IL DOLLARO RIPIEGA LEGGERMENTE
Prosegue il recupero della moneta unica, caratterizzato da una impulsività dettata da voci che girano sul mercato rispetto ad un possibile duplice intervento della Bce giovedì prossimo, ovvero un rialzo di 25 o 50 punti base e contemporaneamente, nuovi acquisti di bonds e interventi a sostegno dei paesi periferici, tra cui lo scudo antispread. Sono solo voci, ma tanto è bastato per riportare la moneta unica non lontano da quel famoso livello di breakout a 1.0320 30 che aveva rappresentato l’ultimo baluardo prima della discesa alla parità. I massimi visti sono stati in area 1.0270, per ora, anche se da qui a giovedì ci potremmo anche aspettare i test dell’area richiamata sopra 1.0300. Ricordiamo, tra le altre cose, che sono stati pubblicati i dati sull’inflazione di Eurozona che ha fatto registrare un incremento dell’8.6% su base annua, come da attese, di poco inferiore all’inflazione Usa, al 9.1% e anche questo secondo noi ha contribuito ad alimentare l’idea che la Bce possa alzare anche di 50 basis points, Iil che sarebbe il primo rialzo da più di dieci anni a questa parte. Nulla è cambiato, però, a livello macro, e i timori di recessione, specie in ragione di una probabile crisi energetica, rimangono attuali nel vecchio continente, ed è la ragione per la quale non ci scaldiamo più di tanto nel vedere la moneta unica riprendersi. Per il momento il mercato rimane venditore sui rialzi, specie perché dopo giovedì le aspettative si sposteranno nuovamente, sul rialzo del costo del denaro da parte della Fed, che dovrebbe muoversi con un aumento di almeno 75 punti base. Sul fronte macro però dobbiamo segnalare il dato inglese sulla disoccupazione, rimasto al 3.8%, la dimostrazione che il mercato del lavoro del paese anglosassone rimane solido, nonostante l’aumento dei prezzi e il rialzo dei tassi. Il numero degli occupati, tra l’altro è aumentato di 296 mila unità, il livello più alto a livello trimestrale da un anno a questa parte. Sterlina in ripresa, sopra 1.2000 ma anche in questo caso, bisogna aspettare conferme e la violazione di 1.2050 60 area per poter ambire a qualcosa di più. Vale, per la sterlina, ancora lo stesso discorso fatto per la moneta unica, ovvero siamo in fase di correzione che potrebbe essere il preludio a nuove discese, almeno fino a quando non rompereremo livelli chiave, ancora lontani. Sulle altre coppie di valute segnaliamo la discesa del UsdJpy che ha perso dai massimi oltre 200 pips, arrivando a 137.50. E’ anche questo, solo un pull back dovuto, e sarà interessante vedere se il dollaro ripartirà da giovedì in poi quando tutte le attenzioni si sposteranno sulla Fed. Scende il UsdCad anche in ragione del fatto che il petrolio rimane intorno ai 97 98 dollari al barile e non pare voler rompere i supporti chiave posti tra 92 e 91. Ha sfondato il supporto a 1.2900 e punta ai target posti tra 1.2775 e 1.2810 . Sul petrolio, abbiamo più volte ricordato che l’area di 90 rappresenta il livello cruciale da violare la ribasso per poter parlare di inversione del trend. Oceaniche sempre interessanti e in ripresa sul biglietto verde Con AudUsd che punta a 0.6960 70 e NzdUsd che ha come obiettivo l’area di 0.6380. Aspettiamo quindi la Bce con grande attenzione, per scoprire se rilasceranno qualche dichiarazione a favore dell’Euro oppure no. In assenza, molto probabilmente ricominceranno gli attacchi alla moneta unica.
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