L’INFLAZIONE IN NUOVA ZELANDA ATTESA AL GIRO DI BOA
Attesa stanotte la pubblicazione del dato sull’inflazione neozelandese, che sembra non essere immune dalla corsa a rialzo dei prezzi mondiali.
Gli operatori si attendono un primo segnale di inversione, con un calo netto dei prezzi, che dovrebbe, secondo le stime ripiegare da un precedente +7.3% annuale ad un +6.6% annuale, il che porterebbe ad un ripiego anche della crescita trimestrale dei prezzi , che ci si attende possa passare da +1.7% al +1.6%.
Nel trimestre di giugno 2022, i servizi per l'edilizia abitativa e le utenze domestiche hanno contribuito principalmente all'aumento dell'1,7% dell'IPC, con un aumento del 2,3%. Il principale motore di ciò è stato l'aumento dei prezzi per l'acquisto di nuove abitazioni, in crescita del 4,5%. Anche gli affitti effettivi per le abitazioni hanno contribuito, con un aumento dell'1,2%.
Il successivo maggior contributore è stato il trasporto in aumento del 2,3%. Ciò è stato principalmente influenzato dall'aumento dei prezzi della benzina, in aumento del 6,2% e di altri carburanti e lubrificanti per veicoli, in aumento del 27%.
Il contributo più significativo all'aumento degli alloggi e delle utenze domestiche è stato l'acquisto di alloggi, in crescita del 18%. Anche gli affitti effettivi per le abitazioni hanno contribuito a questo aumento, in aumento del 4,3%.
La RBNZ ha scelto nelle sue ultime riunioni una linea meno aggressiva di quello che il mercato riteneva necessario per il controllo dell’inflaizone, procedendo a dei rialzi tassi meno corpopsi di quelli visti nel resto del mondo occidentale dove l’inflazione vola ugualmente al rialzo. La RBNZ ha scelto un cammino fatto di rialzi tassi di 50Bp ad ogni riunione, partendo dal tasso di +0.5% ad ottobre 2021 per giungere all’attuale +3.5%, senza mai cercare di anticipare la curva o di procedere con rialzi tassi consecutivi da 75Bp, come invece sta accadendo nei paesi occidentali.
Questo a mal disposto gli operatori, che guadando anche alla possibile fase recessiva globale e alla conseguente caduta della domanda mondiale di materie prime, di cui la Nuova Zelanda ne è esportatrice, hanno ben pensato di scaricare posizioni sul dollaro no zelandese, che sta vivendo un anno non certo dei migliori.
La performance di questo asset valutario a paragone con le altre majors, bene esprime la fase di depressione che vive la divisa neozelandese che segna un -6.34% YDT rispetto alle concorrenti majors, segnando le performance peggiori contro il dollaro con NZDUSD al -17.3% e contro il dollaro canadese con un -11.0% .
Nzdusd resta forse uno degli asset più interessanti contro il dollaro americano, sia per le potenzialità di ripartenza della congiuntura macroeconomica di un’economia più leggera e veloce, che se spalleggiata da un giro di boa nei dati sull’inlfaiozne potrebbe vedere rapida riprese, ma anche per un quadro tecnico che vede nzdusd sui minimi del 2020 anno di pandemia, a 0.5475, livello di indubbio interesse
Anche nzdcad che si trova sui minimi di questo 2022 potrebbe offirte interessanti spunti operativi di mean reverting, considerati gli eccessi in termini di performance, e la possibilità di recupero verso le precedenti aree di supporto di 0.8016 prima e 0.8250 poi.
Dovremo necessariamente attendere i dati di questa notte per capire quali pressioni agiranno sulla RBNZ , se i venti hawkish saranno ancora dominanti o se un’inflazione meno aggressiva possa dare ragione all’operato della banca centrale e alla ripartenza del dollaro neozelandese.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA