Punti chiave con Giacomo Buzzoni
I prezzi delle azioni statunitensi hanno faticato a trovare una direzione solida per la maggior parte della giornata di trading dopo che il rilascio dell'IPC ha indicato il più alto tasso di inflazione che abbiamo visto in 40 anni, ma anche in linea con le aspettative di consenso. I principali indici sono stati scambiati leggermente più alti al momento di questa scrittura, mentre la volatilità implicita nelle opzioni dell'indice al CME era quasi invariata rispetto a ieri. Anche i rendimenti del Tesoro USA sono stati poco cambiati nel corso della giornata.
I mercati valutari del CME Group sono stati attivi, dato che il prezzo dei futures di diverse valute importanti ha raggiunto i massimi di diversi mesi contro il dollaro statunitense. L'euro, il dollaro australiano, il dollaro canadese e i prezzi dei futures sulla sterlina hanno tutti raggiunto livelli che non si vedevano da metà novembre dello scorso anno.
Infine, il gas naturale, di cui abbiamo scritto ampiamente nel 2021 a causa del prezzo storico e dei livelli di volatilità implicita a cui è stato scambiato, è salito di oltre il 13,5% oggi, secondo quanto riferito su una previsione di tempo più freddo e preoccupazioni di approvvigionamento. Come potete vedere nel grafico qui sotto, dopo essersi in qualche modo normalizzato alla fine dell'anno scorso, il prezzo dei futures è salito di oltre il 20% nelle prime due settimane del 2022 e la volatilità implicita a 30 giorni nei mercati delle opzioni è di nuovo scambiata oltre il 70%. Il grafico in basso è una rappresentazione dello scostamento delle opzioni del gas naturale sotto forma di Delta Risk Reversal 25. Come si può vedere, nell'ultima settimana, le call sono aumentate dal trading di circa il 5% sopra le put fino agli attuali livelli di circa il 13,5% sopra le put, dato che i trader sono disposti a pagare relativamente di più per un'esposizione al rialzo dei prezzi.