LA RBA ALZA IL COSTO DEL DENARO , MA IL DOLLARO AUSTRALIANO NON REAGISCE!
Prosegue la lotta all’inflazione in gran parte dei paesi occidentali, e al netto dei paesi orientali, possiamo dire che tutte le banche mondiali sono impegnate nel contenere la corsa dei pressi al consumo.
L’inflazione dunque non è un problema esclusivo di Europa ed America, ma anche i paesi oceanici, come New Zealand e Australia stanno vivendo livelli di inflazione che non si vedevano da oltre 30 anni!
Stanotte è stato il turno della Reserve Bank Of Australia, che è chiamata a contenere la corsa a rialzo dei prezzi al consumo, che si attesta, secondo le ultime rilevazioni , al +6.1%.
Livelli pari di inflazione risalgono agli anni Novanta… trenta anni indietro, periodo nel quale la banca centrale australiana manteneva il costo del denaro ben più alto di quello attuale. Dobbiamo infatti constatare, che sebbene le banche centrali stiamo procedendo ad una sequenza continua di rialzi tassi, il risultato finale, è ancora deludente, mantenendo di fatto il costo del denaro ben lontano di quello visto 30 anni fa pari condizioni di inflazione.
Se analizziamo infatti i dati forniti dalla stessa banca centrale australiana, nel 1990, con un’inflazione poco al disopra del 5% , manteneva un costo del denaro pari al 15%.
Altra epoca e altro contesto economico mondiale, questo è certo, ma è altrettanto certo che gli attuali rialzi tassi si rendono inefficaci al contenimento dell’inflazione.
A dimostrazione di ciò lo stesso governatore Lowe, dichiara che l’inflazione potrebbe toccare il picco del 7.75% entro fine 2022, per poi calare nel 2023 fino anche al 4%, per poi giungere ai target del 3% nel 2024.
Anche in Australia , come in America il mercato del lavoro resta particolarmente teso, con una disoccupazione al 3.4% , segno che non sarà facile raffreddare l’economia e tenere a bada la corsa dei prezzi, fino a che le aziende assumono e i redditi restano saldi!
La risposta del dollaro australiano è stata deludente, al netto di una primissima reazione a rialzo che ha portato le quotazioni di audusd a testare le aree di 0.6835, i prezzi hanno visto un rapido ridimensionamento, fino a tornare sui minimi di 0.6760.
Gli operatori valutano ancora insufficiente l’azione della RBA , e resta pertanto un’incognita l’uscita dalla fase di iper inflazione del paese, portando alla ribalta il dollaro americano e dando possibilità di ulteriori affondi ribassisti per audusd, che trova supporti a 0.6760 rotti i quali si aprono scenari fino ai minimi di questo 2022 a 0.6680.
Eventuali respiri rialzisti , generati magari da prese di profitto sul dollaro, potrebbero portare al test delle resistenze poste a 0.6875, senza tuttavia invalidare ancora il trend ribassista di lungo.
Seguiremo con attenzione i prossimi interventi delle banche centrali a partire dalla BCE il giorno 8 Settembre
Buon Trading
Salvatore Bilotta