RITORNA IL RISK OFF ?
La prima giornata sui mercati finanziari, di questo nuovo anno, non ha fornito alcuna indicazione rilevante, se non qualche piccola correzione dei mercati azionari europei, dopo che la sessione di fine anno era stata caratterizzata da perdite e ribassi un po’ generalizzati. Il mercato ieri ha corretto, e ha tenuto anche nella notte, nonostante il dato cinese sul Pmi manifatturiero Caixin, sia sceso uscito peggiore delle attese a 49, e gli investitori paiono ancora alla finestra, in attesa della fine delle festività e l’inizio “vero” di questo 2023. Dalla settimana prossima ricominceremo a parlare di attesa per le decisioni delle banche centrali e a tal proposito i dati sui Nfp di venerdì potranno essere di aiuto per comprendere i prossimi movimenti della Fed. La sensazione che il rialzo dei tassi non si finito c’è anche se vi sono segnali evidenti di medio termine che prima o poi questi rialzi così importanti e consecutivi lasceranno degli evidenti strascichi sulla crescita, sulla produttività e quindi sull’occupazione. La recessione dovrebbe quindi essere il tema principale di questo primo trimestre, con una attenzione maniacale ai dati che usciranno. Sul fronte cambi il dollaro sembra riprendere leggermente quota, con l’EurUsd che ha ceduto un centinaio di pips insieme alla sterlina, che ha perso quota 1.2000. La ripresa del dollaro sembra dovuta ai timori verso la nuova ripresa della pandemia, e per questa ragione pure lo Jpy è tornato a salire contro divisa americana, producendo la violazione dei supporti chiave di EurJpy tornato sotto quota 140.00. Per contro il supporto di UsdJpy a 129.70 80 ha tenuto, almeno per ora. Sugli altri rapporti di cambi non c’è molto da segnalare in un mercato che sembra non lontano da un aumento del risk off generalizzato. Anche l’indice paura e avidità (fear and greed), è tornato in zona paura a 37, in calo dai livelli di neutralità di 50 visti recentemente. Sulle materie prime registriamo il calo dle petrollio wti a 80.50 mentre il Brent naviga intorno agli 86 dollari. I timori di recessione e rallentamento globale spingono verso una diminuzione della domanda di energia, con il capo del Fondo Monetario Internazionale Georgiva che ha avvertito che il 2023 sarà un anno difficile in ragione del rallentamento delle tre aree di produzione globale Usa, Europa e Cina, con quest’ultima alle prese con una nuova ondata pandemica. Dal lato dell’offerta però gli investitori attendono che si faccia chiarezza su eventuali tagli alla produzione di petrolio da parte dell’Opec+, che potrebbero ancora alimentare spirali inflazionistiche. Mercati incerti quindi, e occhi puntati sui vari aggregati macro. Buona giornata.
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