ATTESA PER I PAYROLLS
Giornata di sell off dei mercati azionari, quella di ieri, con i tre listini americani che hanno tutti chiuso in rosso. Alla base del ritorno dell’avversione al rischio tra gli investitori, i verbali del Fomc di due giorni orsono e i dati economici relativi al mercato del lavoro con l’Adp che ha evidenziato, insieme al Jolt opening, un miglioramento rispetto al consensus, rafforzando così la narrazione che racconta di possibili ulteriori rialzi del costo del denaro da parte della Fed. Sembra di fatto di ritornare all’inizio del 2022, quando lo scoppio della guerra creò le condizioni per un rafforzamento strutturale del dollaro e una discesa dei mercati azionari. Anche i jobless claims sono usciti migliori delle attese, alimentando questa spirale e questa price action. Lo avevamo ricordato due giorni orsono, quando avevamo messo in guardia dal possibile aumento dell’avversione al rischio. E siamo solo all’inizio perché oggi pomeriggio usciranno i Non farm payrolls, in un mercato che sembra ricominciare ad orientarsi verso la divisa Usa e in vendita sui listini. Un dato sopra le attese, darebbe ulteriore impulso alle price action di ieri pomeriggio, alimentando il ritorno della paura e della divisa Usa come asset rifugio. Le previsioni parlano di un consensus a 200 mila unità mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe, secondo le attese, rimanere invariato al 3.7%. Interessante anche il dato sui guadagni settimanali, che dovrebbero crescere al 5% su base annua. Prima dell’uscita dei NFP, sono previsti anche i numeri sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio di Eurozona, con un consensus che vede una discesa dei prezzi sotto al 10% su base annuale. Questa notte intanto, i mercati asiatici hanno recuperato, in uno scenario di incertezza che comunque deve metterci in guardia rispetto al prossimo futuro. Il dato di oggi pomeriggio diventa il primo banco di prova per il mercato delle prossime due o tre settimane, fino alla decisione della Fed. Tra i dati usciti ieri, non è passato inosservata anche la riduzione del deficit commerciale americano a 61.5 miliardi di dollari, migliore delle previsioni di 73 miliardi. Migliorato anche il deficit con la Cina sceso a 20 miliardi dai 26 del mese precedente. Sul fronte valutario segnaliamo una discesa importante della sterlina che perso 200 pips sul dollaro, e che è tornata a ridosso di 1.1900 con possibili obiettivi anche a 1.1750 nel caso di rottura stabile su base giornaliera dell’area di 1.1880. L’Euro ha perso di meno anche se anch’esso ha lasciato sul terreno oltre i 100 pips tornando non lontano dai supporti chiave posti a 1.0430 50 area. In un mercato tornato dollaro centrico anche il UsdJpy è salito guadagnando 230 pips sulla valuta giapponese e tornando a 134.00 dopo aver visto dei minimi sotto quota 129.60 il 3 gennaio, ovvero solo tre sedute orsono. Un eventuale superamento di 134.80 riproporrebbe i test di livelli superiori a 138 50 area. Recupera anche UsdCad tornato sopra 1.3550 con possibili obiettivi in area 1.3620 30. Oggi comunque, aspettiamoci un aumento della volatilità dopo i dati sul mercato del lavoro,con possibili ripercussioni, se il dato fosse migliore delle attese, anche di medio termine. Non dimentichiamoci che la Fed è attesa alla prima decisione sui tassi del 2023 il primo febbraio prossimo, mentre il giorno dopo sarà la volta della Bce. Il mercato sembra già orientato a quella data e a quella decisione. Buon trading e buon fine settimana.
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