Da una rapida occhiata al movimento del mercato azionario rispetto al percorso del PMI, si potrebbe sostenere che l'S&P500 stia già scontando in una certa misura il rischio di una recessione., Ma anche se prendessimo questa valutazione o interpretazione per oro colato, il quadro rimarrebbe alquanto incompleto. E anche se la conclusione fosse vera, confidare troppo nell'ottimismo potrebbe indurci in fallo.
Con confidare troppo nell'ottimismo, intendo ragionare in questa maniera: "bene, la recessione è già nei prezzi, quindi un minimo è vicino" ...in altre parole, perché il rischio di una recessione è già un concetto abbastanza condiviso dagli operatori, è già nel prezzo (il classico vendi i rumors, compra la notizia).
Ciò esclude una serie di altre considerazioni come le valutazioni del livello di partenza e le domande su quanto il movimento delle azioni rifletta il picco dei rendimenti obbligazionari, l'impennata dell'inflazione e gli shock geopolitici, ecc., rispetto al probabile percorso degli utili in una recessione in quanto tale.
L'omissione più importante inoltre è che non affronta l'entità o la durata della recessione. In altre parole, tutto ciò che possiamo dire è che il mercato azionario si sta comportando come se l'ISM stesse per scendere sotto i 50, e stop.
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Detto questo, è vero che quando si ha una situazione in cui il mercato sta apparentemente scontando una recessione e il sentimento/posizionamento sono significativamente ribassisti, non ci vuole molto in termini di buone notizie (o semplicemente notizie meno cattive) per innescare un rally potenzialmente deciso.
Tutto ciò vale a dire, in pratica
quadro generale: rischio di ulteriore ribasso (dopotutto è un mercato ribassista)
quadro particolare: rischio di rialzo (anche i mercati ribassisti più pesanti hanno visto alcuni importanti rialzi in controtendenza)