POLITICA: Per menti sveglie e cuori forti.
"L'Ucraina è una di noi e la vogliamo nell'Unione". Lo ha detto oggi a rete unificate la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
È evidente anche da questa dichiarazione che i nervi sono saltati e la capacità di ragionamento si è diffusamente offuscata.
Almeno in Europa.
Mi piace pormi sempre senza alcuna prevenzione di fronte ai problemi. Detesto i pregiudizi e i luoghi comuni. Mi sforzo di valutare le questioni da ogni angolo di osservazione. Se non so studio. Se non capisco mi confronto. Se ho dubbi taccio.
Chiunque ne abbia piacere o curiosità può facilmente documentarsi sul processo di implementazione degli stati che formano l'Unione europea. Oggi è materia di studio anche nelle scuole secondarie di primo grado.
L'allargamento dell'UE è il processo in base al quale nuovi stati CHIEDONO di far parte dell'Unione tramite un PERCORSO di adeguamento legislativo concordato, reso possibile grazie all'ampliamento dei contenuti dei trattati costitutivi delle tre Comunità europee.
Secondo le norme attuali, per aderire all'Unione uno stato deve:
- essere uno stato europeo (articolo 49 Trattato sull'Unione Europea (TUE));
- rispettare i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché dello Stato di diritto (art. 6 TUE);
- rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen.
Per valutare i progressi raggiunti dai paesi candidati all'adesione all'Unione europea, la Commissione europea presenta rapporti regolari al Consiglio europeo. Questi rapporti rappresentano gli studi di base la cui valutazione legittima il Consiglio a prendere la decisione finale sulla chiusura dei negoziati di adesione.
Adesso, nel caso dell'Ucraina, non solo difetta una domanda di ammissione (il presidente della Commissione ha potere di cooptazione? Non risulta), non solo sono assenti rapporti informativi a firma dellla Commissione, ma addirittura manca la rituale valutazione dei presupposti politici, giuridici ed economici che consente al Consiglio di vagliare con esito positivo la chiusura dei negoziati di accoglimento. Negoziati che non sono neanche mai stati avviati.
Non è un caso che esista una lista di paesi ufficialmente candidati all'ingresso nell'Unione europea. Mica basta bussare!!
Essi al momento sono:
Turchia
Macedonia del Nord
Montenegro
Serbia
Albania
L'Ucraina insomma non risulta pervenuta.
Fermi lì. Immagino già che qualcuno di voi stia pensando: ecco qua un altro filorusso.
Sbagliate. Il formale e puntuale rispetto delle norme è questione sostanziale. Perché se l'Europa vi fa eccezione per l'Ucraina, come fa poi a respingere la Turchia o l'Albania?
I giuristi ci accuseranno di arbitrio e parzialità.
Con riguardo all'Ucraina le cronache ufficiali sono ferme al 2013, anno in cui non si riusci' a firmare con l'anzidetto paese l'accordo di stabilizzazione e associazione. Episodio che porto' a una lunga e violenta protesta popolare, nota come Euromaidan, che divise ideologicamente il paese in filoeuropeisti, per lo più nella capitale e nella parte occidentale dell'Ucraina, e in filorussi.
Leggo testualmente il commento conclusivo delle autorità europee: "Possibili ulteriori progressi nel processo di allargamento verso l'Ucraina sono SOSPESI in attesa di una stabilizzazione politica del paese".
Insomma l'Unione europea non riteneva ancora degno il paese di entrare nel club dei fortunati. Ammesso che di fortuna si possa parlare.
Oggi il presidente della Commissione europea dichiara ex abrupto che VUOLE l'Ucraina nell'Unione, rinnegando con una sola frase i trattati istitutivi dell'UE. Tristezza infinita.
Queste parole non sono solo uno schiaffo a Putin, sono anche e soprattutto:
- un oltraggio alle leggi europee;
- un'offesa a tutti i paesi che per entrare a far parte dell'UE hanno dovuto ingoiare riforme scomode e manovre economiche dolorose;
- una beffa per tutti quei paesi che hanno proposto domanda di ammissione e sono stati respinti.
Io preferisco aggiungere che queste parole segnano anche la fine dell'Unione europea come concepita dai padri fondatori.
Per quanto mi riguarda Putin ha già vinto.
È riuscito in men che non si dica a trascinarci sul suo terreno (ripicche, vendette, agguati, vendita di armi e azioni di riarmo, inosservanza delle leggi) dove alla fine ci straccera'. E' riuscito ad indebolire le nostre gia' traballanti economie ed ha avuto gioco facile nel rinsaldare un patto di ferro con altre due superpotenze nucleari, la Cina e l'India.
E così anche l'Europa si è seduta dalla parte del torto.