L’INFLAZIONE UK SENZA FRENI
Pubblicati oggi i dati sull’inflazione UK, dati relativi sia ai prezzi al consumo IPC, che alla produzione IPP, entrambi visti a rialzo, toccando nuovi record degli ultimi 40 anni e mettendo in evidenza la necessità di intervento da parte della BOE mirata ad un raffreddamento dell’economia UK.
L’IPC annuale è passato al +10.1% da un precedente +9.9%, anche il dato relativo ai prezzi alla produzione resta positivo per il 22° mese consecutivo, special modo per l’Output che vede un rialzo del 15.9%
I principali driver della salita dei prezzi sono stati i generi alimentari seguiti dai casalinghi in crescita del 10.7%, ma a compensare il dato è stato il calo nel prezzo della benzina, che sembra aver abbandonato i massimi di luglio 2022, ma che rimane ugualmente sostenuto,
il rialzo dei prezzi alla produzione lascia poco spazio alle speranze di rientri prossimi nei prezzi al consumo stringendo sempre di più il potere di acquisto dei cittadini UK , che si trovano ora a lottare con un’inflazione a doppia cifra in un’economia asfittica che non riesce a produrre e creare ulteriore ricchezza.
Le previsioni di ulteriori aumenti dei prezzi non depongono a favore di una ripartenza dell’economia che ora si trova a fare i conti con il nuovo piano fiscale del cancelliere Hunt, che sembra indirizzato a nuove rimodulazioni delle tasse, senza tuttavia valutarne i tagli, ponendo cosi un’ulteriore peso alla ripartenza dell’economia UK.
La BOE sarà dunque chiamata ad ulteriori inasprimenti delle politiche monetarie, e la ripartenza della sterlina dai suoi minimi potrebbe ben presto arrestarsi se non si dovesse intravedere rapidamente un termina alla corsa dei prezzi e una nuova riapertura della banca centrale al sostegno dell’economia nazionale.
A far nota oggi sulle dinamiche della sterlina gbpjpy, che pur essendo un cross ben noto per la sua alta volatilità, dobbiamo quest’anno riconoscergli un vero record, visto le escursioni dai minimi di 148.80 ai massimi di 170, figura, nel tempo record di 3 settimane.
La debolezza ancora strutturale dello yen giapponese favorisce la salita del cross, che tuttavia a nostro parere può rappresenterà una valida occasione di breve periodo per posizioni ribassiste, la dove la BOJ dovesse in qualche modo intervenire a sostegno dello Yen giapponese, mentre la sterlina resta in una lateralità asfittica e priva di direzione.
Un rientro ai valori medi di 164 figura rientra perfettamente nelle corde di un asset tra i più volatili del mondo valutario.
Dobbiamo tuttavia far notare che gbpjpy premia con un generoso carry trade le posizioni long, dato un differenziali tassi generato da un +0.10% yen e +2.25% di sterline per le posizioni rialziste, viceversa chi prende posizione corta overnight andrebbe a pagare doppiamente ( per un anno) -0.10 di yen e -2.25% di sterline, generando uno swap decisamente impegnativo.
Pertanto consideriamo un ottimo asset short per l’intraday, sulla base di potenziali ripartenze dello yen e una strutturale debolezza della sterlina, ma decisamente impegnativo per l’overnight dati gli alti costi di swap.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA