INCERTEZZA E ALTERNANZA TRA RISK ON E RISK OFF
Da almeno una settimana viviamo, sui mercati, una chiara alternanza tra momenti di ripresa e fiducia, a momenti di paura che rischia di divenire panico, in una sorta di up and down nel quale, sia le correlazioni intermarket sia quelle all’interno del medesimo mercato, continuano a saltare incessantemente, creando le condizioni per movimenti caotici e privi di qualsiasi logica. Di solito in passato, tali movimenti sono stati spesso anticipatori di periodi estremamente volatili e confusi, recessioni o notizie che hanno causato prolungati fasi di ribassi dei mercati e conseguentemente crolli di borsa ed erraticità estrema sulle valute. Non sappiamo ovviamente se sarà così anche questa volta, ma una cosa pare certa, ovvero sembra estremamente difficile fare qualsiasi stima o previsione sull’andamento dei principali asset. Intanto i listini americani, dopo una apertura in deciso ribasso, hanno recuperato e chiuso vicini alle aperture anche se misti, dimostrando di tenere ancora una volta i supporti chiave. Questa notte i listini asiatici si sono mossi allo stesso modo, cioè senza grandi variazioni. Le aperture in Europa si prevedono, per il momento analoghe, ovvero caratterizzate da bassa volatilità.
BANCHE CENTRALI ANCORA IN AZIONE
Nel frattempo la giornata di ieri ha visto diverse banche centrali alzare ancora il costo del denaro. Tra queste, la Boe che ha portato i tassi di riferimento al 4.25% (7 votanti su nove hanno deciso di alzare, due soli erano neutrali), mentre la Banca Nazionale Svizzera li ha alzati all’1.50% con un rialzo di 50 punti base portando gli oneri finanziari ai massimi dal 2008, nonostante le turbolenze relative al Credit Suisse. Ha alzato anche la Banca Centrale norvegese con un rialzo al 3% mentre in Asia, hanno alzato Filippine e Taiwan. A dimostrazione che le autorità monetarie di mezzo mondo temono ancora l’andamento dell’inflazione.
DATI USA POSITIVI
I dati sull’occupazione settimanale hanno evidenziato ancora un mercato del lavoro resiliente, nonostante i continuing claims siano aumentati mentre i jobless sono scesi a 191 mila. Sul mercato immobiliare, le vendite di nuove case sono aumentate dell’1.1% su base mensile, il livello più alto dall’agosto 2022.
VALUTE SULLE MONTAGNE RUSSE.
Sui cambi non c’e’ tregua, perché si vivono momenti di up and down senza alcuna logica, con alternanza tra risk on, risk off e correlazioni classiche e atipiche (per chi conosce la teoria) che si confondono all’interno della medesima seduta. EurUsd che rimane il piu’ forte in assoluto assieme allo Jpy, con la sterlina a ruota, mentre restano parzialmente deboli le oceaniche. Sale UsdCad invece, con il petrolio ancora debole e sotto quota 70 per il Wti e 75 per il Brent. Non c’è apparente correlazione intermarket, in ragione di borse che per metà seduta di eri sono state comunque deboli, mentre UsdJpy saliva, per poi scendere drasticamente con UsdJpy in deciso ribasso. Ciò che risulta nebuloso sono proprio gli sbalzi dei legami che solitamente dominano all’interno del mercato valutario.
DATI ODIERNI
Di interessante, segnaliamo le vendite al dettaglio inglesi, questa mattina alle 8.00, mentre alle 9.15 cominciano ad uscire i dati dei Pmi manifatturieri, composite e dei servizi per Francia, Germania, Eurozona e Uk. Nel primo pomeriggio attenzione alle vendite al dettaglio canadesi, e agli ordini di beni durevoli Usa, per poi terminare con i Pmi manifatturieri composite e servizi americani. Una giornata intensa, tutta da vivere. Buon trading e buon fine settimana.
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