Il fallimento della Silicon Valley Bank è una circostanza sia di rischio idiosincratico (sovraesposizione a un settore, cattiva gestione del rischio, ripetizione di errori passati nel settore bancario) sia di un sintomo del più ampio ciclo macro (inflazione, stretta monetaria, rallentamento economico).
Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, può essere considerato alla stessa stregua del fallimento di FTX: sulla scia dell'ondata di liquidità globale del 2020, sono nate una serie di bolle (titoli tecnologici, criptovalute, SPAC, titoli meme, asset alternativi), ed è logico continuare ad aspettarsene lo scoppio man mano che la stretta monetaria si dipana.
Come si suol dire.. quando la marea si abbassa, scopriamo chi non indossa il costume.
1 commenti
Popular symbols
In diretta
UPNDW Economics
Londra
Milano
New York
Tokyo
Calendario economico
Oggi non sono presenti eventi economici rilevanti
Chat
Prossimi dividendi
Non sono presenti dividendi
App mobile
Proviamo a vederla anche da un altro punto di vista, sempre legato al tech.
Questo grafico è piuttosto scioccante, anche se rappresenta solo una parte della storia (non tiene conto delle assunzioni): l'impennata dei licenziamenti nel settore tecnologico è storicamente senza precedenti.
Fino ad ora l'ecosistema tech/startup non è stato realmente messo alla prova dall'aumento dei tassi e dall'indebolimento dell'economia. Per un certo periodo, la crescita degli utili dei titoli tecnologici è stata quasi indipendente dal ciclo economico, dal momento che l'espansione delle quote di mercato e l'adozione/disruption della tecnologia hanno determinato una crescita degli utili "strutturalmente più elevata". Ma a un certo punto non si può ignorare la macroeconomia... soprattutto dopo che il settore tecnologico ha beneficiato di una spinta in avanti della crescita 'eccezionale ed unica' durante la pandemia, in quanto la permanenza a casa ha accelerato una serie di tendenze legate all'adozione della tecnologia