CONGESTIONE E CONSOLIDAMENTO.
Nelle ultime ore il mercato si è congestionato, specie per quel che riguarda le valute, con l’EurUsd in range trading tra 0.9900 e 1.0000. e le altre valute a ruota in quasi perfetta correlazione dollarocentrica. Non si segnalano grandi novità né da un punto di vista macro, tantomeno sotto il profilo delle price action. Di fatto analisti e investitori, stanno aspettando le dichiarazioni dei banchieri centrali che si radunano venerdì a Jackson Hole. E tutti aspettano in particolar modo Jerome Powell che dovrebbe mantenere, in linea di principio, il medesimo approccio avuto nelle ultime occasioni in cui si è espresso, ovvero necessità di mantenere una politica monetaria restrittiva, per combattere una inflazione che non accenna a rallentare, senza necessariamente causare una recessione, che ancora negli Usa, non si intravede. E’ pur vero che i dati che stanno uscendo dagli Stati Uniti, sono misti e in peggioramento come tendenza, ma è altrettanto vero ricordare che non si può parlare di recessione. In Europa le cose sono diverse, con una Germania che, a detta anche di alcuni banchieri della Bundesbank, dovrebbe entrare in hard landing in autunno e potrebbe trascinare con sé altri paesi, tra cui il nostro. Gli effetti di sanzioni e razionamenti dovrebbero cominciare a farsi sentire nel vecchio continente, nonostante i prezzi continuino a salire, sia sul fronte energetico, ma anche su quello alimentare, e ciò potrebbe portare alla tanto temuta stagflazione. Questa è, e rimane, una delle principali ragioni della discesa dell’Euro, e a tal proposito, l’atteggiamento della Bce non aiuta, dopo le dichiarazioni di Panetta, che ha parlato di probabile recessione. Nessun intervento verbale a sostegno dell’Euro, dobbiamo ricordarlo e poche le novità sul fronte geopolitico. Stamani è uscito il Pil tedesco, nella rilevazione finale del secondo trimestre, atteso a +1.5% su base annua, nel dato non destagionalizzato ed uscito migliore a +1.8%, mentre il dato stagionalizzato è uscito a +1.7% rispetto ad un consensus di +1.4%. Dati leggermente migliori che hanno provocato un piccolo rimbalzo della moneta unica. C’è attesa anche per le minute della Bce e per l’Ifo tedesco, mentre nel pomeriggio seconda stima del pil Usa del secondo trimestre. Le previsioni sono per un -0.7%. Tecnicamente, i trend valutari vedono sempre il dollaro protagonista, anche se è talmente tirato sui time frame più alti che si potrebbero vedere correzioni più rilevanti di quelle a cui abbiamo assistito, ma forse solo temporanee, in ragione del fatto che l’autunno potrebbe portare con sé ulteriori rialzi della divisa Usa e ribassi delle valute concorrenti, in ragione di un delta tasso che dovrebbe acuirsi nel periodo in oggetto. Sul fronte intermarket correlazioni che sembrano ancora ballerine, specie tra azionario Usa e dollaro, con il biglietto verde che congestiona e borsa che dopo qualche seduta al ribasso, si riprende e si muove verso livelli superiori, anche se in assenza di legami forti con gli altri mercati. Agosto continua a rivelarsi un mese pro dollaro e misto sull’equity con le materie prime nella parte bassa del range dell’ultimo periodo. Occorre qualcosa per sbloccare gli altri mercati, mentre sul forex la tensione è ai massimi livelli e non vediamo come per ora se ne possa uscire. Servono interenti verbali di Bce e Boe per frenare l’emorragia, questo pare chiaro. Buona giornata e buon trading.
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