FOCUS OCEANICHE
ANALISI COT REPORT del 19.03.2022
Prosegue il 2022 con una rinnovata volatilità nel comparto valutario, che aveva sofferto anni di compressione e ridotto interesse, e queste ultimissime settimane il focus per le dinamiche geo-politiche e le nuove linee guida da parte delle banche centrali stanno generando ottimi volumi anche per i large speculators che cercano l’assetto migliore per i loro portafogli.
L’ultima settimana è stata senza dubbio dominata dalle valute oceaniche, che sembrano godere del favore delle mani forti, le quali entrano sul mercato prepotentemente, come non accadeva da oltre 130 settimane sia per il dollaro australiano che per il dollaro neo zelandese, ma procediamo con il consueto ordine per analizzare il posizionamento su tutti i futures valutari.
Crollano le posizioni long Euro, che passano da 58844 contratti netti long a 18794, con una riduzione di ben 40050 contratti, volumi che non si vedevano in una sola settimana da oltre 137 rilevazioni, segno di un disimpegno importante delle mani forti dal comparto Euro, causa ovviamente anche il conflitto Ucraina -Russia, che penalizza grandemente l’Europa e aumenta le possibilità di un secondo semestre di recessione, pertanto l’euro resta ancorato alle aree di minimo si 1.1150-1.1050, recuperando dai minimi di questo 2022 a 1.0875, aree viste nel Marzo 2020 in piena esplosione pandemica. Si testa ancora la parte bassa del canale discendente che parte dai massimi di 1.2450 del gennaio 2021 e che trova la sua resistenza dinamica nelle aree di 1.1350.
Si liquidano anche posizioni sterline, con le mani forti che proseguono il loro posizionamento short netto con 29061 contratti corti, incrementando di ben 16535 la precedente posizione short. Non sembra pertanto ancora sufficientel’azione della BOE di rialzo tassi di interesse portato a +0.75% per dare forza strutturale alla valuta britannica, che continua a rimanere come l’Euro in un canal ribassista che parte dai massimi di 1.4210 di maggio 2021 e che ora ne vede il test della parte bassa a 1.30 figura. Le forti incertezze geo politiche e l’ombra di una possibile stagflazione, calano anche sul regno unito e sulla sterlina, che potrebbe anche tornare a testare la parte alta del canale appena citato , nelle aree di 1.36, ma solo il suo superamento, detterebbe la nascita di un vero trend rialzista di lungo periodo.
Prosegue senza troppi scossoni il posizionamento netto corto dei large speculators sulla valuta nipponica, che con una BOJ ultra accomodante, non trova spiragli di acquisti, lasciando le mani forti nette corte con 62340 contratti short, in linea con il mood dell’ultimo anno di contrattazioni.
Il futures Japanese Yen pertanto continua inesorabile la sua discesa, settimana dopo settimana agiorna i suoi minimi senza dare segni di storno, inutile quindi cercare di nuotare contro una cosi forte corrente direzionale.
Giungiamo dunque al focus di questa settimana, con le oceaniche e dollaro australiano in primis, che vede i large speculators ridurre grandemente il loro posizionamento corto, che passa da -78195 contratti a-44856, generando una variazione di ben 33339 contratti in una sola settimana, delta che non si registrava da oltre 130 rilevazioni, dando un forte segnale di interesse sull’asset che gode anche del distacco geografico e politico dai conflitti europei e in generale dalla fortissima inflazione mondiale, che sembra rimanere latente nei paesi oceanici, tanto da non destare eccessiva preoccupazione nella RBA che resta ancora in osservazione senza modificare la sua politica monetaria.
Il dollaro australiano a differenza delle altre majors ha rotto a rialzo il canale ribassista che lo vedeva prigioniero dai massimi di 0.7950 dell’aprile 2021 fino ai minimi di 0.70. sembra ora plausibile un approdo alle aree di precedente massimo di 0.7550.
Anche il dollaro neozelandese segue le dinamiche del dollaro australiano con un posizionamento netto lungo per questa settimana da parte dei large speculators che passano da un netto corto di 12397 contratti ad una posizione netta long con 3653 contratti, generando un delta di oltre 16000 contratti, che non si registrava dal dicembre 2019 dove l’interesse massimo ha toccato 17000 contratti netti long in una sola settimana.
Vedremo se anche per il dollaro neozelandese ci sarà una prosecuzione di questo interesse long, che potrebbe riportarlo nelle aree di 0.6950 -0.70 figura.
A frne le spese è stato il dollaro americano, che con una FED sicuramente hawkish nell’ultima riunione, ma forse non abbastanza da convincere gli investitori, vede buone prese di profitto, con una riduzione del posizionamento netto long di 5664 contratti, portando la posizione netta lunga a 28380 contratti.
Seguiremo la prossima settimana le dinamiche geo politiche che si stanno riflettendo pesantemente sui mercati finanziari mondiali, generando un’ampia e alle volte pericolosa volatilità
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta