DIFFERENZIALE TASSI E PRUDENZA
ANALISI COT REPORT
Settimane di grandi cambiamenti sui mercati finanziari mondiali, dopo che il mondo ha affrontato le difficoltà relative alla pandemia, sembrano comparire all’orizzonte venti di guerra tra la Russia e l’Ucraina, che potrebbero coinvolgere l’intera NATO, rendendo il contesto macroeconomico particolarmente difficile.
La settimana appena trascorsa ha visto il suo massimo market mover , fino a venerdi sera, nel dato sull’inflazione usa, che raggiungendo un +7.5% su base annua , ha battuto tutti i record e raggiunto i livelli del 1982 , portando con se maggiori pressioni per le decisioni di politica monetaria della FED, attese per il 16 marzo.
Gli operatori e le banche d’affari incrementano le scommesse per un rialzo da parte della banca centrale americana di 50Bp a Marzo , portando il tasso di interesse ad un +0.75%, e aprendo la strada ad una serie consecutiva di rialzi che potrebbero portare il costo del denaro oltre il +1.25% entro il 2022.
Che sia opportuno alzare il costo del denaro di 0.50% o 0.25% solo il tempo saprà dircelo, ma come ben sappiamo i mercati finanziari e le scelte dei grandi operatori, si basano sulle aspettative future, e al momento sembra tornare di moda il posizionamento su delta tassi favorevoli.
Anche la Bank Of England ha portato il costo del denaro a +0.75%, con il secondo rialzo tassi consecutivo, e palesando ben 4 dei 9 componenti del Board della BOE disposti ad inasprire ulteriormente le proprie politiche con un rialzo di ben 50bp già nell’ultima riunione, portando il tasso definitivo a +0.75%.
Anche in Europa, seppur la BCE non abbia modificato i tassi di interesse relativi alla moneta unica, l’alta inflazione, che ha raggiunto record storici anche nel vecchio continente, sembrano destinati a salire, con la Lagarde che ha dato segnali di apertura a possibili rialzi già nel 2022, dando il via a forti acquisti di Euro.
I differenziali tassi, che spesso negli anni sono stati discriminante per la decisione di investimento dei grandi speculatori, sembrano tornare lentamente ad affacciarsi sui mercati valutari dettando il ritmo di acquisti sui diversi asset.
I big players accumulano euro, portando la loro posizione netta lunga a 38842 contratti dai precedenti 29716, scommettendo sui possibili rialzi tassi da parte della BCE in questo 2022, che potrebbero avere un effetto sorpresa date le continue affermazioni della Lagarde di non vedere al momento la necessità di politiche maggiormente aggressive. I non commercials sembrano guardare solo gli alti livelli di inflazione, e puntare sulla necessità di una BCE allineata alle politiche di USA e UK, portando cosi la valuta unica nuovamente al ritest delle aree di resistenza di 1.15. solo le dichiarazioni di venerdi relative ai venti di guerra tra Russia ed Ucraina, hanno destabilizzato i mercati, portando a vendite di equity e ricoperture di dollari americani e yen.
Anche la sterlina, con un tasso di interesse di +0.75% vede continui riposizionamenti long da parte dei big player che lasciano settimana dopo settimana le posizioni nette corte dai -23605 contratti agli attuali -8545, incrementando il posizionamento lungo di ben 15060 contratti in questa sola settimana. Il future sul british pound scandeza marzo 2022 resta fermo per ora alle aree di 1.3550 dando il tempo necessario alle mani fori di posizionarsi al meglio.
Si ricomprano yen, nell’attesa di sapere le sorti dei mercati equity, i big players anche questa settimana ricoprono posizioni nette corte, che passano dai -60640 della scorsa settimana a -59148, lasciando ancora invariato il sentiment short nel suo complesso, ma dando segnali chiari che qualcosa sta cambiando e se può essere una valida idea posizionarsi su asset con un differenziale tassi favorevole, è altrettanto buona idea ricoprire gli asset rifugio con venti di guerra che bussano alle porte.
Pagano il conto ancora le oceaniche, che nella logica di comprare valute ad alto tasso e vendere quelle a basso tasso, sono al momento le più penalizzate, dato le politiche economiche delle loro banche centrali.
Il dollaro australiano, che vede nella RBA ancora politiche attendiste, che non trovano negli attuali livelli inflattivi, validi motivi per inasprire le loro politiche monetarie, vede ancora le mani forti vendere contratti e portare la loro posizione netta corta a -85741 contratti rispetto ai 79829 della scorsa settimana.
Anche il dollaro neozelandese, non vede sorte diversa, con i big players, che continuano a mantenere stabili le loro posizioni nette corte con -10366 contratti short, vedendo solo un respiro rispetto ai -11698 della scorsa settimana. Il dollaro neozelandese, rimane debole pertanto nella price action e non trova spunti per rompere a rialzo le aree di 0.6725, attaccando cosi nuovamente le aree di minimo.
Stabili infine le posizioni sul dollaro americano, del quale scopriremo le sorti tra circa un mese con le parole della FED nella riunione del 16 marzo che si avvicina a grandi passi.
Buona serata e buon trading
Salvatore Bilotta
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