EURO, SI RICOMINCIA A SCENDERE ?
Comincia un’altra settimana di passione sul mercato valutario, in un contesto di aumentati timori e paure degli investitori, relativamente ad una costante e persistente divaricazione tra l’andamento dell’inflazione da un lato e i pericoli di discesa della congiuntura dall’altro. Tutto questo però, sta succedendo al di qua dell’oceano, mentre negli Stati Uniti, i dati macro continuano ad evidenziare una congiuntura economica che non sembra preoccupare la Fed, anzi, la preoccupano, ma nel senso opposto. Ovvero i dati americani evidenziano ancora crescita, come dimostrano i numeri sulle vendite al dettaglio pubblicate venerdì scorso ed uscite decisamente migliori delle attese a +1% nel mese di giugno contro un -0.1% del mese precedente e superiori al consensus di +0.8%. Ciò significa che la Fed continuerà ad alzare i tassi seguendo l’approccio aggressivo già iniziato a fine 2021, e a fine mese potrebbe alzare non più di 75 punti base come la maggior parte degli analisti si attende, ma addirittura di 100, il che porterebbe i Fed Funds a +2.75%, seguendo di fatto a ruota la Bank of Canada che ha appena alzato dell’1% i tassi. E’ chiaro che in tale scenario la valuta americana, è, e rimane quella, a cui gli investitori ambiscono, sia in termini di maggiori rendimenti, sia in termini di protezione contro qualsiasi evento, specialmente considerato il fatto che non vi sono segnali di alcun tipo, che possano far sperare nella fine delle ostilità in Ucraina. Tutte le altre valute, bene o male, soffrono la forza del dollaro, pur in presenza, a livello tecnico, di possibili divergenze che in qualche modo farebbero pensare a correzioni, che ai prezzi attuali, parrebbero dovute. Ma il trend naturale, in relazione alle aspettative sui tassi e alla forbice tra due valute, è ancora chiaramente a favore della divisa Usa, e tenderà ancora ad acuirsi, per cui ogni correzione sembra, per il momento, esclusivamente un’ ottima opportunità per entrare nel trend attuale pro dollaro. Ciò vale non solo per Euro, ma anche per sterlina e Jpy, mentre a ruota si muovono le oceaniche, che a differenza delle tre richiamate, godono di benefici legati al fatto che i paesi di riferimento, sono esportatori di materie prime e quindi, pur subendo la forza del biglietto verde, tengono meglio. Materie prime ancora forti, ma attenzione, perché è da esse che potrebbe venire il secondo grande movimento della seconda metà di questo erratico 2022. Un petrolio infatti, sotto i 90 dollari potrebbe significare l’arrivo, a livello globale, della tanto temuta recessione, e i prezzi a quel punto potrebbero anche scendere repentinamente. Sotto quota 90, il petrolio potrebbe avere come target anche livelli intorno ai 60 dollari al barile. E’ chiaro che dipende anche e soprattutto da come si comporterà la locomotiva globale, ovvero gli Usa, da cui dipenderanno molti di questi movimenti. L’Europa, è probabile che entri in recessione verso la fine dell’anno e a ruota potrebbero seguire la Gran Bretagna mentre per il Giappone il discorso è profondamente diverso in ragione del fatto che l’inflazione è ampiamente sotto controllo e intorno al 2.5%, Sulle oceaniche i discorsi sono diversi perché per Australia e Nuova Zelanda, si prevede un percorso progressivo di uscita dalla crisi pandemica che ancora non si è completato, con una inflazione non così importante come in occidente e tassi comunque in salita ma senza alcuna fretta o pressione verso il rialzo. In questo scenario quindi dobbiamo capire le dinamiche delle singole coppie valutarie, che sui cambi originali, vede ancora EurUsd e Cable in sell on rallies, UsdJpy in buy in dips con obiettivi rispettivamente sotto la parità per la moneta unica (anche 0.9600), intorno a 1.1500 il cable e oltre 140.00 usdjpy. Ma come scrivevamo anche venerdì sera, attenzione alle correzioni anche violente perché siamo su aree e livelli che potrebbero essere decisamente non graditi alle banche centrali, che potrebbero a tal proposito mettere un freno a tali movimenti, specie se eccessivamente erratici. Questa settimana, sul fronte dati, vede la pubblicazione delle trimestrali Usa, mentre sul fronte tassi sarà la volta della Bce e della Boj decidere sulla politica monetaria. Occhio anche all’inflazione in Usa, Canada e Giappone. Pmi ancora per Usa, Uk e area Euro. Manteniamo le cinture allacciate, ci sarà da ballare. Buon trading e buona giornata.
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