PMI EUROPEI MIGLIORI DELLE ATTESE
Pubblicati oggi i dati sui PMI di dicembre per l’Eurozona e a gran sorpresa soo usciti migliori delle attese.
Tutti i dati, sia per il mondo servizi che nel più ampio dato composito, rimangono sotto la soglia neutrale di 50, mostrando ancora una fase di contrazione economica chiara, ma un netto rimbalzo dai valori minimi registrati a Novembre lasciano ben sperare per una fare di rallentamento economico non molto profonda.
L’indice composito per la produzione Europea si attesta a 49.3 dal precedente 47.8 , massimo degli utlimi 5 mesi, e anche l’indice delle attività delle imprese dei servizi sale a 49.8 dal precedente 48.5
Ad allentare la pressione sulle attività economico produttive dell’Area Euro è stato un marcato allentamento dell’Inflaizone, che ha sostenuto i nuovi ordini e dato fiducia alle imprese.
La fiducia delle imprese è rimasta ugualmente modesta , a causa delle preoccupazioni relative al mercato energetico, che minaccia ancora un futuro di recessione profonda. I costi dell’energia e del personale restano elevati, ponendo il focus ancora una volta sul mercato del lavoro europeo che resta fdin troppo robusto , mostrando un’occupazione in aumento per il ventitreesimo mese consecutivo.
Il comparto manifatturiero europeo si attesta ancora sotto 50 a dicembre per il sesto mese consecutivo, ma ugualmente migliore dei minimi di novembre. Il settore manifatturiero resta il più pesante per la partenza dell’economia europea, sebbene anche i servizi non abbiano brillato questo mese di dicembre.
Dalle interviste effettuate per produrre il report dell’indice PMI, la principale causa di un calo di produzione è stata la scarsa domanda, le aziende adeguano i livelli produttivi sulla base di una domanda in rallentamento, con volumi via via minori, per effetto dei tassi di interesse più elevati e di un aumento dell’inflazione che colpisce i consumatori finali.
Calo nei nuovi ordini, dunque, per le aziende europee intervistate, che notano un calo non solo nella domanda interna, ma anche nei dati esteri, con un calo delle esportazioni di beni e servizi.
Il 2022 dunque a doppia velocità per le aziende europee che hanno sofferto poco nel primo semestre accumulando ordinativi e ordini inevasi, mentre nella seconda parte dell’anno sembrano soffrire un netto calo dei nuovi ordini. Anche le pressioni dei prezzi alla produzione che nel primo semestre giustificavano ribaltamenti dei maggiori costi sul consumatore finale, trovano ora un buon calo per i produttori che tuttavia non sembrano intenzionati ancora a ridurre i prezzi al consumo.
Sebbene i dati siano confortanti, ci sono poche prove che l’economia dell’eurozona possa tornare a crescere rapidamente, la domanda resta fragile e la fiducia delle imprese rimane preda dei timori di recessione e incertezza sui costi energetici.
Resta un quadro che sebbene incerto premia la moneta unica, rispetto alle majors concorrenti , con la tenuta di 1.0650 che proietta eurusd al poc annuale a 1.07 per poi ulteriori allunghio verso 1.08 a ribilanciare il volume profile annuale
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA