RBA AL NONO RIALZO DEI TASSI.
Dopo qualche seduta di potenziale rialzo del dollaro e discesa dei listini, eccoci qui a commentare il successivo rialzo delle borse all’interno di un quadro di debolezza del biglietto verde, ma tutto, sempre dentro il trading range delle ultime settimane, a conferma di quanto andiamo sostenendo da giorni. Il mercato resta in equilibrio fragile, ma pur sempre in equilibrio, in ragione del fatto che i dati macro e le parole dei banchieri centrali fanno a cazzotti con le price action dei principali asset, e con le convinzioni degli investitori, che invece si aspettano a breve un pivot sui tassi di interesse. Lo ripetiamo a costo di annoiare i nostri lettori, ma questo è il vero e unico tema dominante del periodo. E non ci possiamo discostare da questa narrativa poiché essa rappresenta l’unico modo per cercare di comprendere i mercati in un momento tanto complicato da un punto di vista macro, politico e sociale. Sulle questioni geopolitiche non sembrano esserci soluzioni a breve termine, mentre i prezzi delle materie prime sono scesi, ma non a sufficienza per poter dire che l’inflazione sia ormai un fenomeno in via di dissolvimento, anzi. Nel breve se possibile, notiamo fenomeni di recrudescenza dei prezzi in ragione di consumi che non accennano a perdere quota, di un mercato del lavoro resiliente (e non solo negli Usa), e un mercato immobiliare che nonostante i tassi sui mutui siano saliti a rotta di collo, tiene sorprendentemente. Qualche numero mostra segni di debolezza come qualche Pmi, o ordinativi all’industria, ma in un trend che non evidenzia certamente recessione quanto piuttosto lento rallentamento fisiologico degno di un mercato ancora in espansione. Quindi per vedere i dati scendere e creare le condizioni per una recessione, ce ne passa di tempo, crediamo. Ma come al solito, anche questa volta, il redde rationem arriverà prima o poi, e bisognerà capire se sarà crollo dei listini, con il contestuale e prepotente ritorno del dollaro-rifugio oppure se invece, anche i banchieri centrali cominceranno ad accettare il fatto che in fondo le politiche monetarie degli ultimi 15 anni, Qe in testa, non hanno funzionato a dovere, e quindi se in qualche modo potranno metterci una pezza. Nel frattempo sul mercato dei cambi l’Euro tiene i supporti rispetto al dollaro e attacca, per ora invano, quota 1.0700, che rappresenta il primo punto rilevante da violare, per poter almeno pensare di attaccare 1.0803, massimo del 14 febbraio. Per contro abbiamo un UsdJpy che non è riuscito a sfondare 137.00 10 area e ora ha ripiegato a 135.90 con i supporti chiave passanti a 134.75 area. Il Cable resta stabile a 1.2050 e a muoversi è in questo momento l’EurGbp che ha riguadagnato quota 0.8880 dai precedenti livelli di 0.8820. Poche altre novità, siamo sempre in attesa che nuova benzina arrivi sui mercati per spostare questo equilibrio. Il petrolio Wti è tornato sopra quota 80 mentre il Brent naviga intorno agli 86 dollari al barile, incapaci per ora di rompere le resistenze chiave poste in area 83.50 per il primo e 89.80 per il secondo, anche se si avvicinano a tali aree. Sui listini resta un certo ottimismo, con gli indici Vix e fear and greed che tornano sul sereno dopo qualche seduta caratterizzata da leggera tensione. Sul fronte dati e notizie macro, questa notte la Rba ha alzato i tassi di 25 punti base portandoli al 3.6%, come da attese. Si tratta del decimo rialzo da maggio 2022, con un aumento del 3.5%, il più importante ciclo di rialzo dal 1989. Nel comunicato si legge che l’inflazione arriverà al 4.75% quest’anno e scenderà al 3% solo nel 2024. Il comitato prevede che la crescita del Pil sia inferiore alle previsioni nei prossimi due anni. Il dollaro australiano, è sceso una cinquantina di punti a 0.6690 da 0.6740, per prese evidenti di beneficio di chi aveva acquistato prima della decisione di politica monetaria. Sul fronte dati oggi sono previsti i dati sui consumi in Eurozona in mattinata, insieme a quelli sul mercato immobiliare inglese. Nel pomeriggio parla Powell alle 14.30. Vedremo se accennerà qualcosa di politica monetaria. Buona giornata e buon trading.
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