INFLAZIONE USA: PREPARIAMOCI ALLA FED DEL 21 SETTEMBRE
Giungiamo al dato chiave per questa ottava di contrattazione: l’indice dei prezzi al consumo in America.
La lettura dei prezzi al consumo è certamente il focus di oggi per gli operatori, che sperano in un giro di boa, o per meglio dire in una conferma del giro di boa!
Già l’ultima rilevazione ha dato speranze di un rallentamento nella corsa dei prezzi, che dopo aver toccato i picchi del +9.1% nel mese di giugno 2022 , hanno guardato con simpatia al primo calo del mese di luglio con un +8.5%.
Le speranze sono dunque riposte in un secondo dato consecutivo in calo, che secondo gli analisti potrebbe assestarsi al +8.1% , dando conferma che le azioni intraprese dalla FED iniziano a dare i primi effetti desiderati.
Come ben sappiamo la corsa dei prezzi in America è stata guidata dai prezzi dell’energia in primis e dal food, che come sempre si confermano i settori più volatili, tuttavia anche i dati core (epurati cioè dalla componente energy e food) ha visto importanti rialzi in questo 2022. I dati che si leggono dal US BUREAU OF LABOR STATISTIC , mostrano che non sono esclusivemente le componenti energy e food a far correre i prezzi, ma l’intera domanda aggregata, quindi la richiesta di beni e servizi che resta decisamente sostenuta.
A conferma di ciò ricordiamo che l’ultimo dato, ha visto cali importanti grazie al rientro dei prezzi della benzina , mentre tutti gli altri panieri di beni e servizi presi in esame dal laboratorio di statistica hanno mantenuto viva la loro corsa a rialzo.
Ricordiamo dunque le parole di Powell pronunciate al simposio di Jackson Hole, che lasciano poco spazio a frantendimenti: la FED proseguirà con i rialzi tassi e manterrà il costo del denaro elevato, fino a quando non ci saranno evidenza del rientro dell’inflazione!
La speranza dunque alimenta i mercati, gli operatori danno vita al risk on in questi ultimi giorni mettendo in essere prese di profitto sul dollaro e acquisti di asset azionari, prorpio nella speranza che il prossimo dato dia questa evidenza di calo dei prezzi, il che aprirebbe la strada ad una FED meno hawkish di quanto detto fino ad oggi.
Va da se che la delusione potrebbe essere alta! Se i dati dovessero risultare peggiori del previsto o anche evidenziare una ripresa dei prezzi, allora le speranze sarebbero spazzate via, per lasciare spazio al panico e al timore di rialzi tassi da 75bp ancora per la prossima riunione della fed il 21 settembre.
L’esplosione dei prezzi è stata decisamente fuori controllo, ed ora la FED deve riportare non solo i prezzi al loro range obbiettevo del 2-3% ma deve anche ristabilire la fiducia nell’operato della banche centrale che potrebbe ben essere accusata di eccessiva leggerezza
In attesa di conoscere i dati, i mercati prezzano ottimismo con i mercati equity in netta ripresa, ma ancora all’interno di compressioni di prezzi di lungo periodo che lasciano molta incertezza.
Partono invece le prese di profitto sul dollaro usa, che lascia spazio alle majors, come la moneta unica, che riconquista seppur a fatica la parità
Vedremo se i dati di oggi confermeranno la possibilità di storni più profondi del biglietto verde per delle ripartenze nette dei mercati azionari.
Buon trading
Salvatore Bilotta.