FASE DI CONGESTIONE, MA DURERA’ POCO.
Poche novità sui mercati finanziari alla ripresa della settimana. Pochi movimenti e fase piena di congestione, anche in ragione della nuova festività americana del Juneteenth national indipendence day, una festa federale e ricorrenza con cui si commemora la liberazione degli schiavi afroamericani. Mercato chiuso, che ha condizionato evidentemente anche la sessione europea. E sulle valute pochissimi movimenti degni di questo nome. Principali coppie valutarie rimaste in 20 30 pips di trading range e sostanzialmente sui livelli di chiusura di venerdì sera. EurUsd che ha oscillato tra 1.0510 e 1.0545 così come la sterlina tra 1.2220 E 1.2270. Nonostante i pochi movimenti, c’è da segnalare le dichiarazioni del Governatore della Bce Lagarde e di Mann della Bank of England. Lagarde ha promesso due rialzi dei tassi a luglio e a settembre, entrambi di 25 punti base, troppo poco, specie se l’inflazione rimarrà tale e non dovesse scendere. Mann invece ha parlato della necessità di seguire la Fed nel rialzo del costo del denaro per evitare che il dollaro possa schiacciare la sterlina e causare un aumento dell’inflazione importata. In buona sostanza il banchiere centrale ha finalmente messo in rilievo il pericolo di una spirale inflazionistica che peggiori le cose proprio per l’andamento del tasso di cambio e se ricordate, qualche settimana orsono, avevamo proprio segnalato questo pericolo. Il membro della Boe ha poi segnalato che la forza del dollaro aumenta l’inflazione di circa mezzo punto percentuale, rispetto a qualche settimana orsono. Non ha specificato però a sufficienza, quanto vale, in termini di inflazione, un calo di 10 punti percentuali del tasso di cambio, che poi è la percentuale che ha perso la divisa britannica da Marzo in poi. In ogni caso ha ricordato che aumentare il costo del denaro riduce il rischio di caduta della valuta. Su altri fronti segnaliamo un Usdjpy vicino ai massimi di 115.50, la cui rottura aprirebbe la strada ad una nuova ondata di rialzi, probabilmente, mentre il UsdCad è sceso qualcosa dai massimi sopra 1.30 con il petrolio che si è fermato, nel prezzo Wti cash, in area 107.00 e ha corretto al rialzo tornando sopra 110, in seguito alle rinnovate preoccupazioni relative all’approvvigionamento, legate alla guerra e al mancato aumento della produzione da parte dell’Opec. Tutto ciò supera anche i timori di una recessione che aveva generato il movimento di fine settimana scorsa con il petrolio al ribasso. Nella notte le borse Asiatiche hanno rimbalzato, sull’onda del recupero dei futures a Wall Street, mentre la Rba ha pubblicato le minute nelle quali si legge che le autorità monetarie sono impegnate a mantenere la politica monetaria restrittiva anche per i mesi a venire, date le prospettive di inflazione e del mercato del lavoro, con la disoccupazione ai minimi da 50 anni a questa parte. La giornata, sul fronte dati, si presente non così interessante, con le vendite al dettaglio canadesi e i dati sul mercato immobiliare Usa, che però non crediamo saranno market movers. L’attenzione è rivolta ai dati inglesi sull’inflazione, in via di pubblicazione domani mattina alle 8.00. Si pensa che l’inflazione si possa avvicinare, nel dato generale, alla doppia cifra. Ma anche il Canada domani pubblica i numeri sul cpi, attesi alle 14.30. Probabilmente questi due dati saranno il trigger per un aumento della volatilità. Buona giornata e buon trading.
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