ALTERNANZA RISK ON - RISK OFF !
Dall’inizio dell’anno, viviamo una fase nella quale, sui mercati, prevale l’alternanza tra sentiment positivi legati ad un prossima fine del ciclo dei ripetuti rialzi del costo del denaro da parte delle banche centrali, e timori invece di ulteriori strette monetarie dovute a dati macroeconomici che restano tutto sommato positivi e per certi versi anche sorprendenti. Va ricordato che sui mercati obbligazionari, già da tempo, sembra che gli investitori abbiano fatto una scelta, ovvero credono in una futura recessione, considerato il fatto che i tassi a breve continuano a mostrare rendimenti superiori a quelli a lungo, a dimostrazione evidente che chi investe nei bonds percepisce incertezza economica e richiede quindi tassi di interesse più alti per le obbligazioni a breve termine. Se costoro avranno ragione, ben presto, ci ritroveremo nella condizione per cui le banche centrali saranno costrette, in fretta e furia, a tornare sui loro passi, evitando di ritrovarsi eccessivamente “behind the curve” nel momento in cui la recessione dovesse affacciarsi. Per il momento non è così, perché la reazione dei consumatori alla fine dei lockdown che avevano fermato il mondo, si è protratta più di quanto in molti avessero previsto, per cui i consumi restano solidi. E quindi i banchieri mantengono il loro approccio aggressivo, destinato però prima o poi a creare le condizioni per un rallentamento economico, specie perché i vari funzionari reiterano la necessità, anche qualora dovessero fermarsi con i rialzi ripetuti, a mantenere i tassi fermi sui top per un certo periodo di tempo. E in queste condizioni, il mercato continua, come abbiamo ribadito anche nel nostro ultimo commento, ad essere abbastanza volatile nel breve, senza però portare a termine i vari movimenti con accelerazioni e continuazione dei trend che sembrano ormai anestetizzati da questo equilibrio tra risk on e risk off, determinato dall’incertezza verso il futuro. Dopo aver visto un recupero del dollaro e una discesa delle borse da metà febbraio a inizio marzo, ora il mercato sembra ritornare a salire, con i listini in crescita e il dollaro che sembra aver fatto dei massimi relativi di breve termine, e specie le chiusure di venerdì scorso, hanno enfatizzato questi ultimi movimenti. I listini Usa hanno chiuso la settimana in positivo e il biglietto verde è tornato indietro in serata con EurUsd che è tornato sopra quota 1.0600, andando a chiudere a ridosso di 1.0640. Ora, se la correlazione rimarrà tale, e i listini dovessero violare le resistenze chiave, potremmo vedere un EurUsd tornare verso 1.0800, che rappresenta il primo vero obiettivo di breve termine. I dati Europei, peraltro continuano a mostrare una inflazione più alta rispetto agli Usa e una Bce apparentemente più aggressiva della Fed, il che agevola ulteriormente il recupero della moneta unica. Per contro, il delta tasso a favore del biglietto verde continua ad incidere, questo va ricordato. Sul fronte sterlina segnaliamo la tenuta di 1.1900 ed un recupero sopra 1.2000 che però non dimostra ancora nulla, se i prezzi saranno incapaci di rompere le resistenze chiave poste a 1.2150 60 area. Sul UsdJpy invece, la chiusura di venerdì sembrerebbe generare un ribasso più consistente, nonostante i dati sull’inflazione in deciso calo, avessero fatto pendere la bilancia per un ritorno della coppia valutaria sopra 138.50 come obiettivo. Sugli altri tassi di cambio, segnaliamo i cross (cambi senza presenza di dollaro) che lavorano nei trading range delle ultime settimane, essendo tornato un mercato dollaro centrico, che tende a mantenere alte le correlazioni tra i cambi originali, riducendo per contro, e di conseguenza, la volatilità dei cambi derivati. Le oceaniche paiono in leggero recupero, ma sempre più lente e meno volatili delle majors. Sulle emergenti segnaliamo il ritorno dello Yuan che contro divisa americana, ritorna a salire in ragione della solita correlazione che vede il remimbi salire in condizioni di risk on e scendere per contro in fase di risk off. I primi target sono posti a 6.8500. Sul fronte dati, la settimana entrante appare estremamente interessante con la pubblicazione dei payrolls venerdì relativi al mese di febbraio, senza dimenticare l’audizione al Congresso da parte di Jerome Powell. L’ultimo dato sui NFP, ricorderete, era uscito oltre i 500 mila anche se qualcuno aveva parlato di dato influenzato dalla stagionalità, e questa volta le attese sono per un incremento di 200 mila posti di lavoro, con la disoccupazione generale ai minimi da 50 anni al 3.4%. Per quel che riguarda altri dati, segnaliamo la pubblicazione dell’inflazione cinese, insieme ai Pil di Eurozona, Uk e Giappone. Infine attesa per le decisioni delle banche centrali canadese, australiana e giapponese. Un menù estremamente ricco e da gustare. Tavole imbandite quindi e tutti pronti a degustarlo. Buona settimana.
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