OCEANICHE SOTTO LA LENTE
Siamo in piemo mercato dollaro centrico, tutti gli asset class rispondono alla forza del biglietto verde, con tempi e modi diversi sulla base delle loro peculiarità, della volatilità e del comparto di appartenenza.
Senza dilungarci in analisi intermarket, focalizziamo la nostra attenzione al mercato FX e alle majors che stanno soffrendo la supremazia del dollaro usa, ma con velocità differenti mettendo in evidenza chiara le varie classi divolatilità che caratterizzano il mercato valutario.
Prendiamo ad esame le oceaniche, ovvero dollaro australiano e dollaro neozelandese, entrambe le valute considerate “valute da investimento”, sia per la loro lunga storia di tassi di interesse particolarmente alti, tali da garantire rendimenti interessanti nel medio lungo periodo, e dare agli investitori un valido appoggio nella ricerca dei curry trades, sia per il logo legame diretto con il comparto commodities ed equity con i quali hanno una lunga storia di correlazione diretta.
In questa fase storica di pesanti pressioni sia sull’azionario mondiale che sul comparto delle commodities, sembra inevitabile la loro maggiore debolezza nei confronti del dollaro americano.
A pesare su queste due valute una congiuntura macroeconomica danneggiata da un’inflazione a livelli di 40 anni prima.
Le azioni delle banche centrali di riferimento sono tuttavia lente, fuori dalla loro consueta azione dinamica di rialzi tassi, dato il profondo timore di soffocare un’economia che per quanto elastice, resta al giorno di oggi molto fragile. Economie legate in primis alle esportazioni di materie prime, che soffrono il rallentamento economico e produttivo dei loro principali partner commerciali come la Cina ancora alle prese con la Pandemia.
Difficile dunque destreggiarsi in questo mare, ma può venirci in soccorso il posizionamento su cross , che esula quindi dalle dinamiche del dollaro Usa e che mette in relazione i due asset valutari e le due economie in maniera diretta.
Andando ad analizzare lo stato tecnico dei due cambi originali audusd e nzdusd, si denota rapidamente come il dollaro neo zelandese abbia pagato a maggior prezzo la cautela della sua banca centrale andando a testare le aree di minimo del 2020 , mentre il dollaro australiano che vive una minore pressione dal punto di vista inflazionistico, ha mantenuto vivo il prezzo , e molto più distante dai minimi del 2020.
Il rapporto quindi tra i due cambi originali , crea il cross, che mette in evidenza la minor debolezza del dollaro australiano nei confronti del dollaro neozelandese, portando audnzd al test dei massimi dal 2013 a 1.1425-1.1475 , livelli che restano interessantissime resistenze di una fase di lateralità duratura, che evidenzia al fortissima correlazione diretta che caratterizza i due asset in esame.
Resta pertanto a nostro avviso di vitale importanza andare ad analizzare anche le dinamiche che regolano lo stato dei cross, dove si evidenziano le differenti classi di volatilità degli asset valutari e dove possiamo trovare interessanti occasioni di trading, pur rimanendo fuori dalle dinamiche del dollaro Usa.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA