REGNO UNITO E L’IPOTESI STAGFLAZIONE
Entriamo nel vivo della settimana più importante per questo Dicembre 2022, con una serie di Market MOver che potrebbero dare il ritmo ai mercati non solo fino al termine di questo anno solare, ma anche per il prossimo 2023.
Parte da oggi 13 dicembre il dato sull’inflazione Usa, che sarà preludio all’appuntamento con la FED di domani sera, e poi BCE e BOE giovedi, una serie di appuntamenti che stanno catalizzando l’attenzione degli operatori, e che potrebbero far passare inosservato un altro dato molto importante : il mercato del lavoro UK!
Stamattina sono stati infatti pubblicati i dati sul mercato del lavoro UK, che come ben sappiamo è uno dati più lenti nel ciclo economico di una Nazione, sebbene la BOE abbia iniziato le sue politiche di inasprimento monetario già menl marzo 2022 solo oggi iniziamo ad avere qualche primo effetto su mercato del lavoro.
Cerchiamo di capire cosa accade nel Regno Unito:
in questa fase di forte rallentamento globale, il Regno Unito si vede messo alle strette anche dal processo di Brexit che ha fortemente penalizzato le esportazioni, aggravando la delicatissima richiesta di mano d’opera che per molti versi veniva colmata da un refuso di cittadini non britannici, che si sono ritrovati a dover abbandonare il territorio dopo il processo di uscita dalla comunità europea. Oltra alla perdita di mano d’opera a buon mercato, il Regno Unito ha visto fuggire diverse aziende dal territorio, aziende che hanno visto nel processo Brexit solo un dedalo di norme e leggi da gestire, per non ottenere in cambio vantaggi adeguati, facendole prediligere cambi di sede.
Il crollo delle attività in UK, ha portato ad un fermo della produzione di ricchezza, il Pil oramai in rallentamento da diverso tempo, è chiaramente impostato da una recessione e anche la BOE ha più volte dichiarato la sua aspettativa di una recessione , sebbene non profonda, ma duratura per il regno di Re Carlo.
La difficoltà nel creare ricchezza, ha portato il brevissimo governo Truss a cercare manovre espansive, di sostegno all’economia, al reddito, alle famiglie, ma non disponendo ovviamente di un disavanzo di bilancio il PM sperava in un sostegno della BOE condannando di fatto il suo progetto politico e la sua permanenza come PM.
La BOE è alle prese con la otta all’inflazione, la più alta degli ultimi 40 anni, siamo giunti al +11% e non si accennano rallentamenti, il che mette la banca centrale nelle condizioni di procedere ad inasprimenti del costo del denaro, fino ad un tasso attuale del +3.00% e ad un forte drenaggio di liquidità, iniziando di fatto una vendita netta di Gilt (obbligazioni sovrane), il che ovviamente non poteva essere in nessun modo complementare ad un aiuto alle politiche fiscali del PM.
Il governo sperava di emettere nuovo debito, e farlo comprare alla BOE, mentre quest’ultima è in piena svendita!
Vita breve dunque per il progetto Truss, che ha visto l’entrata in campo del nuovo PM Sunak, con idee in linea con la BOE, politiche fiscali forti, stretta economica, si punta ad una sofferenza oggi per goderne domani!
Beh la strada è segnata, politiche fiscali e monetarie intente a rallentare ulteriormente l’economia, pur sapendo che si guarda alla recessione, pur di frenare la corsa dei prezzi.
Le prime razioni dell’economia reale sono date dalle imprese che hanno visto crollare la loro fiducia nel futuro, e con ovvie ristrutturazioni di bilancio , costi e mano d’opera: iniziano i licenziamenti!
L’anello successivo della catena, è il mondo del lavoro, dopo che le famiglie hanno meno soldi, meno reddito, più tasse, e scarso accesso ai finanziamenti facili, i consumi iniziano a crollare, e le aziende devono tagliare il personale.
Giungiamo quindi al dato odierno: una disoccupazione che passa dal +3.5% al +3.7% con un numero di disoccupati che schizza a rialzo!
Il mercato del lavoro inizia ad andare in crisi, il che potrebbe essere visto come un bene dalla BOE, che puntava ad un raffreddamento dell’economia, ma il tutto doveva essere finalizzato ad un rientro dell’Inflazione.
Sterile è l’impresa di raffreddare l’economia , se non mirata al rientro dell’Inflazione, e molto pericolosa come scelta se si guarda alla possibilità di stagflazione!
L’inflazione come detto resta al +11.% al momento . il che getta le basi per un ristagno dell’economia senta tuttavia notare cali nei prezzi: stagflazione!
La parola ora alla BOE che si attende al rialzo del costo del denaro ancora una volta giovedi prossimo, dato oramai scontato, ma di maggiore interesse sarà la prospettiva che si avrà per il prossimo anno 2023, che sta per arrivare con una sterlina tutt’altro che debole: il cambio gbpusd si porta a ridosso delle resistenze a 1.23 figura, e sembra aver intrapreso un cammino di recupero dai minimi di 1.05 senza freni, guardando ora con simpatia a 1.26-1.27 figura. Sarà davvero interessante capire le dimaniche del prossimo anno, se dovessero essere caratterizzate da un’economia UK davvero in forte difficoltà.
Rimaniamo pertanto cauti su queste salite che potrebbero iniziare ad avere il fiato corto!
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA