SI PARTE, CHE ANNO SARA’ ?
Si riparte ! Terminato il 2022 con la borsa americana che ha fatto registrare l’anno peggiore dal 2008, si ritorna davanti ai monitor con i vecchi timori e le recenti incertezze relative alla possibile recessione derivante dall’azione determinata delle banche centrali, che non hanno esitato a mettere in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per combattere l’inflazione. Ma, almeno per il momento, gli indici dei prezzi al consumo, almeno quelli su base annua, non accennano a scendere al ritmo sperato, costringendo le autorità monetarie a non allentare la presa. Se è vero che su base mensile cominciamo ad intravedere qualche rallentamento dei prezzi, dall’altra parte del mondo, il principale concorrente americano, la Cina, è tornata in pieno dentro all’incubo Covid, insieme alla pubblicazione di dati che hanno segnato il passo. Ciò aiuta a comprendere quanti dubbi ancora vi siano e quante incertezze ancora avvolgano le principali economie del pianeta, specie se le azioni che il Governo Cinese intraprenderà, rischieranno di far ripiombare il mondo nelle strozzature d’offerta che sono state, nel recente passato, la ragione principale dell’aumento dei prezzi. Il Pmi manifatturiero cinese, pubblicato la scorsa settimana ha evidenziato un altro calo, ed è il terzo mese consecutivo di contrazione dell’attività industriale e una delle ragione è il ritorno prepotente dei casi di pandemia. Il Pmi non manifatturiero è andato ancora peggio con un 41.6 ben inferiore al 46.7 del mese precedente. I mercati azionari europei hanno chiuso anch’essi in ribasso con l’indice Stoxx 600 che ha perso il 12.8% l’anno scorso, la peggiore perdita dal 2018. Anche il Dax ha perso circa il 12%. E l’anno parte, dicevamo, con incertezze che stanno colpendo anche il mercato dei cambi, all’interno del quale la correlazione resta dollaro centrica, ma diversamente da quanto accaduto nel 2022, pare che alla paura dei mercati corrisponda un indebolimento del biglietto verde anziché un suo rafforzamento. L’EurUsd continua ad arrampicarsi lentamente verso i primi obiettivi che recentemente avevamo richiamato in area 1.0780 1.0800 e per ora continua a creare minimi crescenti che paiono molto solidi tutte le volte che vengono testati. Si consideri il fatto che le posizioni degli istituzionali sui futures, risultano long di oltre 16 miliardi di Euro che per il mercato del Cot rappresenta una posizione importante, dato che rappresenta circa il 5% di campione del mercato dei cambi. Sul Cable, abbiamo visto una discesa che per ora ha tenuto egregiamente l’area di 1.1980 1.2000, e dai livelli attuali si potrebbe tornare anche a 1.2500, massimi precedenti. Molto dipenderà dai dati inglesi in uscita già a Gennaio. Non vi sono grandi novità sugli altri rapporti di cambio rispetto alle chiusure del 2022, ma ciò che pare una conferma è questa intrinseca debolezza di dollaro che potrebbe anche continuare. Ma l’anno è appena cominciato e vedremo quali saranno i primi movimenti degni di rilievo. Per ora, viviamo alla giornata. La settimana entrante sarà già molto intensa dato che avremo immediatamente i Non farm Payrolls, i verbali del Fomc , il Pmi manifatturiero e l’Ism per gli Usa. Saranno pubblicati anche i dati sull’inflazione per l’Europa, da non sottovalutare perché da essi dipenderanno le prossime decisioni della Bce. Buon trading e buona settimana.
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