ai prezzi medi di giornata.
Una politica aggressiva e una forza di dollaro, tutto sommato erano già nei prezzi di mercato, con un dollaro americano che ha fatto un brillante mese di novembre, dove gli operatori forse mirano a qualche presa di beneficio, prima di ripartire con un nuovo ciclo pro dollaro.
La palla ora passa alla Lagarde, che continua la sua politica accomodante, con una visione transitoria dell’inflazione, che in Germania ricordiamo essere oltre il 5%, e dopo le parole di Powell sarà davvero difficile difendere queste tesi da colomba.
Il mercato valutario è di fatto tornato ai prezzi medi della giornata di ieri, cosi come il sentiment dei traders retail, che poco hanno mosso sulla volatilità creata dalla FED.
L’euro resta comprato al 62% , con i retail che hanno ridotto la loro esposizione long di ieri che era al 67% in virtù del movimento di recupero fatto nella giornata di ieri, al netto degli spike generati dalla FED.
Anche il dollaro che ieri vedeva i retail short al 69% oggi trova una riduzione di posizioni corte, che si portano al 62% sui movimenti ribassisti visti in chiusura di seduta , in netto contrasto con i movimenti iniziali pro dollaro
I movimenti di recupero del dollaro australiano e del neozelandese, hanno portato anche qui alla chiusura di posizioni long, che ieri erano al 78% per australia e al 76% per nuova zelanda, mentre oggi troviamo rispettivamente un 70% e un 65%, segno che anche una volta i retail chiudo le posizioni prese con tanta sofferenza ai primi movimenti di storno.
Occhi puntati ora alle reazioni del dollaro, che forse ha solo iniziato un nuovo ciclo, che potrebbe cambiare gli assetti del comparto equity e obbligazionario.
Vedremo gli sviluppi di questo interessante mese di dicembre.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader