LA PRODUZIONE EUROPEA LEGATA ALLE IMPORTAZIONI DI ENERGY
Pubblicato il dato sui PMI compositi europei ed ovviamente tedeschi nella giornata di ieri 24.10.2022 e ancora una volta nulla di positivo sembra emergere per il prossimo e più immediato futuro delle produzioni europee.
Il dato per l’Europa relativo alle composite è calato dal 48.10 al 47.10, appesantito fortemente dalla componente industriale che passa dal 48.40 al 46.60, mentre il lato dei servizi sembra reggere meglio il rallentamento produttivo globale passando da un 48.80 al 48.20.
Come sempre il polmone produttivo europea resta al Germania, che segue in maniera parallela i dati dell’intero blocco europeo, mostrando una profonda debolezza produttiva special modo nel comparto industriale, con i dati che rallentano vertiginosamente verso i minimi da 45.70 al 44.10 per le composite, e ancora peggio per i dati industriali che passano da 47.80 al 45.70, mentre ancora in questo caso restano leggermente più tonici i dati dei servizi, con un 44.90 da 45.00 precedente.
Inutile negare il rallentamento produttivo tedesco ed europeo, che pone chiare domande all’attuale risalita dei listini europei, senza trovare al momento spiragli di possibile incremento produttivo per le aziende del vecchio continente.
Tuttavia se è vero che all’orizzonte ancora si manifestano nubi di rallentamento economico e produttivo, dobbiamo anche constatare che detto rallentamento è in gran parte dovuto alle scarse forniture energetiche, che impediscono alle aziende di lavorare a pieno regime.
Non si focalizza quindi la causa di detto rallentamento in una domanda aggregata asfittica, ma bensì, in un rallentamento dell’offerta, che potrebbe generare ancora una sostenuta inflazione, andando a regolare quelle che sono le leve più classiche della domanda ed offerta: a scarsa offerta di beni e servizi con sostenuta domanda, corrisponderà un aumento dei prezzi!
Se questo lo scenario che si pone sul tavolo della BCE a pochi giorni dalle decisioni di politica monetaria, beh ci sembra scontato un attacco alla domanda aggregata, ai consumatori, atta a raffreddare l’economia e a portare equilibrio tra domanda e offerta.
Certo è che politiche economiche restrittive possono poco , o meglio possono far male all’economia se questa non viene prima o poi sostenuta nella ripartenza e nella produzione e a tal fine necessita ripartire dall’energia.
Interessante resta la correlazione strettissima tra le forniture di gas provenienti dalla Russia verso la Germania e i PMI , cosi come per il Petrolio si assiste ad una chiara dinamica di correlazione diretta§: fino a che le forniture di gas e petrolio restano limitate, le aziende non producono e se non si produce non c’è offerta e con scarsità di offerta l’inflazione resta alta.
Duplice, dunque, lo scenario che si può presentare sui mercati, a partire dal valutario con un Euro alle prese con una fase di lateralità, chiara attesa per la BCE, dopo un lungo rally ribassista, che ha guidato i prezzi sotto il livello di parità in un chiaro trend discendente.
Si pone ora la base di una possibile ripartenza, a rialzo solo nel caso di una BCE aggressiva, che possa portare vigore nei tassi di interesse con rialzi Jumbo da 75 atti a sostenere la moneta unica e a portare maggiore equilibrio tra domanda e offerta in attesa che la questione russa venga risolta.
Nel più breve termine, troviamo interessante monitorare i livelli tecnici di 0.9515 e 0.9750 , aree chiave di supporto che non dovranno essere violate per poter gettare le basi di una vera ripartenza rialzista, che potrà trovare conferma solo alla rottura a rialzo di 1.000
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA