L’EURO RIPIEGA DOPO LAGARDE E WILLIAMS
Da ormai qualche settimana, i prezzi e le tendenze di medio termine dei principali asset finanziari, sembrano essersi cristallizzati, e restano sostanzialmente dentro dei trading range ben definiti. Questo però non significa che nel breve periodo, non si presentino invece ottime opportunità per l’operatività quotidiana, con oscillazioni che restano volatili in ragione dei dati macro che ogni giorno vengono pubblicati, ma soprattutto a causa degli interventi verbali dei rappresentanti di politica monetaria, che si susseguono in un vortice senza fine generando oscillazioni interessanti di breve termine. Nel mercato dei cambi, continuano peraltro a modificarsi le correlazioni, legate ad una perdita di liquidità del sistema che si percepisce dalle price action e che porta i prezzi a muoversi repentinamente anche di 30 40 pips nell’arco di uno o due minuti, cioè oscillazioni importanti, se si pensa che la liquidità per pip globale sui cambi principali (EurUsd e UsdJpy per fare un esempio), era anche intorno ai 100 milioni. Oggigiorno invece, la sensazione è che sia notevolmente inferiore. Basterebbe osservare quei buchi di prezzo che si osservano durante le varie sessioni, come quello di ieri sul Usdjpy delle ore 13.56 che in un minuto circa si è mosso da 136.25 a 135.88 senza alcuna notizia o ragione plausibile. E di questi movimenti ne notiamo sempre di più durante la giornata, segno che il mercato, oltre ad essere particolarmente nervoso, appare meno liquido che in precedenza. Ma la bilateralità dei movimenti resta garantita, ed è questa la caratteristica principale del forex 2022, ovvero importanti movimenti, in due direzioni, con notizie che di volta in volta sorprendono. E così le correlazioni tendono a cambiare nel breve periodo, in un mercato che passa da essere dollaro centrico a risk off con acquisti improvvisi di valute rifugio o ritorno prepotente del dollaro che torna a comandare nei momenti di alta volatilità sui mercati delle commodities e specie quando le materie prime salgono. Il quadro quindi appare estremamente variegato, con il dollar index che, osservato sui grafici di medio lungo termine, mostra candele di dimensioni decisamente superiori rispetto a quando i prezzi erano intorno a 100 in una sorta di up and down che in questo momento ci fa pensare a dei climax, ovvero oscillazioni volatili intorno a dei livelli storicamente importanti, che, nella configurazione richiamata, spesso in passato hanno portato a significative inversioni di medio termine. Sul fronte macro però, almeno per il momento, tale inversione di dollari, pur dopo tanto correre, non sembra plausibile, specie dopo aver ascoltato Miss Lagarde, Governatrice della Bce e Williams della Fed. Il tono e il sentiment espresso nei confronti dell’inflazione ha generato un sell off di EurUsd, spinto dal fatto che molto probabilmente, a fine 2022, i tassi Usa saranno compresi tra il 3.5% e il 4%, mentre quelli europei, pur nella consapevolezza che la Bce alzerà già a Luglio e probabilmente anche in autunno, saranno non oltre l’1%. Il che significa uno swap che pesa, perché il 2.5% di delta sono circa 250 pips di guadagno a stare short euro e long dollari. Non saranno chissà cosa, ma è già un rendimento interessante visti quelli degli ultimi anni. Il ritorno dei carry trades, questo va ricordato. Quindi naturalmente, oggi l’EurUsd è sempre da vendere su ogni rialzo, e solo la Bce potrà sostenere almeno verbalmente la moneta unica, a meno di una inflazione ancora in salita e una ripresa economica che francamente, ora, non sembra nelle corde del vecchio continente. Questa notte, intanto, i dati giapponesi sulle vendite al dettaglio hanno sorpreso al rialzo, essendo aumentate del 3.6% su base annuale a Maggio, sopra il consenso del 3.3% e dopo aver rivisto anche al rialzo i numeri del mese precedente, ovvero di Aprile, al 3.1%. Anche in Australia, le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un incremento dello 0.9% mese su mese a maggio, superando le previsioni dello 0.4%. Si tratta del quinto mese consecutivo di crescita, con una economia che continua il recupero dopo la fine delle restrizioni legate al Covid. Sia lo Jpy ma anche Aud, hanno provato recuperi dopo i movimenti pro dollaro di ieri, ma per ora non sono riusciti a rompere le resistenze. Sullo Jpy restiamo sopra 136.00 anche se per ora il biglietto verde sembra faticare in area 136.60 70 area. AudUsd dal canto suo, resta vicino ai supporti chiave di 0.6860 70, che non è ancora stato ritestato. Il petrolio intanto consolida in area 110 dopo la salita degli ultimi 3 giorni legata alle nuove disposizioni sui price cap che il G7 sta studiando come nuova sanzione verso la Russia e sulle notizie relative alle tensioni politiche in Ecuador e Libia. Tecnicamente è importante che il prezzo non torni sopra l’area di 114 115 dollari per poter sperare in un suo ridimensionamento che porti i prezzi sui supporti chiave sotto quota 101. Buona giornata e buon trading.
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