ADC SAIPEM , QUELLO SHORT CHE FA GOLA A MOLTI
Da quando è stata annunciata una perdita di bilancio pari a oltre 2,3 miliardi, oltre un terzo del capitale sociale, con conseguente necessità di procedere a una ricapitalizzazione, sul titolo Saipem sono partite le grandi manovre di chi, da una parte, ritiene inevitabile un affondo dei prezzi e chi, dall’altra, scommette sulla volontà di sostenere le quotazioni prima dell’effettiva partenza dell’AdC. In queste ultime settimane, durante le quali si è già perfezionato il primo atto finalizzato all’avvio dell’Aumento di Capitale da 2 miliardi, ossia il raggruppamento delle azioni dello scorso 23 maggio, sul titolo Saipem si è assistito a rapidi capovolgimenti di fronte che ad oggi hanno spinto i prezzi fino a un massimo intraday di 5,87 euro ( pari a 1,2327 euro ante raggruppamento) , in rialzo del 27% dai minimi del 12 maggio. Quando ormai potrebbe essere imminente l’annuncio dei termini dell’AdC ( si prevede che venga finalizzato entro giugno), su Saipem si moltiplicano le scommesse short di piccoli e grandi azionisti: secondo l’ultimo report di Consob ammontano infatti al 4,73% le posizioni nette corte sul capitale, pari a 10,04 milioni di azioni, con gli movimenti short di due fondi , Astaris Capital Management e Eleva Capital.
Ma se per gli istituzionali e grandi investitori è possibile operare in short diretto sul titolo, lo stesso non può dirsi per i piccoli investitori, ai quali viene preclusa dalla maggior parte delle banche la possibilità di vendere allo scoperto le azioni Saipem. Una possibile alternativa è rappresentata dai certificati: nel segmento investment si contano due Reverse di Leonteq, il primo ( ISIN CH1163993012) ha la barriera capitale e cedola a un livello di 7,6 euro e scade a febbraio 2023 ( rendimento potenziale 9,53% su ultimo prezzo ask di 968 euro) e distanza da barriera del 33%; il secondo è invece in bid only e ha la barriera a 6,0343 euro, con scadenza a marzo 2024 ( ISIN CH1163997054). Completano l’offerta due Reverse Bonus Cap di Unicredit che però hanno già raggiunto da tempo il livello di massimo rimborso. Per tutti i certificati ancora in quotazione, si ricorda che all’avvio dell’operazione straordinaria sul capitale corrisponderà una rettifica dei valori di strike e barriere per il principio di equivalenza finanziaria, sulla base del coefficiente K stabilito dall’IDEM. Nel segmento dei certificati a leva la situazione è invece la seguente: BNP Paribas quota ancora 2 Turbo Short con scadenza 15 giugno 2022 con spread bid-ask tale da consentire la parità a fronte di un movimento di Saipem pari ad almeno l’1,3%. Premio implicito ridotto ma scadenza perentoria fra 2 settimane. Vontobel e Société Générale non hanno al momento Turbo Short su Saipem in quotazione mentre Unicredit ha 5 Turbo Open End Short con leve che vanno da 0,7 a 5,13. L’assenza di scadenza consentirà di utilizzarli per trades ribassisti anche oltre l’operazione straordinaria ( con conseguente rettifica delle basi) e lo spread bid-ask si recupera con un movimento di Saipem dello 0,65% circa. Attenzione tuttavia al costo di finanziamento e relativo premio implicito ( Risk Management Fee) che risultano essere al momento superiori al 26%. A causa dell’elevata volatilità sul titolo sottostante e dei rischi elevati di gap overnight, l’emittente applica un premio implicito sulla quotazione che in caso di knock out andrebbe ad aggravare il bilancio rispetto al sottostante. Inoltre, il tasso sul quale viene calcolato il costo di finanziamento applicato giornalmente è oggi pari al 26,5% e pertanto in breve tempo il livello di knock out, che ad esempio sul Turbo Short DE000HB3CW88 è oggi a 6,22 euro, scenderà avvicinandosi al prezzo di Saipem ( ceteris paribus) , comportando oltre che maggiori costi anche maggiori rischi di azzeramento della posizione. Quali sono quindi le cautele da adottare in questa situazione? Accertato che altrimenti non sarebbe possibile fare, ossia che l’unico metodo immediato per “shortare” Saipem è quello di utilizzare i Turbo Open End di Unicredit, in virtù dell’attuale costo di finanziamento e del Risk Management Fee è consigliabile utilizzare anche per il trading di brevissimo gli strike con minore leva e non quello con maggior leva. Acquistando infatti gli strike 9,28 o 11,36, a titolo di esempio, a fronte di una leva di circa 1 si riuscirebbe ad allontanare il rischio di incappare in un knock out overnight o intraday a seguito di uno strappo rialzista di Saipem ( e non rimanere incastrati nel knock out vuol dire anche non perdere quel premio implicito attualmente presente nella quotazione) e soprattutto si pagherebbe un minimo costo di finanziamento. Rimarrebbe il rischio di riduzione futura del Risk Management Fee che comporterebbe una perdita relativa del Turbo ma se l’obiettivo di trading “short” su Saipem è finalizzato all’annuncio dei termini dell’Aumento di Capitale, potrebbe esserci in tal senso un impatto marginale rispetto all’atteso ribasso dei prezzi dell’azione.
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