AUSTRALIA: UN’ECONOMIA TROPPO FORTE!
Inizia oggi una serie di appuntamenti con le banche centrali che ci accompagnerà fino al 15 Dicembre, data in cui parlerà BCE e BOE per poi entrare nel periodo di festività natalizie.
La prima banca ad esporsi in queste ultime riunioni del 2022 è stata la RBA, la banca centrale australiana che ancora una volta alzato il costo del denaro portandolo ad un tasso definitivo del 3.10%.
Il rialzo di questa notte è stato di soli 25Bp, mostrando così una RBA ancora intenzionata a seguire una progressione di incrementi poco incisiva, difatti da quando le banche mondiali hanno iniziato la loro lotta all’inflazione la RBA non ha mai effettuato rialzi tassi da 75Bp, ma al massimo da 50Bp, mantenendosi a debita distanza dalla curva.
A quanto pare alla conclusione di questo 2022 avremo la FED con tassi oltre il 4%, insieme alla RBNZ gia al 4.25% e probabilmente la BOC che ora vede il costo del denaro al 3.75% ma è attesa domani ad un ulteriore rialzo tassi, che potrebbe portarla oltre il 4%.
Meno aggressive quindi le banche come la BOE , attualmente al 3% , la BCE ferma al 2% e la RBA , appunto al 3.10%.
Decisamente altro universo quello asiatico con la BOJ ferma a tassi negativi con un -0.10%.
La strada sembra segnata per le banche che hanno mantenuto una linea più blanda, alzare ancora i tassi è l’unica via! Anche la RBA ha chiaramente espresso questa sua volontà, in virtù dei dati che emergono dall’economia nazionale ancora troppo forte per potersi attendere un rientro dell’inflazione.
A preoccupare la RBA è il mondo del lavoro, decisamente troppo tonico, con la disoccupazione ai minimi, e con le aziende che faticano a reperire mano d’opera, secondo gli ultimi report allegati alla pubblicazione del rialzi tassi, i posti di lavoro in Australia sono pari al tassi di partecipazione, pertanto la possibilità di vedere ora un aumento della disoccupazione alle attuali condizioni, sembra difficilissimo. Le aziende sono costrette ad alzare i salari per invitare i disoccupati ad accettare lavori, pertanto il circolo vizioso dell’inflazione sembra non riuscire a fermarsi.
Siamo ora con un IPC oltre il 7% al massimo dal 1998 e non sussistono speranze per vederlo calare nell’imminente futuro, sebbene i dati riportino un calo importante dei prezzi dell’energia, sembra non essere sufficiente a compensare gli aumenti dei generi alimentari, mettendo cosi in crisi le aspettative di un rientro dei prezzi.
La RBA dovrà fare di più per raffreddare l’economia , facendo in qualche modo salire la disoccupazione e fermando la corsa dei prezzi. Attendiamo dunque ulteriori rialzi da parte della RBA.
Il quadro tecnico mostra un dollaro australiano non brillante come il correlatissimo dollaro neozelandese, tuttavia un buon trend rialzista è in atto , ponendo le basi sui primi supportia 0.6480-0.65 figura, ma si fatica a trovare slancio rialzista in grado di portare i prezzi al test delle prime are di interesse volumetrico poste a 0.6920 per poi giungere al poc del composito a annuale a 0.6950
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA