TUTTA UNA QUESTIONE DI TIMING
BUONGIORNO FOREX DEL 16.05.2022
Rallenta la locomotiva cinese, i dati pubblicati stamattina relativi alla produzione industriale sono a dir poco scoraggianti, con un -2.9% su base annuale e una domanda in caduta libera, messa in evidenza dalle vendite al dettaglio che segnano un drammatico -11.1%, i segni della politica zero covid si fanno sentire.
Non sarà facile recuperare questi dati, e la prospettiva mondiale non aiuta, dato che le economie occidentali sembrano andare verso una necessaria fase di rallentamento economico.
Le banche centrali devono colpire la domanda, rallentare per calare nelle vendite, tagliare i costi e abbattere i prezzi dell’energia, questo il mantra da seguire ad ogni costo, e la Cina seppur per la strada del covid sta anticipando quello che potrebbe essere la prospettiva futura del mondo occidentale.
Iniziano pertanto a rallentare anche le commodities, con i metalli industriali prima di tutto, dove un rallentamento forte della domanda potrebbe inficiarne la richiesta da parte di industrie produttrici di manufatti. Il quadro per una fase recessiva ci sembra completo oramai.
Sarà stagflazione? Beh a nostro parere, il quadro mostra una prospettiva di recessione, ma non è detto che le banche centrali falliscano l’obbiettivo di far calare i prezzi, e quindi con un’inflazione in calo, tutto sommato la fase di stagflazione potrebbe non avverarsi, e allo stato attuale delle cose sarebbe già un ottimo risultato, perché una volta controllata l’inflazione, seppur a caro prezzo, si potrebbe lavorare per la ripartenza del ciclo economico.
In tutto questo il dollaro americano, vero ed unico asset di interesse per gli investitori, continua a rimanere ancorato ai massimi di periodo, sopra 104.40, senza dar segni di storno. Molti asset class mostrano un quadro di eccesso, iper comprato/venduto simile al dollaro, con il silver che segna 4 settimane consecutive di ribassi, la sterlina che ne porta a segno altrettante. Anche lo yen giapponese registra una sequenza di 9 settimane di ribassi, prima dell’ultimo respiro che comunque non riesce a dare slancio per delle vere inversioni, ma non è solo il valutario a proseguire il suo eccesso, anche il comparto equity sembra non trovare spunti per delle inversioni rialziste, che rimarrebbero a nostro avviso solo ulteriori opportunità per entrare in trend ribassista.
I mercati stanno cercando di riequilibrare il mondo della finanza con l’economia reale, eliminando dai prezzi tutto l’aiuto goduto fino ad oggi delle banche centrali, e forse le prospettive di una fase di recessione ancora non sono state scontate, pertanto attenzione nella scelta di ingressi long , poniamo massima cura nella ricerca di un adeguato timing di ingresso.
Il nasdaq continua a rimanere sotto le resistenze chiave di 12700 senza giungere al touch della mm21 periodi daly che passa sopra le aree di 12800. Un adeguato storno rialzista vedrebbe approdi sulle aree di 14300 e solo eventuali breakout di questi livelli potrebbero determinare una chiara inversione che al momento riteniamo poco possibile, pertanto tutte le resistenze restano per noi occasioni di vendita.
Lo stesso vale per l’S&P che trova resistenza ai livelli chiave di 4060 prima, 4150 poi, per finire sulle aree chiave di 4300 dove ritroviamo le mm100 e 200 periodi daily, aree pertanto di grande interesse per posizionamenti corti.
Il valutario vede eurusd alle prese con i supporti di lungo periodo posti a 1.0350, aree dalla quale la possibilità di respiri sembra concretizzarsi in break out dei massimi di venerdi posti in area 1.0420, seppur il sentimentr dei retail reta al 73% long, e potrebbe vedere riduzioni solo al superamento di 1.05, area oltre la quale il sentiment avrebbe motivo di inversione.
Più debole la sterlina, con il cable che resta ancorato ai minimi di 1.2225, con la sola speranza di trovare un dollaro debole che possa concedere respiro al 79% dei traders in posizione long, che ha come spesso accade anticipato eccessivamente il timing di ingresso , partendo con posizioni lunghe dalle aree di 1.3550.
Interessante, dopo i dati di questa mattina, usdchn che sembra non voler abbandonare i massimi di 6.80, dopo una sequenza di quattro settimane consecutive di rialzi, partite dalle aree di 6.34. la divergenza netta nella congiuntura macro delle due economie non può che far salire il tasso di cambio che anche in questo caso vede il dollaro favorito.
Il calendario macro economico non ci porta altri dati rilevanti per la giornata odierna, mentre rimandiamo a domani l’attesa per la disoccupazione nel regno unito e le decisioni di politica monetaria della RBA.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta