SUPPORTI A RISCHIO BREAKOUT.
Nelle ultime due sedute, i dati americani hanno evidenziato un chiaro peggioramento della congiuntura, alimentando così una discesa dell’azionario che, se anche non pare ancora un sell off vero e proprio, comincia però a preoccupare, specialmente perché le price action spingono i prezzi sui supporti chiave di medio termine, che, se violati, potrebbero aprire le porte ad una accelerazione significativa al ribasso. Osservando i listini americani, non si può fare a meno di notare questi livelli chiave, ormai vicino ai prezzi attuali, come 32.470 per il Dow Jones, oppure l’area 3.880 - 3.920 per l’S&P500, o ancora 11.850 – 11.870 per il Nasdaq. Se dovessero mollare tali livelli, non possiamo escludere un movimento di accelerazione con obiettivi anche del 5 6 per cento. Ovviamente, si potrebbe obiettare che in fondo un 5 6 si potrebbe ancora tollerare, ma se si conoscono i mercati finanziari, ogni movimento porta con se possibili conseguenze che potrebbero poi alimentarne ulteriormente la spirale ribassista. Come si ricorderà, nel 2009, una concatenazione di eventi alimentò delle price action che solo qualche settimana prima, agli occhi di qualsiasi analista e investitore, non sarebbero minimamente state possibili e nessuno, a parte qualcuno considerato “poco sano di mente”, avrebbe scommesso un centesimo su un simile crollo di mercato. E se pensiamo che gli effetti dei rialzi dei tassi, molto probabilmente, sono ancora lontani dall’essersi manifestati compiutamente, allora ci rendiamo conto dei pericoli latenti e potenziali che si potrebbero correre nel medio termine. I dati Usa relativi al Pmi manifatturiero sono usciti a 47.7 mentre l’S&P Pmi è uscito a 47.3, ben al di sotto dei consensus, così come le componenti relative agli altri aggregati sono risultate inferiori alle attese. Si tratta del quarto mese di discesa consecutiva. In Europa nel frattempo, in mattinata, ieri erano stati pubblicati i dati sull’inflazione tedesca, uscita ancora, su base annua, al 9.3% nel dato armonizzato, e a +8.7% in quello generale, con un incremento superiore alle attese, anche su base mensile (+1% armonizzato e +0.8% in quello generale). Ciò conferma la volontà della Bce di alzare ancora il costo del denaro. EurUsd che ha provato, per ora senza successo, a rompere 1.0700, in una fase di mercato ancora misto e incerto. Movimenti erratici di breve ma senza direzionalità di fondo e correlazioni ancora saltellanti, con movimenti, soprattutto dei cross, che accelerano quando il mercato da dollarocentrico si trasforma in uno che si concentra sulla eterna lotta tra risk on e risk off oppure quando entra in correlazione specifica su una valuta diversa dal biglietto verde. La sensazione è che siamo ancora in una fase poco razionale, nella quale le aspettative si mescolano con i dati attuali in una situazione caotica dove tutto sembra possibile. E allora si deve vivere alla giornata, su tutti i mercati, almeno sino a quando le banche centrali non dichiareranno apertamente la fine del rialzo del costo del denaro. Fino a quando resteranno concentrate sull’inflazione e sino a quando soprattutto i prezzi rimarranno sopra le aspettative, vivremo l’attuale incertezza e price action. Oggi sul fronte dati sono attesi quelli sull’inflazione di Eurozona, attesa a +8.2% su base annua, solo un leggero calo rispetto all’8.6% del dato precedente. Ma sono attesi anche i dati analoghi italiani, con una stima a +8.8%, inferiore al 10% del dato precedente, ma comunque ancora troppo alto per sperare in una Bce accomodante. Nel pomeriggio i dati sul mercato del lavoro Usa a fare da market mover principale. Sul fronte price action, il dollaro torna a salire e cerca di rompere le prime resistenze per tornare sui massimi di fine febbraio, ma per ora sia su EurUsd, ma anche su Cable, sono presenti supporti di breve termine che paiono interessanti a cominciare da quell’area compresa tra 1.0630 e 1.0600 sulla moneta unica, per finire a quell’ 1.1910 20 supporto per la sterlina. UsdJpy che sembra voler tornare ad attaccare i messimi a 136.95, toccati il 28 febbraio che se violati al rialzo spingerebbero i prezzi anche fino a 138.00. Poche novità sulle altre coppie se non che in un mercato così poco correlato, a muoversi sono i cross, e tra questi segnaliamo livelli interessanti per NzdCad, AudCad e AudNzd, oltre che i cross dello Jpy AudJpy e NzdJpy. Buona giornata e buon trading.
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