LA CADUTA DEL DOLLARO NON SI ARRESTA.
Come abbiamo ricordato due giorni orsono, la correlazione intermarket tra azionario e valute comincia a dare segnali evidenti di inversione, in ragione dell’opinione degli investitori, che si riflette nella preoccupazione per l’andamento negativo dei dati americani che, se da un lato stanno portando la Fed a modificare il proprio atteggiamento, rendendolo sostanzialmente meno aggressivo in termini di Qt, il che è stato visto fino a ieri come nota positiva, dall’altro sembrano portare ad un rallentamento più marcato del previsto, che potrebbe intaccare di conseguenza, gli utili aziendali. Ecco quindi, che la reazione dell’equity ieri pomeriggio, per la prima volta da molto tempo a questa parte, è stata negativa, in presenza di dati americani ben al di sotto delle attese, cioè di fatto “bad news are bad news”. Una banalità, sosterrà qualcuno, ma se pensiamo che fino a qualche giorno orsono era il contrario e tutto ciò durava da almeno un anno, forse non è poi così banale. E si aggiunga, inoltre, un altra novità, ovvero in presenza di un azionario in ribasso, il dollaro anziché salire, è sceso ugualmente. EurUsd ha raggiunto 1.0520, Cable 1.2230 (due mesi orsono toccò 1.0320 di minimo), UsdJpy dai massimi di 152.80 è sceso a 135.30 e parrebbe ancora in un trend in piena distribuzione in cui il dollaro potrebbe essere, questa volta, la vittima sacrificale. E la settimana sembra proporre un venerdì col botto dato che oggi è prevista la pubblicazione dei payrolls, che se confermasse una settimana di dati americani decisamente negativi, potrebbe concludersi con un movimento che sulle valute, conferma l’inversione del trend del 2022, perché tecnicamente i maggiori cambi contro dollaro, dopo aver violato la ema 200 giorni, ora cominciano a mettere nel mirino la media a 100 settimane in un mercato perfettamente dollaro centrico. Nella notte i mercati asiatici hanno confermato la tendenza a questo cambiamento con i listini in ribasso nell’attesa dei dati di questo primo pomeriggio che potrebbero ulteriormente influenzare la Fed nella propria decisione del prossimo 14 Dicembre. Sulle materie prime poche novità, si oscilla nel range degli ultimi giorni e anche questo mercato è in attesa di capire quali saranno le prossime azioni di politica monetaria che insieme ai dati, rappresentano la chiave per comprendere l’andamento nelle prossime settimane. Buon fine settimana.
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