Perché la FED alzerà ANCORA I TASSI e rimarrà HAWKISH
Facciamo i conti con le probabilità dei rialzi tassi da parte della FED, e seguiamo la crono-storia di queste probabilità:
Un mese fa, tutti speravano in un calo dell’inflazione, si leggeva nei rialzi tassi già messi in campo dalla FED un’arma sufficientemente forte da giustificare un rientro dei prezzi, dopo la crosa record fatta questo 2022.
La ricerca del tasso di equilibrio da aprte della FED poteva dirsi conclusa, o almeno questa era la speranza degli operatori, che quotavano come probabile un mini rialzo tassi di soli 25BP.
Poi sono stati pubblicati diversi dati della congiuntura macro USA e le speranze sono crollate!
La forza dell’economia americana sta reggendo ai colpi inferti dalla FED e le probabilità che la FED stasera sia più aggressiva sono salite alle stelle, portando oramai oltre l’80% la possibilità di un rialzo da 75Bp, e lascia aperta la possibilità di un rialzo da 100bp.
I mercati oramai scontano una FED aggressiva, e solo un vero shock come il rialzo da 100Bp potrebbe cogliere impreparati gli operatori, che sono orientati in massa a vedere peggioramenti della congiuntura macro e della crescita americana e globale sotto i colpi delle banche centrali sempre più aggressive.
Ma perché giustificare una FED cosi aggressiva? Non si corre forse il rischio di eccedere nei rialzi tassi?
Beh andiamo a leggere i dati, prima delle opinioni personali:
1 : inflazione.
Sebbene l’inflazione nel suo dato generale ha visto dei ridimensionamenti, grazie special modo al rientro dei prezzi dell’energia, il dato core ( ovvero epurato dalla componente energy e food) ha visto un primo rialzo dopo 6 mesi di rallentamento, segno che la corsa dei prezzi resta ttiva e sta entrando nel tessuto sociale. Non sono più solo problemi legato al mondo energy, alla crisi mondiale energetica a far correre l’inflazione, ma anche tutti gli altri beni di consumo trovano risposta positiva da parte dei consumetori, pur avendo prezzi via via più alti.
Circuito vizioso, molto pericoloso, che va stroincato il prima possibile, per evitare che la popolazione si abitui all’idea di prezzi più alti, che a quel punto faticheranno a rientrare.
2. fiducia dei consumatori
Coem appena citato, i consumatori, e più in generale la domanda aggregata resta troppo robusta, non si ha paura di spendere anche a prezzi maggiori, il che indica ovviamente una disponibilità di liquidità da aprte dei consumatori, che potrebbero alimentare la corsa a rialzo dei prezzi se non oppongono resistenza nei consumi a prezzi più alti, motivo per il quale la FED DEVE porre in condizioni di difficoltà i consumatori, inasprendo l’accesso al credito.
3. vendite al dettaglio
Restano sostenute anche le vendite al dettaglio a conferma che la domanda aggregata è ancora forte se paragonata ai rialzi tassi già messi in campo dalla FED, che ha iniziato il suo processo di inasprimento già a a marzo e a distanza di un semestre gli effetti sull’economia reale sono quasi nulli.
4. fiducia delle imprese
I primi dati a dar speranze di un0economia in raffreddamento sono dal lato imprese, che leggono già rallentamenti e prospettive meno rosee per il futuro, abbassando di molto il clima di fiducia.
Restano tuttavia soft data, frutti di sondaggi ed opinioni, che per quanto tempestivi nel leggere i cambiamenti economici, restano lontani dai dati reali che l’economia deve mostrare per convincere la FED a frenare la sua corsa al rialzo tassi.
5. pil
Primo vero dato, che non rientra nella categoria dei soft data, ma che ha un peso, per quanto molte figure politiche ed economiche vogliano negarlo, la conferma di una recessione tecnica per gli USA.
Il secondo trimestre che gli stati uniti non riescono a creare ricchezza, e che apre la strada a quella che secondo la letteratura economica è una recessione tecnica. Se la strada della FED riamne quella di raffreddare l’economia, e anche nel resto del mondo occidentale si persegue questa strada, sarà difficile vedere proiezioni future migliori di quelle attuali, e a conferma anche il FMI ha abbassato le stime di crescita globale… qualcosa scricchiola, ma non abbastanza!
Il quadro tecnico ovviamente vede un super dollaro che continua nella sua corsa a rialzo sulla scia di una fame di dollari mondiale, dove imprese e governi cercano rifugio dalla prossima potenziale fase recessiva, pertanto uno dei cambi principe contro dollaro, USDCAD prosegue la sua corsa a rialzo, come evidenziato nelle precedenti analisi, dop oil break out di 1.3225 si è giunti ai massimi di 1.34 figura ed un ‘eventuale break out potrebbe portare ad ulteriori allunghi rialzisti.
Dobbiamo tuttavia prendere in considerazione la possibilità che la fed sia meno aggressiva del previsto, o che gli operatori prendano profitti sulla pubblicazione del dato, portando a storni ribassisti del dollaro usa, che potrebbe trovare approdo a 1.3225 ora supporti primo.
Buon trading
Salvatore Bilotta