LA RESERVE BANK OF AUSTRALIA CAMBIA ROTTA
Inizia questa ottava di nuove contrattazioni, con il focus sull’Australia , con la pubblicazione oggi dei dati relativi alla domanda aggregata, con il focus sulle vendite al dettaglio.
Sarà questo un dato che anticipa la decisione della RBA di domani , in merito al costo del denaro e alle politiche economiche che intende perseguire fino al termine di questo 2022.
Il dato odierno mostra ancora una domanda aggregata molto forte, con importanti vendite al dettaglio , che si stabilizzano ad un +0.6% su base mensile, ma con un più ampio sguardo notiamo una robusta congiuntura economica in Australia, grazie ad un Pil ancora in crescita al +3.6% su base annua.
Non solo il Pil resta positivo, ma dato forse ancora più importante sono i PMI manifatturieri che restano sopra il livello chiave di 50 a 50.2, segno che il paese gode ancora di un robusto tessuto industriale a differenza di molti paesi occidentali, che sono oramai già da tempo nella fase di contrazione.
Unico vero neo resta l’inflazione, che viaggia a livelli del +7.3% dal 6.1% e 5.1% precedenti, segnale che i consumatori restano positivi , anche con i prezzi in crescita e ancora non si oppone vera resistenza alla corsa dei prezzi.
Dobbiamo anche constatare che la RBA è forse una tra le prime banche mondiali ad intraprendere un percorso meno aggressivo nei confronti dell’inflazione, cercando rialzi tassi più timidi rispetto ai rialzi jumbo visti in Europa ed in America.
Il timore di soffocare l’economia sembra essere il sentiment dominante per il termine del 2022 e per iniziare un 2023 con toni decisamente diversi a quelli che hanno guidato le economie mondiali in questo anno.
Doveroso ricordare da parte nostra che le economie oceaniche sono tra le più veloci nelle fasi di ripartenza ed espansione , anche grazie ad una popolazione limitata, ricordiamo in Australia solo 26mln di persone, il che consente rapide risposte dell’economia reale rispetto alle decisioni di politica monetaria, con un’economia quindi anche più fragile, per la quale serve maggiore prudenza.
Al momento la congiuntura macroeconomica resta particolarmente robusta, con una disoccupazione ai minimi del 3.5%, il che giustificherebbe rialzi tassi di maggiore importanza, rispetto all’atteso +0.25% per domani
Tra i dati che maggiormente preoccupano le banche centrali oceaniche, sono le vendite immobiliari, che a causa di tassi di interesse più alti, e costi maggiori a causa dell’inflazione, vedono un crollo negli ultimi mesi, tanto da portare l’ultimo dato ad un -0.8%, dato che peserà nelle decisioni prossime della RBA.
La fase di forte inflazione in Australia e la scelta di un’approccio meno hawkish di quello che sta avvenendo in occidente, non da molta fiducia agli investitori che evitano acquisti di dollari australiani, portando cosi le quotazioni verso i minimi dal 2020, non oltre 0.66 per questo ottobre 2022.
I livelli chiave per il breve periodo sembrano essere collocati a 0.6350, come prima area di attenzione ribassista, oltre la quale potremmo assistere ad ulteriori ribassi fino ai minimi del 2022, tuttavia la tenuta di dette aree e uno storno del dollaro Usa potrebbero dare nuovo viogre all’Aussie e riportarlo verso i le aree di 0.6525.
Attendiamo dunque le decisioni della RBA di domani per scoprire le sorti del dollaro australiano in questa chiusura di anno
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA