PULLBACK DEL DOLLARO
Dopo aver toccato quota 0.9900, ieri l’Euro ha cominciato a recuperare qualcosa, esclusivamente però durante la sessione americana e in seguito alla pubblicazione di dati macro statunitensi decisamente inferiori alle attese. Dapprima i dati sul mercato immobiliare con la vendita di nuove abitazioni che è scesa del 12.6% su base mensile a 511.000 unità abitative nel mese di Luglio, un numero che già risentiva del rialzo del costo del denaro dei mesi precedenti, e che penalizza ovviamente i mutui casa. Le previsioni infatti erano per un incremento di 575.000 nuove abitazioni. Successivamente sono usciti i numeri relativi ai Pmi, già pubblicati in mattinata per Europa e Uk, e il risultato è stato un Pmi dei servizi sceso a 44.1 contro un 49.8 del consensus, mentre il dato del settore manifatturiero è uscito a 51.3, inferiore al consensus di 51.8. Il composite è uscito a 45, anch’esso inferiore alle previsioni. Se confrontiamo i Pmi americani con quelli europei, scopriamo che quelli statunitensi appaiono di gran lunga inferiori a quelli europei e inglesi, il che dimostra che il mercato, in questo momento, appare influenzato dalla narrativa sui tassi, ancor di più di quanto alcuni aggregati evidenzino, su cui invece potremmo dire di osservare un comportamento decisamente più incerto, nell’analisi della congiuntura. E invece, le previsioni sui tassi vedono una Fed ottimista, ancora convinta che non vi sarà alcuna recessione (occhio però ai dati del settore immobiliare che sono di Luglio, e anche ai Pmi, onestamente recessivi), e soprattutto ancora molto aggressiva nelle dichiarazioni a favore di ulteriori rialzi del costo del denaro, mentre in Europa le dichiarazioni sono improntate ad un pessimismo e convinzione differente e che ora vede recessione. Sia Nagel della Bundesbank ma anche Panetta, della Bce, vedono recessione a breve nel vecchio continente. Euro, comunque, che ha corretto andando al retest della parità, ieri pomeriggio, per poi consolidare 50 pips al di sotto della resistenza psicologica. Nessuna dichiarazione a favore della moneta unica da parte della banca centrale europea, ma neppure dalla Bank of England arrivano dichiarazioni a sostegno della valuta britannica. E’ e rimane un silenzio poco comprensibile. Ma il peggio forse deve ancora venire. Settembre sarà un bel banco di prova per i mercati. Il dollar index, dal canto suo, ha perfettamente costruito un doppio massimo, che parrebbe estremamente significativo, a 109.00, un livello, ora da monitorare per vedere se da quest’are partiranno correzioni più o meno impulsive. Sul fronte delle materie prime il petrolio ha tenuto quota 86 87 ed è tornato a 94 sul fronte del Wti mentre il Brent è tornato sopra 100, in ragione di un calo delle scorte maggiore delle previsioni. Il mercato resta in attesa di Jackson Hole venerdì e inevitabilmente tutta la settimana viene influenzata, a livello di price action d questo appuntamento. Buona giornata e buon trading.
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